Capitolo 23 -Scegliere di restare-

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 -Parlo a voi, che siete un popolo di fieri guerrieri e che avete dimostrato tutto il vostro coraggio, la vostra voglia di libertà. Parlo a voi che siete nel giusto e mi avete accolto come guida e fratello. Parlo ai vostri cuori che mi hanno supportato anche se figlio dell'Est. Così come allora scopriste che ero diverso, oggi io rivelo a voi la mia vera natura. No, Gorn di Tai'ir non è un semplice uomo, non nacqui per capriccio dei miei genitori. Nulla in questo mondo accade per caso, ed io venni alla luce perché prescelto per guidare voi verso la libertà. Il mio aspetto non deve spaventarvi, riflette solo la mia rabbia verso un governo ingiusto, verso un potere che vi schiaccia, verso un popolo che vi deruba. Dov'è la giustizia di Dror? Io qui, al vostro cospetto, m'inginocchio e chiedo perdono per quello che il Consiglio sta perpetrando sulle vostre spalle. Vi giuro, che il Caos mi sia testimone, che difenderò con tutte le mie forze il popolo Sunek.-

Gorn riprese fiato. Aveva pronunciato quelle parole davanti a tutti i civili convocati ad Herod dai quattro territori. Gorn gli era apparso seminudo, coperto da un panno solo alla vita. I suoi muscoli rilucevano nella luce grigia, cosparsi d'olio. Le sue ali erano dispiegate al vento e le serpi del suo braccio soffiavano e vibravano minacciose più che mai.

-Quando da ragazzo scoprii la mia diversità, capii che avevo una missione, che dovevo diventare una sorta di paladino della giustizia. Questo mi ha portato molti nemici, ma ho visto qualcosa in voi Sunek di simile alla mia sorte. Derisi, infiacchiti e rabboniti, incolpati di crimini che non avete mai commesso, avevate bisogno di un aiuto e io sono accorso. Ho temuto che rivelarvi la mia vera forma avrebbe potuto spaventarvi, ma ora non c'è altro che io possa fare per difendervi, se non scendere in campo io stesso. Le truppe dell'Est sono decimate, nonostante con la distruzione di Rellang ci abbiano inferto un duro colpo. Tuttavia rinforzi sono stati inviati da Noume, un paese che aveva stretto un patto di pace con Dror. Ebbene non siamo noi forse cittadini di Dror più degli stessi Tarkir? Noi abitavamo queste lande da ben prima che gli uomini dell'Est portassero qui la guerra!- un'ovazione generale si levò dal pubblico. –Dunque hanno attaccato il popolo col quale avevano stretto alleanza e per questo anche loro saranno puniti! Ora, miei fieri Sunek, è giunto il momento di schiacciare questi infimi invasori, ora è giunto il momento di combattere, di distruggerli per purificare questa terra dalla loro feccia immonda!-

***

-Sono loro!- urlò Moem. –Aiutateli ad attraccare!-

Awryn lasciò cadere le bisacce che aveva in mano e si voltò: davanti a lei, la piccola imbarcazione si avvicinava con lentezza, a colpi di remi. –Uriel- mormorò, per poi iniziare a correre. L'acqua del Mosek era gelida sulle caviglie, ma Awryn non se ne curò. Entrò nel fiume, bagnandosi fino alla cintola, afferrò le corde che venivano lanciate dai soldati in alto e il suo sguardo incrociò quello di chi le aveva tirato la fune. Awryn aprì la bocca e non riuscì a proferir parola: chiunque fosse era completamente ustionato. A quel punto le sue orecchie colsero gemiti e lamenti provenire dall'interno della nave. –Presto, sono feriti!- gridò, mentre tirava con tutte le sue forze.

Quando la barca fu messa in secca, una scala fu calata dalla falchetta. Fu Awryn a salire, ordinando a chi era a bordo di non muoversi. I suoi occhi riconobbero Aner, uno dei pochi privi di ustioni. Ma Aner stringeva qualcuno fra le braccia e piangeva senza sosta. Awryn si avvicinò ed aprì il telo, riconoscendo il volto cereo di Farkas. I suoi occhi erano lucidi e le labbra livide.

-Ho freddo... ho tanto freddo- ripeteva in un sussurro. Awryn le scoprì la pancia, rivelando una ferita profonda e un bagno di sangue. –Rhielorm!- chiamò, mentre già le lacrime le pizzicavano gli occhi. Awryn premette sulla ferita, con mani tremanti e battiti impazziti. In quel momento ogni pensiero divenne fumoso, c'era solo Farkas che stava morendo davanti a lei. Farkas che l'aveva accolta come un'amica, che le aveva risollevato il morale e l'aveva fatta ridere, che l'aveva salvata, nonostante fosse una ragazzina. Rhielorm si chinò al suo fianco, Awryn la guardò. La mistica iniziò ad armeggiare con le vesti della ragazza, ma sembrava distante, come se stesse ripetendo una serie di gesti meccanici privi di enfasi. -La lascio nelle tue mani Rhirm, salvala!- le disse Awryn.

[COMPLETA] L'era del Caos -La corruzione degli uomini-Where stories live. Discover now