Capitolo 27

14 5 2
                                    


Fortunatamente per loro, il drago che li aveva attaccati non aveva creato grossi danni nella zona circostante che si presentava soprattutto rocciosa, con pochi e piccoli arbusti, muschio, terra e qualche sporadico albero già rinsecchito.

L'entrata della miniera si mostrava come quella di una caverna. Erano arrivati passando dal fianco della collina e, in quella zona, non avevano trovato nessuna recinzione che delimitasse il terreno.

Solo delle assi di legno vicino all'ingresso, vecchie e cadute in posizione scomposta, erano le testimoni silenziose di quella che doveva essere considerata una area privata.

La scritta appena leggibile, a causa dell'inchiostro sbiadito, lasciato troppo a lungo alle intemperie, doveva avvertire gli intrusi che lì era proibito entrare.

L'antro era grande abbastanza da poter far passare un drago di taglia media. Da dove si trovavano Ember ed Aidan, non era possibile capire quanto largo o lungo fosse l'interno.

<<Niente guardie>> commentò Ember.

<<Credo proprio che il drago di prima fosse la nostra guardia>> ironizzò Aidan.

<<Intendevo guardie umane>> specificò e si corresse lei.

<<Sembra abbandonata da anni, ma...>>

<<Ma non è del tutto vero>> concluse Aidan.

Lei annuì.

<<Percepisco insieme ad odori vecchi, anche quelli recenti. Uomini...donne...e...>>

<<Draghi>> aggiunse Aidan annuendo a sua volta.

<<Dobbiamo entrare e dare un'occhiata in giro>> disse lei infine estraendo la spada.

Il fuoco che aveva incendiato la sterpaglia si era ormai già ridotto in piccole fiammelle che si stavano estinguendo gradualmente da sole. Il paesaggio attorno a loro era passato, dai colori grigio e verde della roccia e del muschio, ad un quasi uniforme colore nerastro.

All'interno dell'entrata principale non si notava nessuna diramazione per un prolungato tratto. Le pareti distanziavano l'una dall'altra da nove ai dodici piedi. Inoltrandosi, si avvidero che l'interno era un lungo tunnel che proseguiva per circa trenta piedi senza nessuno sbocco. L'oscurità li avvolse.

Guardandosi in giro, con un po' di difficoltà, Ember notò, attaccate alle pareti, delle torce posizionate a distanza costante, ogni quattro piedi. Con l'aiuto di Aidan, iniziò ad accenderle man mano, avanzando lentamente. Il rimbombo dei loro passi risultava sgradevole alle loro stesse orecchie.

Il percorso era un po' dissestato, ma a parte terra, pietra e qualche arnese vecchio e arrugginito dimenticato dai minatori, non trovarono niente di utile fino a quando non arrivarono quasi alla fine del tunnel.

Lì, il terreno iniziava ad abbassarsi in una discesa che si inoltrava in un ampio passaggio quasi a ridosso della parete terminale, entrando nelle viscere della terra.

Poco prima del pendio, che portava al livello sotterraneo trovarono i resti di un fuoco da campo. Le ceneri erano fredde, ma la loro quantità e le rimanenze di pezzi di legno non usati o parzialmente bruciati denunciavano un recente utilizzo.

<<Credi che sia di qualcuno che si è riparato temporaneamente qui dentro o...>> chiese Ember.

Aidan si spostò verso la parete laterale alla sua destra attratto da un luccichio.

<<Credo che sia di qualcuno immischiato con la scomparsa delle donne>> e indicò con il dito il punto che aveva attirato la sua attenzione.

Ember gli si avvicinò. A terra c'erano dei bracciali di ferro che continuavano con delle catene attaccate alla roccia.

La stirpe dei DraghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora