Capitolo 11 -Occhi aperti-

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Com'era possibile? Avevano ripreso Catyra, Lydartan era insorta... cosa stava succedendo? Gorn non si capacitava di quanto gli avevano riferito. Le sue mani tremavano mentre le nocche sbiancavano. Cosa diavolo avevano i Tarkir più di lui? Egli era più potente nelle armi, lo sapeva bene. Aveva la fedeltà assoluta e cieca del burattinaio, non che un vantaggio iniziale non indifferente. Eppure in pochi mesi l'aveva perso, le sue armi erano parse inutili e le sue creature si erano fatte macellare senza riuscire a portargli alcun risultato. Certo la situazione di Lydartan ora non era ingestibile, ma sarebbe servito un dispiegamento di forze superiori a quelle che Gorn aveva preventivato. I Chrob erano stati bloccati: qualcuno o qualcosa aveva invertito la loro canalizzazione. Chi mai poteva avere dei poteri simili? No, non poteva essere, solo lui era tanto potente, nessun altro avrebbe potuto.

Il despota si portò una mano alla bocca. Se ci fosse stato? Qualcuno con un potere simile forse poteva essere una minaccia. Se esistesse, dovrei sottrarglielo. Nessuno può sfidarmi, nessuno può avere la forza oltre me. Spezzerò il suo collo con le mie stesse mani.

In quel momento un ricordo balenò tra le nebbie della sua infanzia: una bambina dai capelli castani che correva via dopo averlo scoperto. Una bambina aveva levato una mano sul corpo semicosciente del gatto che lui aveva picchiato. Ella aveva sussurrato qualcosa e il gatto si era ripreso.

Gorn sgranò gli occhi. Rhielorm. Sapeva che quella ragazza aveva delle capacità curative. Chi altri se non lei avrebbe potuto invertire il flusso di corruzione? Una cura l'avrebbe fermato. Una malattia fermerà te, piccola Rhirm. Te e chiunque tu stia aiutando. Non potrai fidarti più di nessuno, perché vedrai di ognuno due facce.

Gorn sorrise amaramente, distendendo le rughe che solcavano il suo giovane volto.

-Ebbene uomini: hanno osato opporsi, hanno osato sottrarci ciò che è nostro. Chi sono costoro? Da dove vengono? Pensano forse di avere qualcosa in più delle oneste e pure genti dell'Ovest? Tutto ciò che hanno è stato sottratto a noi, è giunto il momento di riprenderlo! Voglio che Lydartan sia cancellata per sempre dalle terre di Dror. Non una sola anima che ci ha tradito deve essere risparmiata! Voglio che Telar batta Catyra: gli uomini dell'Est non meritano altra tomba se non il suo fango! Trascineremo i loro volti al di sotto dei bassi istinti che li guidano!- dichiarò con foga.

Le truppe davanti a lui serrarono i ranghi e marciarono in una corta parata militare, salutando il loro generale. Gorn si leccò il labbro superiore. Forse potremmo ancora sfondare le loro linee a sud. Ma devo corromperli, non c'è altro da fare. Cosa può corrompere il cuore e l'animo di un uomo meglio delle grazie di una donna? Ben poche cose. È giunto il momento che le mie odalische facciano compagnia ai Tarkir. I loro talami saranno lapidi e i loro istinti la loro rovina.

***

Syas storceva il naso, l'idea non gli piaceva molto. Non che Noume non gli mancasse, ma temeva cosa sarebbe accaduto in sua assenza sul campo di battaglia. Tuttavia restava la sola cosa da fare, chiedere aiuto. Il giovane strinse le cinghie del bagaglio, assicurandolo con cura alla sella. Poi si volse a Rhyg che lo guardava indifferente. Syas non si fidava molto quell'uomo: benché tutte le volte che ci aveva parlato avevano convenuto su molti aspetti della loro concezione del conflitto, c'era qualcosa nella freddezza del colonnello che non lo convinceva del tutto.

-Vado, non c'è un minuto da perdere- disse mestamente. Rhyg assentì, ma rimase in silenzio.

Syas lo guardò ancora in cagnesco, poi fece spallucce e montò in sella. Mosse un gesto di saluto e spronò il cavallo verso i dolci pendii delle colline al confine tra Catyra e Yeser.

Cavalcò per ore, senza fermarsi. Giungere a Niraen e chiedere il permesso al Consiglio, questo era il primo passo da fare. Certo non aveva mai pensato in vita sua che avrebbe mai chiesto un'udienza, ma ora poco importava. Il sole era calato e il cielo si era quasi completamente oscurato quando infine si fermò. Osservò il profilo sinuoso delle alture. Gli era stato raccontato che non erano monti naturali, erano 'specchie': zone dove massi di grandi dimensioni erano stati accumulati da popolazioni antiche, probabilmente per qualche rito tribale. A Noume non c'era nulla di simile, eppure quei poggi avevano un'aura strana: se ne sentiva attratto come dalle montagne scavate dal vento della terra natia.

[COMPLETA] L'era del Caos -La corruzione degli uomini-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora