Capitolo 5

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  Cosa sapeva di lui? Niente. Era attratta da lui, su questo non vi era dubbio, ma a parte il fatto che per lei era un'esperienza nuova, non cambiava la sua situazione.

Il destino era proprio un burlone. Fino ad ora era stata lei ad attrarre gli uomini. Spesso era solo il profumo che la sua pelle sprigionava a farli infatuare. Era stata sempre una scocciatura anche perché nessuno di loro gli era mai interessato fisicamente o emozionalmente. Gli unici uomini con cui aveva avuto una relazione stabile erano stati Marcus che le aveva fatto da padre, e Martin il suo migliore amico.

A parte il fatto che lui avrebbe potuto benissimo non essere interessato a lei o magari essere già impegnato con un'altra donna, c'era da considerare che avrebbe potuto benissimo correre a gambe levate scoprendo la verità su di lei.

Un senso di sconforto e irritazione la colse rendendosi conto che, se anche cercava di pensare razionalmente allo stato delle cose, non riusciva lo stesso a controllare le emozioni che si stavano agitando nel suo animo.

Ember si diresse con passo incerto verso la porta dell'abitazione in cui si trovava il nuovo arrivato. Picchiò alla porta lievemente e aspettò.

La situazione non era per niente come se l'era immaginata, rifletté Aidan strofinando i capelli con un telo per togliere l'eccesso di acqua. Come al solito era una delle abitudini che aveva imparato con Dancan per accordarsi con i modi e le aspettative umane. A lui i capelli bagnati non davano fastidio e non gli avrebbero mai procurato malanni. Come gli aveva detto sempre suo padre adottivo, non poteva andare a sedersi ad un tavolo per mangiare sgocciolando nel piatto.

Aveva pensato di arrivare a Dachaigh nan Dragons, trovare e risolvere il problema, e poi ripartire verso un nuovo luogo; come aveva sempre fatto.

Le cose erano drasticamente cambiate per lui. Non l'avrebbe lasciata, a meno che la sua presenza la danneggiasse in qualche modo.

Aidan sentì bussare. Doveva essere Marcus, perché gli aveva detto che lo avrebbe chiamato quando la cena fosse stata pronta.

Aprì con l'intenzione di farlo entrare perché doveva infilarsi ancora la camicia. Un profumo intenso di rose e lavanda, e due occhi color ambra dilatati dallo stupore, lo colsero di sorpresa.

<<Oh...ehm...volevo solo avvisarti che la cena è pronta>> lo avvisò rossa dall'imbarazzo alla vista del torso nudo di lui.

Quel cacciatore aveva il fisico di un dio guerriero. I muscoli erano così delineati da sembrare scolpiti nella pietra. La pelle sembrava rilucere a causa del chiarore delle candele che si rifrangeva sulle gocce d'acqua che ancora la coprivano in parte. I capelli appena lavati che gli ricadevano scomposti in modo selvaggio, alla luce delle lanterne sembravano di seta. L'odore che sprigionava quella pelle nuda era sensuale ed ipnotico.

<<Ti prego entra pure. Ci metto un attimo>> le disse con la sua voce calda e profonda.

Ember avrebbe dovuto dirgli che lo avrebbe aspettato fuori, questo sarebbe stata la mossa intelligente da fare. Invece, istintivamente fece un passo verso l'interno del locale.

Aidan afferrò rapidamente la camicia e si affrettò ad indossarla e a infilarla nei pantaloni.

<<Pronto. Scusami, se vi ho fatto aspettare>>.

Lei stava guardando nella direzione della porta e alle sue parole si girò. I loro sguardi rimasero incatenati per un tempo che sembrò infinito.

<<Posso chiederti una cosa?>> disse lei cercando di ritornare lucida.

<<Puoi chiedermi quello che vuoi>> gli rispose lui con voce dolce ma un po' roca.

<<Perché sei diventato un cacciatore di draghi?>>

La stirpe dei DraghiWhere stories live. Discover now