Capitolo 3 - Some Good News

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Aiden

       La prima cosa che vidi quando mi svegliai dal mio sonnellino pomeridiano, furono un paio di occhi azzurri che mi fissavano dall'alto.

       Mi alzai a sedere di scatto, facendo indietreggiare immediatamente la nostra cameriera più giovane - se non erro, il suo nome era Margaret - con le guance in fiamme e un'espressione colpevole stampata in viso.

      Oh no, di nuovo.

      Okay, questa non era esattamente la prima volta che la beccavo a fissarmi mentre dormivo. Era successo già quattro volte da quando l'avevamo assunta e la cosa iniziava a darmi i brividi. Una volta aveva persino tentato di entrare in bagno mentre facevo la doccia, con la scusa di dover cambiare gli asciugamani.

       Cosa non molto credibile visto che erano le due di notte.

        Comunque, ormai ero sempre più convinto che si fosse presa una cotta per me, ma ovviamente non era ricambiata.

      Il fatto che fosse la mia cameriera non c'entrava niente. Sarà stato l'enorme, disgustoso neo che aveva sul naso o il mono sopracciglio che pareva occupare metà della fronte, ma proprio non era il tipo di ragazza con cui sarei uscito.

       La vicina con il pigiama ad orsetti, invece, era tutta un'altra questione.

       A distogliermi dai miei pensieri fu un colpetto di tosse emesso da Margaret, che ruppe il silenzio imbarazzante creatosi fra di noi.

       "Emh... dovevi dirmi qualcosa, Margaret?" Le chiesi, facendole un sorriso forzato. Non volevo sembrare scortese, nonostante i suoi comportamenti da stalker iniziassero ad irritarmi.

       Appena pronunciai il suo nome le guance le si arrossarono ancora di più, se possibile. "Io... uhm... il telefono.." Si schiarì la gola. "C'è un ragazzo al telefono che chiede di lei."

       E tu hai deciso di restare qui a fissarmi invece di svegliarmi e dirmelo? Pensai, sbuffando mentalmente.

       Probabilmente al telefono era Colin, anche se mi sembrò strano visto che di solito chiamava sempre sul mio cellulare - la possibilità che uno dei miei genitori potesse rispondere al telefono di casa lo terrorizzava. Non che potessi biasimarlo. Colin non stava particolarmente simpatico alla mia famiglia.

       Era iniziato tutto quattro anni fa. Io e Colin ci conoscevamo già da tre anni e, nonostante i signori Wilson avessero espresso tutto il loro disappunto verso la nostra amicizia, avevo invitato quell'idiota a casa mia. Stavamo giocando a calcio nel giardino e pioveva, forse fu proprio quello a  far rotolare il pallone oltre una siepe, a causa di un calcio troppo forte tirato da Colin. Lui si era offerto volontario per andare a riprenderlo ma, proprio perché era il coglione del secolo, era scivolato su una pozzanghera ed era caduto proprio sui preziosi gigli della mamma, schiacciandoli irreparabilmente. Inutile dire che, dopo quell'evento, lei lo minacciò di darlo in pasto ai coccodrilli se si fosse azzardato ad avvicinarsi di nuovo a casa nostra.

        Ma nonostante Colin si fosse quasi fatto addosso dalla paura a causa delle minacce di mia madre, era rimasto. E c'era sempre stato, nel bene e nel male.

        Avrei sempre potuto contare su di lui, e ovviamente la cosa era reciproca. Anche se non lo avrei mai ammesso ad alta voce, gli volevo bene e per me era sempre stato il fratello che non avevo mai avuto.

       Prima che potessi anche solo permettermi di diventare troppo sentimentale e mettermi a cantare una serenata sotto la finestra di Colin, rivolsi nuovamente la mia attenzione su Margaret.

Different Kinds Of LoveWhere stories live. Discover now