Capitolo 2

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Attraversato lo spazio aperto di erba rigogliosa e fiori selvatici, Aidan arrivò all'ultimo tratto di strada che lo avrebbe portato diritto al villaggio.

Mentre con falcate veloci e decise si avvicinava alla sua meta, si guardò intorno in cerca di qualche indizio che gli potesse dare un'idea di quello che stava avvenendo lì. Nulla di strano era apparso alla sua vista. Tutto sembrava tranquillo. Nessun segno di incendi recenti o passati. Nessuna traccia di uno scontro con una creatura delle dimensioni di un drago. Almeno per ora. Però, era davvero bizzarro. Durante il percorso seguito con il carro, nei momenti in cui era sveglio, aveva potuto notare i classici segni degli attacchi di questi animali. Questo villaggio invece ne sembrava immune. Eppure, almeno per lui era inconfondibile e ben marcato l'odore che questi esseri emanavano.

Cercando di non dare troppo nell'occhio, Aidan provò a raggiungere la strada principale. Questa attraversava Dachaigh nan Dragons dividendola in due grosse zone di case e botteghe in cui si addentravano diverse viuzze. Alcune erano ampie abbastanza per passare a cavallo o con un carro, altre invece anguste che permettevano il passaggio al massimo di due uomini a piedi. Nel complesso il paese era abbastanza grande, ordinato e apparentemente fiorente. Le case erano in buono stato e a prova di fuoco. Esternamente erano fatte tutte con le pietre. Anche i tetti erano costruiti con una copertura di lastre sottili di pietra nera o blu, liscia e lucente. Sembravano scaglie di drago!

Per prima cosa sarà meglio cercare di incontrare il podestà, pensò.

Al suo passaggio, gli abitanti, avvistandolo, gli lanciavano occhiate curiose in tralice. I forestieri non devono capitare spesso da queste parti, pensò Aidan.

Anche provandoci, di sicuro lui non passava inosservato.

Il suo vestiario e le sue armi non aiutavano l'anonimato. Indossava braghe e tunica di pelle nera di drago con una camicia anch'essa di colore nero.

Dancan gli aveva insegnato a farsi un intero completo con la pelle di quelle creature. Perlopiù si trattava di esemplari già morti. I corpi affinché non venissero smembrati brutalmente, essendo molto grandi e quindi difficili da seppellire, dovevano essere bruciati. Per fare questo, bisognava togliere parte della pelle in quanto resistente al fuoco. Solo in questo modo le fiamme potevano raggiungere gli organi interni. I resti, se si riusciva, alla fine, si seppellivano.

Conciare la pelle di drago non era facile. Si usava soprattutto la parte del ventre che, rispetto a dove vi erano le scaglie, era più facile da lavorare. Nonostante questo, era così dura che spesso le mani durante il procedimento iniziavano a sanguinare per la formazione di lacerazioni. Dopo un lungo e faticoso lavoro che comprendeva: lavatura, depilazione o eliminazione di alcune scaglie, asporto dello strato adiposo e macerazione, aventi lo scopo di liberare la pelle dalle parti non necessarie, quello che si otteneva era del cuoio con cui creare braghe, stivali, corpetti, vesti e accessori di ogni tipo. Il cuoio anche se all'apparenza sembrava normale era resistente al fuoco e difficile da scalfire con una lama.

Non che lui ne avesse bisogno veramente. La sua pelle, a causa delle sue origini, era già una difesa naturale.

Lo spadone che portava nella fodera messa di traverso sulla schiena era decisamente di una taglia superiore a quelle a cui la gente del posto era abituata a vedere; così come la balestra. Non erano oggetti nascondibili.

Proseguendo sulla strada maestra passò davanti alla bottega del fabbro. Le porte del locale in cui questo lavorava erano aperte e dall'interno uscivano i famigliari suoni della forgiatura.

Forse, considerò, sarà meglio chiedere qualche informazione.

Aidan si avvicinò cautamente all'entrata della bottega.

La stirpe dei DraghiWhere stories live. Discover now