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Quella mattina piovosa era nel suo ufficio, il suo regno, eppure erano giorni, se non settimane che si sentiva irrequieto

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Quella mattina piovosa era nel suo ufficio, il suo regno, eppure erano giorni, se non settimane che si sentiva irrequieto.
L'ultima causa vedeva un imprenditore edile, sommerso da debiti, in lotta con lo stato per riuscire ad uscire illeso dalla controversia in corso.
Aveva trovato delle falle nell'accusa dell'avvocato statale, ma il suo assistito aveva davvero combinato un disastro, tasse non pagate e permessi non richiesti, come si intende, una catastrofe.

Si accese l'ennesima sigaretta della giornata, aprendo la finestra alle spalle della scrivania, non fumava così tanto da quando era ragazzino, dove per forza di cose, si uccideva di canne e paglie fuori di casa, perché la mamma non lo sapeva.
Il freddo di fine gennaio entrò mandandogli un brivido lungo la schiena, si alzò dalla poltrona di pelle per accendere il purificatore d'aria, odiava i cattivi odori, ma era troppo nervoso.
Tutta colpa di quello stronzo.

Erano passate settimane dalla mattina in cui era scappato in fretta e furia dallo chalet dei Kim, con piattolaman a presso.
Si aveva preso a chiamare Bora, solo nella sua testa ovviamente, in quel modo, non ne poteva più.
Si lamentava continuamente, nulla era come voleva, il cibo, il ristorante, addirittura il film in TV.
Da quando il suo gemello si era trasferito nell'altro appartamento, era come se tutta la sua frustrazione la riversasse su Jungkook.

L'ultima settimana poi era stata un disastro, Bora con l'influenza lo aveva portato allo stremo, Taehyung come il suo solito era praticamente sparito nel nulla.
Per non parlare del buco allo stomaco che gli era venuto la sera prima, quando il castano si era lasciato scappare che il fratello, aveva iniziato a frequentare una ragazza da un pò di settimane a questa parte.

Il pensiero di Taehyung con qualcun altro lo logorava dentro, si era ripetuto più volte che non doveva più pensarci e lo avrebbe voluto, eppure non ci riusciva, avere la copia esatta di lui di sicuro non aiutava, era come averlo sempre in mezzo.
Doveva chiudere con Bora, era arrivato a pensarlo già da qualche giorno, doveva allontanarsi definitivamente da loro.
Si sentiva patetico, rendersi conto di usare una persona, solo per non pensare ad un'altra era da meschini e lui non lo era, ma si stava comportando esattamente così.

La sigaretta arrivò al filtro, bruciandogli leggermente il polpastrello, si destò da quei pensieri mentre la spegneva nel posacenere, per poi appoggiarlo sul davanzale esterno, per poi richiudere la finestra.
Proprio in quel momento entrò Yoongi, era l'unico insieme a Mingyu a sapere di Taehyung.

"Jungkookie disturbo?" Disse dall'uscio.

"No vieni hyung, stavo cercando un modo legale, per no far andare in carcere Shun per direttissima"

Si passò la mano tra i capelli, sfinito.

"Ahia... stiamo messi davvero così male?"

Jungkook appoggiò la nuca alla schienale della poltrona e sbuffò.

"Si hyung, pensavo fosse messo molto meglio, appena scavo un pò c'è un impiccio dopo l'altro, stavo pensando di annullare l'incarico, non sarebbe buona pubblicità per lo studio se perdessi in aula, e fidati, perderò.."

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