Capitolo 11

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Nello studio di suo padre, Reynold stava avendo un altro dei suoi attacchi di furia incontrollata.

Ogni volta che succedeva cominciava ad urlare senza posa e a distruggere ogni oggetto a portata di mano. Quando non c'era più niente di facile che potesse rompere, passava ad oggetti più grandi, oppure se la prendeva con gli inservienti picchiandoli violentemente con pugni e calci. Non risparmiava niente e nessuno, e per questo i dipendenti, comprese le guardie, avevano imparato a stargli lontano durante le sue crisi.

Lo studio era diventato un cimitero di cose fatte a pezzi.

Reynold urlava e si dimenava fino a schiumare dalla bocca, per poi irrigidirsi e avere quasi le convulsioni. Gli occhi fuori dalle orbite, a causa della rottura dei capillari, divenivano talmente rossi da farlo sembrare nella sua furia un vero demonio.

Questi momenti di ferocia potevano passare solo in due modi: da soli aspettando che tutte le sue energie si esaurissero o con sostanze tranquillanti che spesso il padre, con l'aiuto delle guardie gli faceva prendere.

In tutte e due i casi, tuttavia, Reynold rimaneva per il resto del giorno come un sacco vuoto, abbandonato su un letto o un divano, dolorante in tutto il corpo e con la testa pulsante come se stesse per esplodere.

Gli attacchi non erano strettamente pericolosi per lui. Non perdeva mai la coscienza di sé e aveva abbastanza controllo per non farsi del male, a meno che non succedesse accidentalmente. Era solo una rabbia incontrollata la sua che sfogava crudelmente e che poteva essere letale per chi disgraziatamente gli si avvicinava troppo.

Si poteva paragonare alla reazione di un bambino viziato che faceva i capricci; solo che lui era un adulto pericoloso, instabile con un'indole cattiva, spietata.

Dopo circa un'ora, il peggio era finito e Reynold giaceva stremato sul divano dello studio, che aveva sventrato con un coltello.

Il motivo di quell'attacco di rabbia furiosa era il fallimento, dei suoi scagnozzi, del rapimento dell'uovo a una dragonessa.

Il piano gli era stato suggerito e ordinato da Lucius.

Quei tre idioti!

Meglio per loro che erano scomparsi perché, se no, a quest'ora gli avrebbe già scorticati di persona.

Lucius venuto a sapere dell'insuccesso del piano, adesso, aveva richiesto un incontro di persona con lui.

Non era un buon segno quando un drago della potenza di Lucius pretendeva di vederti.

Fino ad allora, solo una unica volta si erano incontrati. Lucius si era presentato in forma umana. Reynold aveva sempre creduto che fosse solo una favola per spaventare i bambini, quella che si andava raccontando, e cioè che esistevano draghi capaci di trasformarsi. Un giorno, poco dopo che si era sbarazzato di suo padre, alla sua porta si era presentato un uomo dal fascino demoniaco che aveva domandato un incontro.

Dopo avergli fatto capire chi fosse e che era a conoscenza del suo crimine di parricidio, gli aveva proposto un accordo.

Reynold aveva potuto constatare quanto quel drago fosse spietato e pericolo. La vita di un essere umano per Lucius non aveva nessun valore a meno che non tornasse utile per i suoi intenti. La cosa non creava nessun problema a Reynold, per il quale nessuna vita aveva valore a parte la sua.

Ora, però, si rendeva conto di trovarsi in una situazione estremamente pericolosa.

Reynold aveva accettato di collaborare con quell'essere perché, in effetti, non aveva possibilità di rifiutare e anche perché era ossessionato dall'idea di vivere molto a lungo; ricompensa che Lucius gli aveva promesso. La gelosia e l'invidia della lunga vita che i draghi possedevano, della loro forza e della loro bellezza in forma umana, lo consumavano dentro come tenie nelle budella.

Quella bestiaccia si stava spazientendo e i fallimenti che lui ultimamente aveva riportato avevano peggiorato le cose.

Dulcis in fundo, era comparso quel tizio nuovo, quel cacciatore di nome Aidan.

Maledetto bastardo!

Era arrivato dal nulla e si era messo in mezzo ai suoi piani.

Per di più sembrava avesse legato con Marcus tanto da arrivare a collaborare con Ember e a vivere a casa sua. Doveva saperne di più su di lui e ammazzarlo al più presto.

Trovare qualcuno abbastanza coraggioso, scaltro e forte per farlo fuori era difficile. Forse avrebbe potuto farlo uccidere dai draghi, magari da Lucius stesso.

C'era un però. Aidan sarebbe potuto risultare utile, inquanto cacciatore di draghi, per eliminare Lucius.

Forse, quando sarebbe arrivato il momento, avrebbe fatto in modo che si eliminassero a vicenda o, almeno sarebbe sparito uno dei due. Per il sopravvissuto avrebbe cercato un'altra soluzione.

La stirpe dei DraghiWhere stories live. Discover now