prologo

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Dancan sentì un rombo e un forte tonfo provenire poco distante da casa sua. Il tavolo con sopra la sua colazione aveva leggermente tremato a causa delle vibrazioni del terreno causate dall'impatto con qualcosa di grande.

Per la sorpresa, per poco non si rovesciò addosso tutto il caffè appena fatto.

Per miracolo e grazie ai suoi riflessi pronti era riuscito a evitare di scottarsi e bagnarsi. Le poche gocce del liquido fondamentale per riuscire a rimettere in moto il suo cervello erano cadute a terra mancandolo di un soffio. Appoggiò la tazza sul tavolo, si asciugò le dita umide di caffè e al volo prese mantello e lampada, precipitandosi fuori.

L'autunno, la sua stagione preferita, era arrivata un po' in anticipo. Quell'anno, poi, era più freddo del solito. Il cielo, a quell'ora presto del mattino, permetteva già di vedere qualcosa, illuminato dalla primissima e tenue luce solarediffusa. Il nero della notte era divenuto di un grigio sfuocato e schiarito

Non ebbe bisogno di andare lontano. Stagliata contro il cielo, che andava illuminandosi, vi era la figura di un gigantesco drago. Sbalordito, Dancan alzò la lanterna per avere una migliore visuale.

Il drago era il più grande e possente che lui, nella sua carriera di cacciatore, avesse mai visto. Le sue scaglie erano nere, lucenti con le punte colorate leggermente di oro. Quella peculiare colorazione, con l'aumentare della luce solare che si rifletteva sopra, lo faceva apparire come una gigantesca fenice. Gli occhi erano di un verde intenso e brillante, anch'essi pennellati di oro. Era un Highest, un drago Superiore! Gli Highest erano i draghi più anziani, grandi e potenti della loro specie. Erano dei leader.

<<Salve a te, Dancan cacciatore di draghi>> lo salutò usando la comunicazione telepatica.

<<Il mio nome è Tyson>>.

Tyson? Non è possibile. Dancan sapeva che quel nome era associato al più forte dei draghi esistenti. Per la precisione, lui era il loro leader assoluto, una specie di re.

Cosa poteva volere una creatura così imponente e importante da lui?

<<Voglio il tuo aiuto>> gli disse la creatura che aveva letto i suoi pensieri.

<<Umano, so che sei un uomo d'onore. Ho sentito molto parlare di te. Sembri essere intelligente, coraggioso e giusto. Ti ho osservato e sei diverso dalla maggior parte di quelli della tua specie. Per questo ho scelto te>>.

<<Per cosa sarei stato scelto?>> si azzardò a chiedere.

<<Non posso più rimanere in questi luoghi. Devo andare via. In questo mondo non c'è più onore, tolleranza, giustizia. Non posso vivere con degli esseri bugiardi, egoisti che cambiano i propri principi come cambia la direzione in cui soffia il vento>>.

<<Ma tu sei la guida della tua specie. Non puoi abbandonarli>> lo interruppe il cacciatore.

<<Gli uomini non sono tutti così. C'è ancora speranza per l'umanità>> insistette Dancan.

La creatura scrollò vigorosamente il capo aprendo e chiudendo le ali.

<<Troppo pochi. Non sono qui per discutere la mia decisione>> ruggì il drago nella testa di Dancan.

La bestia portò avanti la zampa anteriore destra e aprendo delicatamente i suoi artigli appoggiò qualcosa a terra.

Sul prato ricoperto di foglie di svariato colore e forma era stato adagiato un bambino. Dancan istintivamente accorse, dimentico del pericolo a cui si sottoponeva, avvicinandosi così tanto alla mastodontica creatura davanti a lui, per controllare se il piccolo fosse ferito. Constatato che l'infante non presentava nessun tipo di lesione, lo avvolse nel suo mantello e lo prese in braccio, arretrando di qualche passo.

<<Cosa significa?>> chiese confuso.

<<È mio figlio. Il suo nome è Aidan. Non posso portarlo con me. Non sono più in grado di prendermi cura di lui. Lo farai tu al posto mio>> dichiarò deciso Tyson.

Il cacciatore rimase allibito. Non gli era mai capitato di vedere di persona l'esistenza di un 'Druma'. Erano leggende. Si diceva che gli Highest potessero prendere le sembianze di uomini e scegliere come compagna un'umana. Fino ad allora per Dancan era sempre stata una favola.

<<Cosa è successo>> volle sapere Dancan che conosceva le abitudini dei draghi. Loro non abbandonavano mai la loro prole. Cosa poteva essere avvenuto a un essere così potente per rinunciare alla propria specie e perfino al proprio figlio?

<<Gli uomini hanno ucciso la mia compagna. L'hanno torturata, violata e bruciata viva>>. Dancan sbiancò in volto.

<<Voi esseri umani siete le creature più meschine, crudeli mai esistite. Siete capaci di atti brutali spaventosi. La vostra ignoranza, le vostre paure, e il vostro senso di superiorità vi condurrà solo ad atti spregevoli. Siete capaci di accanirvi anche contro la vostra stessa stirpe. La vostra indole è corrotta>>.

<<Mi dispiace per quello che è successo...>>. disse sinceramente addolorato.

<<Ma gli uomini sono capaci anche di amore, compassione, generosità'...>>.

<<L'umanità sa solo distruggere. Prima o poi sarete anche la causa della vostra stessa distruzione>>.

<<Non puoi abbandonare tuo figlio>>.

<<Non ho amore da dargli. Il mio cuore, la mia anima sono lacerati da un dolore insopportabile>>.

<<Te lo affido. Crescilo con buoni principi, forte e coraggioso. Forse un giorno sarà lui a trovare la strada e la forza per guidare i draghi. Sempre se non saranno già estinti>>

<<Addio>> disse infine Tyson

Con un potente balzo e un vigoroso sbattere di ali il drago si librò nell'aria e dopo aver volato in cerchio in segno di saluto si allontanò verso nord, in direzione della catena montuosa chiamata The Dragon's back. Dancan rimase immobile con il bambino in braccio, a guardare l'orizzonte.

Il sole stava sorgendo in lontananza proprio da dietro le montagne verso cui ora stava volando Tyson. Abbassò lo sguardo sul fagotto tra le sue braccia. Il sole illuminava quel faccino serio ornato da due occhi stupendi, dello stesso colore del padre.

Il piccolo non aveva pianto neanche una volta. E adesso cosa ne faccio di te? Si chiese il cacciatore. Sembra che sia stato promosso alla posizione di padre, ma io non so niente di come si cresce un bambino e tanto meno un drago.

Guardò un'ultima volta verso l'orizzonte. Il drago, ormai, era scomparso alla vista. Dancan si girò e si avviò verso l'entrata della sua casa e verso un futuro del tutto inaspettato.

La stirpe dei DraghiWhere stories live. Discover now