Capitolo 31

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  Isabella sapeva tutto sul dolore emotivo. Diamine, lei era praticamente la sua definizione. Sapeva tutto, e tutto quello che ne veniva di conseguenza. Shock, vuoto, solitudine, malinconia, disperazione, e impotenza. Non era niente di nuovo per lei, ma non importava quante volte l'avesse sperimentato, il dolore emotivo, aveva ancora lo stesso effetto, niente di più e niente di meno.

Aveva provato quel dolore molte altre volte prima. Tuttavia, non era mai arrivato al punto che il dolore emotivo le causava anche dolore fisico. La sua intera vita era crollata senza Harry Styles. La testa e il cuore le facevano male costantemente, i suoi muscoli erano doloranti, e la sua pelle era infiammata per la doccia bollente che aveva fatto la mattina dopo che Harry l'aveva fatta a pezzi ancora un volta. Rimase seduta sotto quella doccia per quelle che parvero ore, strofinando la pelle per liberarla da tutto ciò che potesse essere stato toccato da lui, strofinandola fin quando non fu arrossata e infiammata.

Ma non importava con quanta forza e per quanto tempo strofinasse, riusciva ancora a sentire il suo tocco persistente, adesso la bruciante sensazione era mescolata con la sua pelle infiammata.

Il gelido pavimento di legno della sua camera raffreddò la sua pelle e si stese lì avvolta in nient'alto che un asciugamano. Alzò lo sguardo verso il materasso dove Harry le aveva confessato il suo amore e l'aveva fatta sua, e pensò a come non avrebbe più avuto il coraggio di dormire di nuovo lì.

Per quanto volesse distendersi lì e annegare nella propria tristezza, riusciva a sentire il pianto sommesso di sua zia echeggiare attraverso la piccola casa. Bella faticò ad alzarsi da terra, poi indossò distrattamente qualche vestito prima di recarsi nella stanza di zia Kelly con un kit di pronto soccorso in mano.

Una volta che ebbe ripulito di nuovo sua zia, Bella iniziò a pensare a come sarà il suo futuro. Aveva pensato di dimenticare Harry e cominciare un nuovo inizio. Bella sapeva che molte persone, sia ragazzi che ragazze, la invidiavano a scuola, quindi farsi nuovi amici non sembrava essere molto difficile. Poteva farsi alcuni nuovi amici, ottenere di nuovo voti alti, forse trovare un lavoro, e ricominciare tutto.

Dopo essersi presa cura di zia Kelly, tornò in camera sua e si accasciò sulla sedia posta vicino alla finestra. Si guardò intorno nella stanza, chiedendosi cosa potesse fare per estraniarsi dall'inferno che stava diventando la sua vita. Mentre setacciava la stanza con lo sguardo, questo si posò su qualcosa che aveva attirato la sua attenzione. Sul suo comodino giaceva la lettera blu che aveva dato ad Harry la notte prima. Lui l'aveva letta e portata con se quando era venuto.

Che cosa significava? Non significava nulla? Quella lettera era stata rispedita indietro come una sorta di chiusura? Non fu una sorpresa per Bella che molte domande senza risposta si fecero strada nella sua mente.

Aprì la lettera e osservò nuovamente quello che aveva scritto. Era in perfetto stato tranne che per la piega al centro dove lei l'aveva piegata e alcune macchie di inchiostro dove le sue lacrime si era posate accidentalmente sul foglio. Oltre questo, non c'era nulla che non andasse nella lettera. Non c'era nulla di diverso, fatta eccezione per una parola sul fondo del foglio che era stata scritta dall'unica persona che aveva ricevuto la lettera.

'Aspetta.'

Fu in quel momento che Bella si rese conto che senza Harry nel suo futuro, lei non aveva più un futuro.

_______

I corridoi della scuola erano animati da grida, risate, e semplici conversazioni. Ma tutto quello che Harry riusciva a sentire era la sottile voce di Bella nella sua testa.

'Cosa mi stai facendo?'

'Tutto questo mi sta uccidendo.'

'Ho bisogno di te.'

'Ti amo, Harry. Ti amo tantissimo.'

'Non te ne andare.'
La sua supplica disarmante echeggiava nella sua testa da quando l'aveva lasciata. Avrebbe voluto che non dovesse essere così. Le voleva dire tutto, che stava facendo tutto questo per proteggerla. Voleva dirle che non se ne era mai andato davvero.

Ma il volto di Drake lampeggiò nella sua mente, afferrando Harry alla gola, proprio come due settimane prima, sputandogli in faccia le parole che fecero crollare il suo mondo.

"Hai commesso un errore. E adesso la tua ragazza ne pagherà le conseguenze."

Le mani di Harry si chiusero a pungo tra i capelli in un moto di rabbia e disperazione mentre aspettava dietro l'albero per la quinta volta quella settimana, aspettando che Bella passasse e si incamminasse a scuola. Ma, per la quinta volta quella settimana, lei non si fece vedere.

"Oggi è venuta?"

La testa di Harry scattò in direzione di Louis. Si stava dirigendo verso di lui con un bicchiere di caffè e un sacchetto in mano porgendolo poi ad Harry quando lo raggiunse. Harry accettò il caffè, ma declinò l'offerta del sacchetto col cibo.

"Amico, devi mangiare." Lo supplicò Louis, allungando nuovamente il cibo nella sua direzione.

"Non devo fare un cazzo." Scattò Harry.

Il caffè gli bruciò la gola quando ne buttò giù un bel sorso. Non riusciva a sopportare gran che da un paio di giorni, ma la caffeina era una necessità, perché Harry aveva passato così tante notti sveglio, chiedendosi cosa stesse sognando Bella, o se riuscisse a sognare.

"Come pensi di avere energie sufficienti?" Chiese Louis, "E se Drake arrivasse mentre Bella è qui?"

Harry emise un ringhio di frustrazione, ma non esitò un secondo di più a prendere il sacchetto dalle sue mani e addentare la ciambella calda. Harry la mandò giù con un po' di caffè e avvertì un po' di sollievo attraversarlo. Ma così come velocemente era arrivato, così se ne andò quando la sua mente tornò alla realtà.

"Non è venuta per tutta la settimana." Dichiarò semplicemente Harry. Louis notò la stanchezza e la disperazione nei suoi occhi.

"Lei sta bene, amico. L'hai controllata stamattina, giusto?" Continuò Louis dopo che Harry ebbe annuito. "E' solo di pessimo umore, e non la biasimo."

Harry aveva già finito la sua ciambella, e posò il caffè sull'erba mentre si accasciava lungo il tronco dell'albero. Seppellì il volto tra le mani e si strofinò gli occhi stanchi. Louis si accovacciò e si sedette vicino a lui sull'erba.

"Ogni notte attraverso quella finestra, la guardo piangersi addosso per la stanchezza." mormorò Harry, udibile a stento . "E ogni mattina, appare sempre più debole. Sempre più spenta."

Louis esitò prima di mettere la mano sulla spalla di Harry in segno di conforto. Di solito quando Louis mostrava qualche segno di affetto nei confronti di Harry, lui indietreggiava o si irrigidiva. Ma questa volta non mosse un muscolo. In quel momento Louis si rese conto che anche Harry stava diventando sempre più debole.

"Quando Zayn è di turno," continuò Harry, "dice che Bella non si agita più o urla mentre dorme. E' semplicemente immobile."

"Beh, è una buona cosa, no?" Chiese Louis speranzoso, stringendo la spalla di Harry. Il suo viso si ammorbidì quando vide Harry scuotere la testa.

"Liam glielo ha chiesto. Sta avendo ancora incubi, Lou. Adesso è solo troppo stanca per fare qualcosa al riguardo." Louis riuscì a sentire la sua voce spezzarsi.

Il suo cuore sprofondò al pensiero di Bella che diventava lentamente sempre più spenta. Non l'aveva vista per una settimana, e non riusciva ad immaginare come potesse apparire adesso.

Si avvicinò cautamente ad Harry, ma prima che potesse sistemarsi, Harry seppellì il viso nel petto di Louis. L'azione improvvisa lo sorprese, perché Harry non aveva mai mostrato alcun affetto per nessuno tranne che nei confronti di Bella. Ma presto , le bracci di Louis si avvolsero attorno al corpo di Harry.

"Posso chiederti una cosa, Harry?" Tentò Louis.

"Si." Rispose semplicemente Harry.

"Perché lo stai facendo?"

La testa di Harry guizzò via dal suo petto, fulminandolo. Louis vide le sua guance arrossate e gli occhi appannati, ma non aveva pianto. Adesso, mentre il volto di Harry diventava sempre più rosso, si rese conto che forse stava oltrepassando il limite.

Harry aveva parlato a Louis del suo incontro con Drake mentre era in America qualche giorno dopo il suo ritorno. Louis era stato così turbato dal suo arrivo ritardato e aveva chiesto spiegazioni, lui era rimato lì a guardare Bella quando aveva ricevuto la notizia e non Harry. Dopo pochi minuti di interrogatorio, Louis finalmente era riuscivo a cavar fuori le informazioni da Harry, anche se risparmiandogli alcuni dettagli. Ma tutto sommato, Louis ottenne abbastanza. Lui stava davvero cercando di proteggerla.

"Lo sai perché." Grugnì Harry a denti stretti.

"Lo so che è per la protezione di Bella, lo capisco. Ma perché devi stare lontano da lei? Non stai torturando solo lei ma anche te stesso."

L'espressione di Harry si ammorbidì un po'.

"Se Drake vede che non sono con lei, allora la lascerà in pace."

"Come fai ad esserne così sicuro?" Domandò Louis. "E' un ragazzo intelligente. Pensi davvero che crederà che subito dopo che ha minacciato la sua sicurezza, tu rompa con lei perché semplicemente 'non funziona'?"

Harry aprì la bocca per rispondere, ma quando le parole non gli uscirono, la richiuse. Ripetè l'azione altre due volte prima di biascicare qualche parola appena comprensibile.

"Ha funzionato fin'ora."

"Si, ma-" Ma Louis si spense non appena si rese conto che non lo avrebbe convinto. Quando si trattava di Bella, non lo ostacolava nessuno. "Okay. Pensavo solo che invece di proteggerla da lontano, potresti essere al suo fianco. Non ti suona molto più invitante?"

Harry chiuse gli occhi, ricordando la sensazione delle sue braccia avvolte intorno a lei e il calore che i suoi lievi respiri davano al suo petto. Gli mancava così tanto. Quando aprì gli occhi, Louis era in piedi e andò via dopo aver detto quattro parole che mandarono in subbuglio la mente di Harry.

"Tu non devi soffrire."

_______

Bella aveva pianto per tutta la settimana. Era come se la diga che si era rotta giorni fa non si fosse ancora riparata, né lo sarebbe mai stata. Ma quando si svegliò nel tardo pomeriggio, aveva i pugni serrati, la testa che pulsava, e un preciso sentimento che non avvertiva da molto tempo che le attraversò impetuoso le vene come l'iniezione di una droga.

Rabbia.

Era distesa sul divano, stringendo il foglio sottile tra le mani mentre cercava di regolare il respiro, ma non riusciva a scrollarsi la rabbia di dosso. Era stata nascosta dietro tutta la tristezza e le lacrime che aveva versato durante la scorsa settimana, e alla fine si era liberata.

Nel breve lasso di tempo che era stata a Brighton, era stata picchiata, maltrattata, trascurata e abbandonata, e tutto quello che le era rimasto era la furia e il risentimento che le bruciavano dentro. Avvertì una nuova ondata di adrenalina travolgerla, e sentiva come se qualunque cosa avesse attraversato il suo cammino in quel momento sarebbe stata facile da distruggere. Aveva un disperato bisogno di colpire qualcosa, la sua rabbia le stava solo chiedendo di essere liberata.

Improvvisamente, era sul divano, gettando tutti i cuscini, coperte e guanciali per la stanza in un moto di rabbia. Gemiti e grugniti fuoriuscivano dalla sua bocca mentre strappava il lenzuolo con cui aveva dormito, strappandolo proprio al centro. Qualche minuto dopo, il soggiorno era un caos di cuscini e lenzuola, ma ancora non era soddisfatta.

Stava giusto per afferrare il bong di zia Kelly dalla mensola, pronta per farlo a pezzi, quando sentì una voce sottile dietro di lei.

"Isabella?"

Scattò nella direzione della voce trovando Harry in piedi a pochi metri di distanza osservando la scena che gli si prospettava davanti. Aveva un espressione di panico e agitazione dipinta in volto, aspettandosi di vedere Bella nascosta in un angolo buio con le lacrime agli occhi. Nemmeno in un milione di anni si sarebbe aspettato di vederla così.

In quel momento si rese conto del danno che aveva fatto.

"Che ci fai qui?"

Il modo in cui lei scattò verso di lui gli fece fare alcuni passi indietro per la sorpresa. Non aveva mai sentito la sua voce così fredda e distante, anche nel suo stato d'animo più depresso.

"Io- la porta...ho sentito dei rumori così io...erm..."

"Quindi?" Sputò.

Harry sentì come se si stesse rimpicciolendo mentre indietreggiava sotto il suo sguardo di pietra. Era strano come si sentisse inferiore rispetto a lei in quel momento.

"Io...sono venuto a trovarti." Disse in un sussurro.

Fu in quel momento che Bella scattò davvero.

"Perché?! Così da poter svuotare di nuovo il tuo sperma dentro di me?! Così che puoi venire da me tutto dolce e amorevole...Oh angelo, oh piccola, ti amo Isabella, aspettami Isabella, fai questo Isabella, fai questo Isabella, non posso dirti nulla Isabella. Col cazzo!"

Harry si limitò a fissarla scioccato, la sua mascella praticamente toccava terra e i suoi occhi verdi erano spalancati. Non riusciva a formare un pensiero coerente oltre al fatto che praticamente riusciva a vedere il fumo uscire dalle sue orecchie. L'aveva fatto davvero. L'aveva spinta troppo oltre.

"Qualunque gioco tu stia giocando, Harry, è finita. Sono stanca e ne ho abbastanza."

Il suo battito aumentò di dieci volte la velocità normale alle ultime due parole che fuoriuscirono dalla sua bocca. 'ne ho abbastanza.'

"Co-cosa, cosa vuol dire che ne hai abbastanza?" Mormorò Harry ansiosamente, impaurito su quello che stava per uscire dalla sua bocca.

"Stufa. S-T-U-F-A. Di me e te. Abbiamo chiuso."

Prima che lui potesse aggiungere un'altra parola, Bella si precipitò nella sua stanza, i suoi passi pesanti rimbombarono attraverso l'ambiente domestico, lasciando Harry lì in piedi sorpreso e spaventato. Tutto quello che voleva fare, tutto quello che aveva bisogno di fare, era proteggerla. Era stato il suo piano fin dall'inizio. Una volta che Drake e la Mafia non sarebbero stati più una minaccia, le cose sarebbero potute tornare come prima. Ma in qualche modo, si era incasinato tutto, ed Harry non riusciva a trovare nessun altro da incolpare se non se stesso.

Alcuni secondi dopo, Harry udì nuovamente dei passi provenire dal corridoio. Sperò e pregò che stesse tornando per scusarsi, o semplicemente che corresse nelle sue braccia e lo baciasse, ma sembrava come se Dio non lo ascoltasse mai quando Harry aveva bisogno di lui. Il volto di Bella era ancora arrossato da rabbia e furia, e stava portando una pila di cose che gettò nella direzione di Harry. Solo quando abbassò lo sguardo si accorse che erano i suoi regali di Natale.

"Se non sei fuori da questa casa entro 60 secondi chiamerò la polizia."

Harry trasalì quando sentì la porta sbattere lungo il corridoio, e si accovacciò a raccogliere tutti i regali di Natale tra le mani prima di dirigersi alla porta.

Louis osservava dalla veranda di Harry e Bella guardava dalla sua finestra mentre Harry camminava lungo il marciapiede con tutti i pacchi in mano, e tutti gli occhi si riempirono di tristezza. Non appena le ginocchia di Harry cedettero e lui collassò a terra, Louis si precipitò al suo fianco e guardò verso lui per chiedergli cosa fosse successo. Quando si rese conto che stava piangendo, decise che era meglio tenere la bocca chiusa per il momento.

Invece, Louis lo aiutò a raccogliere tutti i pacchetti prima di tornare a casa di Harry, Bella guardò per tutto il tempo. Un pensiero la tormentava.

'Cosa ho fatto?'

Prima che la sua testa potesse ricollegarsi con le sue azioni, afferrò il BlackBerry dal comodino e cercò tra i contatti l'unica persona da cui potesse andare in quel momento.

"Bella...?" La voce di Louise trillò dal telefono al quarto squillo, e sembrò sorpresa che Bella avesse chiamato lei.

"Lou. Ho bisogno di uscire. Ho bisogno di fare qualcosa. Qualunque cosa. Ti prego aiutami."

Ci fu una lunga pausa dall'altra linea. Bella riusciva ancora a sentire il respiro di Lou attraverso il telefono, segnalando che era ancora in linea, stava semplicemente pensando. Bella stava per riattaccare ma udì nuovamente la voce sicura di Lou.

"Sii pronta per le 10 stasera. E metti qualcosa di carino."

_______

Bella era già ubriaca prima che Lou arrivasse. Aveva stappato una delle bottiglie di tequila di zia Kelly, non che fosse difficile, e ne aveva preso un paio di sorsi. Un paio si trasformarono in ancora e ancora diventando tantissimi in poco tempo, e Bella era pronta per il party. Lou uscì per aiutare Bella mentre barcollava verso la macchina.

"Woah, ragazza. Sembra che tu ti sia ubriacata prima della festa." Ridacchiò Lou.

"Ho portato un po' di roba." Gridò follemente Bella, alzando la bottiglia già mezza vuota di tequila. Bella tentò di stappare il tappo mentre camminava ma questa le venne immediatamente strappata via, e mise il broncio a Lou.

"La terrò io finchè non arriveremo. Non c'è bisogno che ti addormenti prima che abbiamo raggiunto la macchina." Scherzò lei.

"Ehi ridammela!" Disse Bella increspando le labbra, ma anche lei si accorse dell'ilarità di quel momento.

"Te la do se mi dici quante dita sono." Disse Lou mentre alzava scherzosamente il dito medio davanti alla faccia di Bella.

"Sei."

"Porca miseria, donna."

Lou lottò per aiutare Bella ad entrare in macchina mentre rideva per quanto era ridicolamente ubriaca Bella, mentre Bella rideva semplicemente per qualunque cosa attraversasse il suo cammino.

Ci volevano solo venti minuti per arrivare alla festa, ma con le numerose fermate che dovettero fare, se Bella doveva fare pipì o se aveva sete, o se aveva semplicemente bisogno di aria fresca, ci vollero buoni quarantacinque minuti affinchè arrivassero. E allora, il party era in pieno svolgimento, e il ragazzo era pronto per Bella.

Subito entrambe iniziarono a mescolarsi in mezzo alla folla quando attraversarono la porta, salutando chiunque incontrassero che lo conoscessero o meno. A quanto sembrava, c'erano molti studenti universitari e solo alcuni della Brughton. Ad ogni modo, Bella era più che disposta ad interagire.

"Cribbio," disse Lou direttamente nell'orecchio di Bella sovrastando la musica assordante. "Di solito non attiro tutta questa attenzione quando vengo a queste feste. Sei come un magnete per i ragazzi!"

Bella scoppiò in una crisi isterica, attirando l'attenzione di molti ospiti della festa dall'altra parte della stanza, ma a lei non sembrava importarle. Ma, non si era accorta di aver attirato l'attenzione di Niall dall'altra stanza, e lui immediatamente si scrollò di dosso la ragazza che aveva in grembo e corse fuori la stanza in cerca di Harry.

Mentre il tempo passava arrivarono moltissimi ospiti, e Lou e Bella decisero di attivare la strategia di dividersi e conquistare. Bella si ritrovò in cucina, e si stava riempiendo il bicchiere quando udì chiamare il suo nome da una voce vagamente familiare.

"Bella?"

Non appena si voltò fu faccia a faccia con Landon, un enorme sorriso gli si dipinse in volto. A causa dell'eccessiva quantità di alcol in circolo nel suo organismo, lei gridò e avvolse le sue braccia intorno al suo collo dandogli un caloroso abbraccio, qualcosa che Landon non si aspettava dalla piccola, timida Bella.

"Cosa diamine ci fai qui? Stai molto bene devo dire." Chiese Landon mentre entrambi si scioglievano dall'abbraccio, ma restando ancora molto vicini.

"Be io-" dei singhiozzi eruppero dalla sua bocca quando cercò di parlare, facendoli ridere entrambi.

"Accidenti, sei completamente sbronza vero? Come mai non ti ho vista qui prima?"

"Vieni spesso a queste cose?"

Landon rise, lei non ne aveva la più pallida idea. "Tesoro, questa è la mia casa."

La bocca di Bella formò una 'O' e Landon rise di nuovo.

"Come conosci tutte le persone che ci sono qui?" Chiese, sobbalzando leggermente quando vide le braccia di Landon intrappolarla tra lui e il bancone.

"Questa è la festa di mio fratello."

Bella non sapeva cosa le stesse prendendo; incolpò l'alcol per quello che venne fuori dalla sua bocca successivamente.

"Lui è attraente come te?"

Il sorrisetto di Landon crebbe ancora di più, e non appena quel luccichio apparve nei suoi occhi, Bella si pentì immediatamente delle parole che erano fuoriuscite dalla sua bocca.

Ma prima che Landon potesse rispondere, una grande mano afferrò la base della sua maglietta e lo tirò via da Bella. Dove prima c'era Landon adesso era apparso il bellissimo ragazzo che lei amava, i capelli arruffati, labbra contratte, occhi arrossati e gonfi eppure sfolgoranti, di fuoco. Nonostante fosse ubriaca, sapeva per certo che non lo aveva mai visto così arrabbiato come lo era in quel momento.

"Che CAZZO stai facendo?" Le urlò Harry praticamente in faccia, e lei indietreggiò.

Quando non rispose, Harry si fece ancora più vicino, e non ebbe più nessuna via di fuga adesso che era incastrata nella stessa posizione in cui era prima.

"Allontanati da me." Disse timidamente. Tentò di allentare la presa delle sue mani, ma quando lo fece, le mani di lui afferrarono le sue braccia con più forza, per niente in modo gentile. Era così accecato dalla sua rabbia e dalla furia che a stento sapeva chi stava maneggiando.

"Cosa diamine stavi pensando Isabella? Sei impazzita?!" Le urlò nuovamente in faccia Harry, e lei stava davvero iniziando ad aver paura di lui. Con il suo viso così vicino, sperava di poter trovare un briciolo di indulgenza o amore, ma non ne trovò alcuna. Forse lo aveva spinto troppo oltre quella mattina.

"Harry mi stai facendo male." Sussultò quando sentì che nelle sue braccia si stava bloccando la circolazione sotto la presa ferrea di Harry.

"Ehi, lasciala stare." Bella vide la mano di Landon posarsi sulla spalla di Harry nel tentativo di calmarlo. Non appena Harry la sentì, lasciò la presa su Bella e caricò il braccio all'indietro facendo scontrare il suo pugno con la mascella di Landon, mandandolo disteso a terra. Harry stava per avvicinarsi per rifilargli un altro pugno, ma aveva altre responsabilità al momento e sapeva che non poteva lasciarsi andare in quel momento.

Si accovacciò a terra dove Landon era disteso e sussurrò minacciosamente al suo orecchio.

"Se il tuo cazzo si avvicina ancora minimamente qui, mi assicurerò personalmente che tu non ne abbia più uno. Capito?"

Harry non aspettò una risposta da Landon prima di alzarsi e tornare da Bella. Ma, lei non era dove si aspettava che fosse. Si guardò freneticamente in torno, e poi arrivò alla conclusione che Bella era corsa via mentre lui era distratto.

Colpì il muro in un moto di frustrazione, lasciando un'ammaccatura piuttosto grande e profonda prima di catapultarsi ansiosamente attraverso la folla, non facendosi alcun problema di spingere via la gente.

Mentre Harry stava ancora setacciando la casa, Bella era riuscita ad uscire e correre via. Quando decise che era abbastanza lontana, rallentò il passo così da poter riprendere fiato e cercare di trattenere l'alcol che minacciava di venir su. Quando ebbe riacquistato la padronanza di se, prese il BlackBerry e mandò un messaggio a Luo dicendole che se ne era andata prima, e ne mandò uno a Liam per chiedergli di venirla a prenderla.

Aveva appena spedito il messaggio a Liam quando avvertì un a mano coprirle la bocca e un coltello alla gola.

Il panico prese possesso di lei mentre setacciava freneticamente l'area circostante in cerca di passanti, ma si arrese presto. Riusciva ad udire il respiro dell'uomo nell'orecchio e sentirlo sul collo, e puzzava di catrame e sigarette. Si maledì mentalmente per aver lasciato la festa, e pregò Dio che Harry la trovasse in tempo.

Mentre i suoi occhi vagavano tutt'intorno, colse uno scorcio del lucente anello che era indosso al dito medio dell'uomo, e vide una "M" intagliata sulla sua parte anteriore.

Fu allora che questo dettaglio la colpì

"M" stava per Mafia.

"Tu devi essere il picciolo angelo di Harry."

Questa fu l'ultima cosa che udì prima che un duro oggetto metallico entrasse in contatto con sua testa, e divenne tutto buio.

Love Save The Empty | italian translationWhere stories live. Discover now