Capitolo 8 - School

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Mavis

I giorni successivi li passai rinchiusa in casa. Non perché non avessi nessuno con cui uscire (far parte di una famiglia composta da 8 persone aveva i suoi vantaggi), ma perché avevo troppa paura di incontrare Aiden.

Cercare di ignorare qualcuno che abitava proprio di fianco a te era un'impresa pressoché impossibile, per cui avevo deciso di nascondermi proprio come un coniglio minacciato dal predatore.

Aiden aveva continuato a chiamarmi e a mandarmi messaggi per quasi tutta la settimana, ma io l'avevo ignorato. Alla fine doveva essersi arreso, perché era da circa due giorni che il mio cellulare aveva smesso di impazzire.

Se ci teneva davvero tanto a parlare con me e a spiegarsi, avrebbe potuto suonare il campanello. Eravamo vicini di casa. Ma evidentemente la cosa per lui non era importante. Io non ero importante.

Quando quella sera ero ritornata a casa dal 'Moonlight', ero corsa direttamente nella mia stanza senza dar retta a nessuno. E, ovviamente, la mia famiglia aveva capito che c'era qualcosa che non andava ancora prima che lo capissi io.

Ero stata quasi tutta la sera china sul mio quadernino, a scribacchiare furiosamente un numero infinito di poesie che iniziavano tutte con frasi del tipo:

Tu, Aiden Wilson, sei
Un grandissimo,
Immenso,
Totale,
Pezzo di merda.

Quando alla fine mia madre mi aveva avvisata che la cena era pronta e io le avevo risposto di non avere fame, qualsiasi dubbio fosse venuto alla mia famiglia riguardo il mio stato emotivo era di colpo sparito.

E poi avevano cominciato.

La prima era stata Piper. Aveva fatto scivolare sotto la fessura della mia porta uno dei suoi disegni che preferivo. Raffigurava il volto di tutti noi, racchiusi all'interno di un grande cuore, la cui punta si estendeva andando a formare la parola 'AMORE'. "Puoi tenerlo," mi aveva sussurrato, e poi avevo sentito i suoi passi allontanarsi.

Poi era stata la volta di Jason, Mark e Lysa. Si erano precipitati correndo nella mia stanza e poi si erano di colpo arrestati di fronte al mio letto con le manine dietro la schiena. A turno, mi avevano allungato quelli che sapevo essere i loro giocattoli preferiti: una macchinina per Jason, un trenino di legno per Mark e un peluche a forma di pony per Lysa. Io avevo sorriso debolmente e li avevo ringraziati, sapendo che se non li avessi accettati li avrei offesi profondamente.

Cody, invece, si era steso con me sul letto e si era messo a blaterare su un nuovo progetto a cui stava lavorando, visto che sapeva bene quanto mi piacesse conoscere in anticipo quale invenzione strampalata si sarebbe inventato la prossima volta. In quel caso si trattava di un forno a microonde che suonava una canzone dei Rolling Stones per avvertirti quando il cibo era pronto. Quella parte mi fece persino emettere una debole risatina.

Chris si era presentato nella mia stanza vestito in modo assurdo, con un cappellino da elfo calato sulla testa. Poi aveva messo in atto una piccola scenetta in cui recitava la mia parte preferita de 'Il Signore degli Anelli', in chiave comica. A quel punto ero scoppiata a ridere fino a farmi lacrimare gli occhi.

In seguito, qualcuno doveva aver portato Oliver in braccio fino alla mia stanza, perché era entrato gattonando e mi aveva lanciato addosso il suo giochino a sonagli. Dopo un po' era tornato indietro, ma non prima di avermi detto: "Pupù!"

Ormai era una tradizione per la nostra famiglia. Ogni qualvolta qualcuno di noi era giù di morale, ognuno escogitava qualcosa per cercare di risollevargli l'umore.

Different Kinds Of LoveWhere stories live. Discover now