Capitolo 2 -Lupo e leone-

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La chiamata dal fronte non tardò ad arrivare, sembrava che il nemico fosse in fermento e ormai solo la piccola area della cittadina di Irdia resisteva, assieme ad un sottile lembo di terreno al confine tra Nirel e Baillor. La popolazione che si era rifugiata nella fortezza, tremava ad ogni notizia che giungeva dal fronte, ormai sempre più vicino. La fame si faceva sentire, si era resa necessaria un'azione decisiva. Il contingente in riposo a Kimia si preparò a partire.

Il silenzio nella base, mentre ognuno preparava il suo leggero bagaglio, si poteva tagliare con un coltello. Non vi erano più risate per i corridoi, né uomini nel salottino intenti a giocare a carte o a bere. Farkas stava tentando di chiudere una borsa che era evidentemente troppo piena.

-Non avrai mica solo pugnali lì dentro, vero?- chiese Awryn divertita.

-Forse- rispose lei col broncio.

Sellarono i cavalli e all'alba erano tutti schierati, pronti a intraprendere il viaggio verso nord. Avrebbero costeggiato il Grande Fiume, fino alla sua foce nelle limpide acque del lago di Throk, per poi proseguire verso i monti Phev.

Il contingente quindi si mosse: una colonna di scudi e spade, di volti determinati e seri. Cinquanta di loro partirono ed altri settemila circa ne avrebbero trovati ad attenderli. A tarda notte arrivarono alle pendici della catena montuosa e dovettero accamparsi. Non vi furono però canti, né bevute, tutto rimase silente e una tacita concentrazione sembrava pervadere l'attendamento. Solo Onji pareva rilassato e aveva un sorriso beota dipinto sulle labbra.

-Capitano ha già qualche brillante idea sul da farsi?- lo sbeffeggiò il balestriere Aner, tirando una gomitata a Syas.

-Ho sempre idee sul da farsi sergente- replicò Onji allargando ancora di più il suo sorriso.

Era evidente, dallo sguardo che Syas rivolse ad Aner, che sarebbe stato meglio che questi non rispondesse, ma Aner sembrava sinceramente divertito dalla situazione.

-E naturalmente queste idee sono arrivate dal fronte? O è la sua illustre persona ad averle così ingegnosamente partorite?- proseguì. Onji però sembrò non cogliere la mal celata allusione alle sue scarse doti intellettive e non rispose.

La nottata era fresca e serena, eccetto che per qualche nuvola che di tanto in tanto proiettava la sua ombra a terra, oscurando temporaneamente la luna. Awryn guardava le stelle nel tentativo di rilassarsi. Troppo tempo era passato dall'ultima volta che aveva retto l'impeto di una battaglia. Ogni suo muscolo era teso e pronto a scattare, ma cercava di mascherarlo tenendo lo sguardo fisso nel cielo.

-Nervosa?- le chiese Okksel sedendosi affianco a lei.

-Come hai...?- iniziò la ragazza.

-Perché non ti sei mossa da quando hai finito di sistemare le tende- rispose lui.
Awryn era sorpresa: Okksel era quello, del gruppo che le aveva presentato Farkas, con cui aveva legato meno. Era un ragazzino taciturno e schivo, a tratti freddo. Se in tutti gli altri si percepiva una sottile agitazione quella sera, lui sembrava padrone di sé stesso, come se nulla potesse scalfire il suo solito distacco.

-Resta concentrata ma rilassata, è un grosso errore farsi prendere dall'ansia- aggiunse lui con un cenno d'intesa.

Il giorno dopo ripresero il viaggio. Il paesaggio mutò rapidamente mano a mano che si avvicinarono ai monti. Il loro profilo scuro si ergeva imponente quasi a schiacciare coloro i quali si addentravano negli impervi sentieri attorcigliati alle loro pendici.
L'erba non era più verde, era secca, come se qualcosa avesse fermato la sua crescita, bloccandola in uno stato di sonno perenne. Il vento diventava sempre più freddo e il cielo sempre più grigio. Oltrepassarono lentamente uno stretto crepaccio, mentre sottili gocce di pioggia tagliavano i loro visi.

[COMPLETA] L'era del Caos -La corruzione degli uomini-Where stories live. Discover now