Capitolo 16 - Good Talk

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Aiden

"L'hai sbattuta fuori di casa?!" Colin strabuzzò gli occhi, alzando lievemente il tono di voce.

"Shh!" Mi affrettai ad allungare il collo per accertarmi che il nostro professore di Algebra, il signor Thompson, non l'avesse sentito.
"Abbassa il volume, idiota! Vuoi farti sentire, per caso? E poi detto così suona davvero male, non l'ho sbattuta fuori di casa!"

Colin emise una risatina incredula. "No, certo, le hai solo gentilmente chiesto di levarsi dalle palle. Ma no, tranquillo, non c'è nulla di cui preoccuparsi."

Iniziavo già a pentirmi di avergli raccontato tutto.

Le sue parole mi fecero fremere d'irritazione e mi venne voglia di tirargli un pugno in piena faccia, anche se sapevo che aveva perfettamente ragione. Il senso di colpa per quello che avevo fatto mi lacerava da giorni, ma sentirselo sbattere in faccia in quel modo era anche peggio.

Gli lanciai un'occhiataccia, sporgendomi sul banco per far sì che mi sentisse meglio. "Ascolta, pensi che non sappia di aver fatto la figura dello stronzo insensibile? Pensi che mi sia piaciuto vederla soffrire in quel modo? Cacciarla di casa era l'ultima cosa che avrei desiderato fare, te lo assicuro. Ma non ho avuto scelta e tu dovresti capire il perché." Stava diventando sempre più difficile tenere il tono di voce basso. Avevo voglia di urlare e prendere a pugni qualcuno - possibilmente me stesso.

Colin mi fissò esasperato. "Vuoi la verità, Aiden? No, non ti capisco! Avresti potuto reagire in modo diverso, essere più delicato, e invece le hai praticamente ordinato di andarsene come se di lei non te ne fregasse nien-"

"Chiudi quella cazzo di bocca Colin, sai benissimo che non è così!" Lo interruppi, digrignando i denti e stringendo i pugni. Era proprio quello il mio fottutissimo problema: a me importava di Mavis. Anche troppo.

"Io lo so, ma lei? Pensi che lei lo sappia, Aiden?"

Sentii un tonfo al cuore. Distolsi lo sguardo e non risposi. Aveva ragione, ovviamente. Ero stato così occupato ad assicurarmi che i miei genitori non la vedessero, che non avevo pensato a come si sarebbe sentita Mavis. Naturalmente avevo notato lo sguardo ferito che mi aveva lanciato, ma il pensiero che i miei genitori avrebbero potuto ferirla aveva offuscato tutto il resto.

"Sai che ho ragione, non è vero?" Colin mi fissò con un sorrisetto compiaciuto.

Sospirai. "Sono entrato nel panico. I miei genitori sono arrivati prima del previsto e, lo sai, lo sai, Colin, che non avrei mai potuto permettere che la vedessero. Mia madre le sarebbe stata addosso in un minuto e alla fine Mavis se ne sarebbe andata con l'orgoglio a pezzi." Feci una pausa, cercando di frenare la rabbia che mi aveva improvvisamente assalito. "Tu non li hai visti, Colin. La sua famiglia sembra una di quelle che si vedono nelle pubblicità dei cereali, tutti sorrisi e frasi dolci. Mi hanno accolto come se mi conoscessero da una vita. Gente come loro non è abituata a trattare con degli stronzi, arroganti come i miei genitori. Probabilmente nemmeno pensano che esistano."

Avevo realizzato una cosa, osservando i Parker: mia madre avrebbe potuto ferire Mavis più di quanto avrei potuto immaginare. E la cosa mi terrorizzava.

Colin sospirò, ammorbidendo l'espressione. "Mavis non mi sembra la pappamolle che tu credi che sia. Magari saprà come gestire tua madre più di quanto pensi."

"E come potrebbe? Lei è così... innocente. Non ne ha idea... e poi l'hai vista mia madre all'opera, no?"

"Sì e sinceramente mi terrorizza. Ma almeno io l'ho vista, mentre a Mavis non hai nemmeno dato la facoltà di capire se è in grado o meno di sopportarla. Non hai mai pensato che magari la stai proteggendo da qualcosa da cui, probabilmente, lei non vorrebbe essere protetta?"

Different Kinds Of LoveWhere stories live. Discover now