Capitolo 8

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  Per la prima volta in ventitré anni da quando Marcus aveva conosciuto le stava nascondendo qualcosa di proposito.

Non sapeva ancora che decisione prendere. Doveva subito metterla al corrente di quello che sapeva, oppure mantenere ancora il silenzio?

Appena l'aveva visto davanti all'entrata della sua bottega, l'aveva riconosciuto.

Beh, non immediatamente, ma aveva avuto la sensazione di averlo già incontrato. Guardando da vicino il suo volto e in particolare i suoi occhi, gli era tornato alla memoria dove e quando l'aveva incontrato.

Erano occhi come quelli di Ember, di un colore difficile da non notare e da dimenticare. Il suo primo istinto era stato quello di pensare a lei. Troppo a lungo aveva vissuto un'esistenza dove lui e Cerridwen erano stati gli unici con cui Ember avesse potuto parlare di sé stessa, di quello che era e di quello che le succedeva. Non c'era nessuno con cui confidarsi e nessuno avrebbe potuto comprenderla. Forse accettarla, come nel caso del suo migliore amico Martin, ma per una creatura vivente, una qualsiasi creatura vivente, sussisteva la necessità di non essere l'unica a questo mondo. Fino a quel momento per Ember si prospettava solo una vita incompleta e sola. Lui non poteva aiutarla, non più ormai. Troppo tempo era passato da quando aveva deciso di rinunciare alla realtà da cui proveniva. Ma adesso c'era Aidan! La sua presenza aveva portato la speranza nel suo cuore e un futuro diverso per sua figlia.

Così, aveva agito avventatamente.

Non che, ora, si sentisse pentito!

Il ragazzo aveva dimostrato di essere veramente in gamba e con buoni principi.

Dalla prima volta che aveva incontrato Aidan erano passate almeno ventitré primavere. A quel tempo era unito da un forte legame di amicizia e rispetto con un cavaliere appartenente all'ordine dei 'Dragoni' di nome Deian; il padre di Martin.

Era andato a Drakonian per trovare e addestrare un cavallo da regalare a Deian come segno di stima.

Gli era stato detto che un cacciatore che viveva poco lontano dal lago nominato 'Loch mòr' sarebbe stato in grado di indirizzarlo al migliore allevatore e addestratore dei famosissimi Drakonian. Il cacciatore si chiamava Dancan e la sua abitazione era posizionata in un immenso terreno, in quel periodo colmo di fiori selvatici di ogni tipo, in totale solitudine. Alle spalle vie era una foresta e di fronte il Loch mòr.

La casa, in quel posto, sembrava l'unica cosa che separava l'immenso cielo dalla coloratissima terra.

Marcus si ricordava bene come al suo arrivo, davanti alla casa del cacciatore, seduto a giocare tra i fiori e le farfalle vi era un bambino che non doveva avere più di due anni. Il viso già allora era di una bellezza particolare. Quello che lo aveva più colpito, tuttavia, erano stati gli occhi o, meglio, il loro colore e un fortissimo senso di famigliarità e desiderio di protezione.

Nel periodo in cui lui era dovuto rimanere in quel posto per scegliere e addestrare un cavallo, lui e Dancan, erano diventati amici. Anche se vi era una certa differenza di età, Marcus aveva scoperto un'affinità pari a quella che aveva con Deian.

Dancan a quel tempo aveva già quaranta anni, lui invece... beh..., non se lo ricordava. Molti di più senza dubbio!

Il cacciatore, una sera che si erano attardati a bere della birra, gli aveva raccontato:<<Sai, Aidan non è mio figlio, ma mi è stato lasciato dal suo vero padre>>.

Quello che gli aveva riferito subito dopo lo aveva lasciato di sasso.

<<Il padre di quel bambino è un drago>>.

<<Cosa?>>

<<Non uno qualunque naturalmente, ma un >>.

A quella rivelazione Marcus aveva capito che le sensazioni, che aveva percepito inizialmente sul piccolo, avevano avuto un senso.

Era una cosa molto strana, forse unica, perché i draghi tenevano molto alla loro prole a causa del fatto che la nascita di nuovi elementi della specie era di difficile adempimento. Marcus lo sapeva bene!

Dancan non gli aveva, però, mai rivelato il nome della creatura.

Poco dopo, aveva conosciuto Cerrdwen e gli avvenimenti che erano succeduti gli avevano fatto dimenticare di Dancan e Aidan. Lo scontro con Lucius, la morte di Deian e la nascita di Ember lo avevano portato a prendere una decisione irrevocabile che lo aveva allontanato dalla sua vita precedente.

Era stata una decisione dolorosa nello spirito e nel corpo, ma ancora adesso era felice di averla presa. Solo in questo modo aveva potuto stare accanto a Cerrdwen e ad Ember, assicurandosi che stessero bene.

Purtroppo, sia lui che Cerridwen avevano dovuto mentire ad Ember per il suo bene; per proteggerla. Avevano dovuto mentire a tutti. Anche Martin, il figlio d Deian, non sapeva la verità su di lui. Se fosse stato di dominio pubblico ci sarebbe stata di sicuro, da parte degli uomini, una generale caccia al mostro.

Quando Ember sarebbe venuta a scoprire la verità, forse non li avrebbe perdonati. <<Dobbiamo trovare un modo per nascondere la sua vera identità agli altri come abbiamo fatto con te>> gli aveva detto Cerrdwen.

<<Va bene>> aveva acconsentito a quel tempo lui.

<<La porteremo dalla strega di Natrix e la pregheremo di fare qualcosa per schermare anche lei, ma voglio che Ember sappia chi è>>.

<<Ember deve conoscere la sua natura per potersi proteggere da sola in futuro>> aveva detto irremovibile.

A Marcus, della sua vita passata, gli erano rimaste poche capacità. Una di queste era l'utilizzo della fiamma. Grazie alla sua abilità di controllare il fuoco per piegare e modellare qualsiasi metallo, ora, lui era il migliore fabbro esistente.

Per lui la presenza di Aidan era una benedizione, una fortuna inaspettata.

Ma come l'avrebbe presa Cerrdwen? Era sempre stata iperprotettiva con sua figlia cercando di sopprimere la sua natura con la magia per evitarle problemi indesiderati.

Come non si poteva evitare che una crisalide diventasse una farfalla, così non si poteva, ancora per molto, evitare che l'indole di Ember rimanesse sopita a lungo. Il rischio che la sua natura draconica, troppo a lungo soppressa, potesse uscire prepotente, schiacciando quella umana, e piegando dolorosamente la volontà di Ember, era troppo grande.

Aidan poteva aiutare Ember in tanti modi. Marcus sospirò malinconico ricordando ancora una volta il passato. I ricordi erano le poche cose che gli erano rimaste di un tempo andato.

Lui era stato un Highest, uno dei più forti e conosciuti. Un tempo lo chiamavano Darius!


La stirpe dei DraghiWhere stories live. Discover now