Capitolo 9 - Blind Anger

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Mavis

"Io non lo farei."

Mi voltai di scatto e il mio sguardo si posò su un ragazzo, che stava poggiato sul muretto adiacente alle scale con le mani affondate nelle tasche dei jeans. Non l'avevo notato prima, la maglietta rossa che indossava sembrava quasi confondersi tra i mattoni del muretto.

Aveva dei ricci capelli nero corvino e indossava degli occhiali con delle lenti talmente spesse, che facevano sembrare i suoi occhi marroni due palline da golf. Era mingherlino, non molto alto e teneva le spalle leggermente curve.

Aggrottai la fronte, fissandolo confusa. "Che intendi dire?"

Lui sospirò e si avvicinò a me. "Li vedi quelli?" Indicò col dito verso l'entrata della scuola. Guardai in quella direzione e, attraverso i vetri, notai due figure camminare avanti e indietro per l'atrio.

Feci 'sì' con la testa. "Sono i sorveglianti. Se ti beccano ad entrare a scuola fuori orario ti sbattono in detenzione senza pensarci due volte. Non gli interessa chi tu sia," fece spallucce, spostando il suo sguardo su di me. "Ho pensato che non ti sarebbe piaciuto finire in punizione il tuo primo giorno di scuola, novellina."

"E tu come fai a sapere che sono nuova?"

Ridacchiò, guardandomi con sufficienza. "Conosco ogni singolo studente di questa scuola, anche se la maggior parte non conosce me. Non esiste nascondiglio, segreto o novità di cui io non sia a conoscenza. Sapevo che oggi sarebbe arrivato un nuovo studente e non è stato difficile fare due più due, avevi l'aria più sperduta di un cucciolo smarrito."

Alzai gli occhi al cielo. "Quindi cosa sei? Una specie di 'Gossip Boy' della Rockwood High?" Chiesi sarcastica, incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio.

Lui scoppiò a ridere. "Mi piaci, novellina. Comunque sì, se vuoi metterla in questo modo. Solo che a differenza sua, io non spiattello i segreti degli altri su uno stupido blog per femminucce. A meno che, certo, non abbia bisogno di qualche piccolo favore."

Lo guardai indignata. "In pratica ricatti le persone?"

"Non sono così terribile come sembra. Non vado mica in giro a chiedere alla gente di commettere degli omicidi per me. Ma se magari un giorno dovessi dimenticare i soldi per il pranzo, saprei come fare per ricevere del cibo gratis. E se per caso dovessi ritrovarmi di fronte una novellina diretta verso morte certa, saprei come fare per salvarle il primo giorno di scuola." Mi rispose, sistemando gli occhiali che gli erano scivolati lungo il naso.

Strinsi la cinghia dello zaino e guardai l'ora. Merda, era tardissimo. Avrei dovuto fidarmi di un ragazzo che avevo conosciuto nemmeno due minuti fa, oppure rischiare di perdermi la prima lezione nella nuova scuola?

Sospirai. "D'accordo, sentiamo il tuo piano geniale..."

"Elliott Cooper." Completò prontamente, porgendomi la mano.

Gliela strinsi. "Piacere Elliott Cooper, io sono-"

"Mavis Parker, lo so." Mi fece un sorrisetto insolente e io lo guardai male. Lui alzò le mani in segno di resa e fece un passetto all'indietro. "Seguimi, conosco un'entrata secondaria da cui possiamo passare."

Ormai rassegnata, lo seguii nel retro della scuola finché non lo vidi fermarsi davanti una grossa porta di ferro circondata da diversi rampicanti. Un'insopportabile puzza di marcio mi arrivò alle narici. "Cosa diavolo è quest'odore?" Chiesi, sventolando una mano davanti al naso.

Elliott annusò l'aria. "Penso sia il polpettone della scorsa settimana misto ai cadaveri degli alunni che non entrano in orario a scuola." Mi rispose, inginocchiandosi e trafficando con la mano sotto il cassonetto da cui proveniva la puzza.

Different Kinds Of LoveWhere stories live. Discover now