Capitolo 14 - Cliché

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Mavis

Molto spesso considerano noi donne il 'sesso debole' perché non reprimiamo quasi mai le nostre emozioni.

Ci piace piangere a singhiozzi leggendo un libro di Nicholas Sparks. Non possiamo fare a meno di considerare amore anche la più piccola delle cotte adolescenziali. Ci piace abbracciare le nostre migliori amiche e condividere con loro i nostri segreti più profondi. Adoriamo i cuccioli, i bambini, le serate fra amiche passate a parlare dell'attore di cui andiamo matte.

E tutto questo è forse un crimine? Una debolezza?

È forse sbagliato desiderare di urlare al mondo quanto si è innamorati, tristi, felici, depressi? È forse sbagliato voler tirare fuori tutto ciò che sentiamo e non lasciarlo marcire dentro di noi, dove non serve a nessuno?

Tutto questo ci rende deboli?

La risposta è un grande, secco no.

Essere in grado di mostrare le proprie emozioni è un gesto ammirevole. Non è forse più semplice fingere di essere un guscio vuoto privo di sentimenti, impossibile da scalfire, da ferire? Le persone hanno paura di esporsi perché non vogliono che qualcuno faccia loro del male - chiamatelo istinto di autoconservazione. Un gesto da codardi, se volete un mio parere.

Le emozioni, nella loro immensa varietà, sono ciò che di più bello possediamo - persino la rabbia, la tristezza o l'amarezza vanno accettate. Sono i sentimenti a definire la nostra identità di umani, ciò che ci distingue da qualsiasi altro essere vivente che abita l'immensità di questo pianeta.

Quindi ripeto, è forse sbagliato lasciarsi travolgere da esse? Mostrarsi a qualcuno così come si è, in tutta la nostra umana vulnerabilità?

Far vedere agli altri ciò che si prova non significa essere deboli, significa essere coraggiosi.

E fu proprio con questa consapevolezza che mi permisi di scoppiare in un pianto di autentico sollievo, nel bel mezzo di un parcheggio gremito di gente.

Mi misi a correre a perdifiato verso Piper e la presi immediatamente tra le braccia, stringendola forte. "Oh, mio Dio, Piper sei qui! Stai bene?"

Piper si era irrigidita e mi fissava con gli occhi spalancati. "Io... sì, sto bene ma... cosa... tu..."

"Ti ho cercata ovunque - ti abbiamo cercata ovunque! Sono tutti molto preoccupati e io... oddio!" La strinsi ancora più forte mentre continuavo a singhiozzare. "Non farlo mai più, ti supplico, Piper."

La mia sorellina era lì e stava bene. Mi sentii quasi svenire per il sollievo.

Piper continuava a fissarmi come se avesse appena visto un fantasma. Era pallida e gli occhi quasi le uscivano fuori dalle orbite.

Sembrava sconvolta dalla mia reazione. Ma cosa si aspettava? Era mia sorella.

"Si può sapere cosa ti è passato per la testa? Ci hai fatto morire tutti di paura!" Le dissi, scuotendola leggermente per le spalle.

L'espressione di Piper si fece tesa e leggermente imbarazzata, come se si sentisse in colpa. "Io non pensavo che voi... non pensavo che avreste reagito in questo modo."

"Non pensavi... e come diavolo credevi che avremmo reagito? Porca miseria Piper, tu-" Mi interruppi e mi presi il viso tra le mani per cercare di calmarmi.

Different Kinds Of LoveWhere stories live. Discover now