Capitolo 37

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Harry guardò Bella seduta alla toilette nella sua stanza, avvolta in un telo, con i capelli bagnati e annodati. Aveva contato sedici minuti passati con lei in quell'esatta posizione. Il vestito nero che le aveva comprato era appeso nell'armadio intatto, insieme alle scarpe abbinate.


Il cuore di Harry si strinse e il volto si trasformò in un espressione corrucciata. Dalla soglia della porta riusciva a vedere chiaramente che Bella non stava guardando se stessa- era come se stesse guardando dritto attraverso lo specchio, come se né lei né lo specchio fossero lì. La sua bella ragazza era immersa in così tanto dolore che non riusciva più ad emergere.

Harry si avvicinò esitante alla toilette dietro Bella, poggiando le mani calde sulle sue spalle nude. La sua pelle era pallida e fredda, e i suoi occhi verdi solitamente scintillanti erano spenti e senza vita. E anche quando Harry l'aveva stretta a se la notte, aveva a malapena chiuso occhio. Gli occhi di Bella erano lucidi, ma lui sapeva che non avrebbe pianto. Ogni volta che sembrava che stesse per esplodere, non lo faceva. Nemmeno una lacrima era caduta da quegli occhi vuoti. Era lei che gli dava la forza per non scoppiare in lacrime lui stesso.

Senza dire una parola, Harry prese la spazzola dal tavolo e iniziò a pettinarle delicatamente i capelli, cercando di districare tutti i nodi. Cercò di essere il più delicato possibile, vi fece scorrere le dita con dolcezza, cercando di confortarla in ogni modo possibile.

Quando finì, si mise in ginocchio così che il suo volto fosse accanto al suo. Prese tutti i capelli di Bella e li spostò di lato, la pelle dell'altra parte esposta alle sue labbra. Harry librò le labbra sulla sua spalla per un momento prima si baciare delicatamente un punto, poi un altro, poi un altro ancora. Si fece strada fino al collo, poi fin su all'orecchio.

"Sei così bella." Sussurrò mentre avvolgeva il ciondolo di aeroplano intorno al suo collo e lo agganciava, lasciandolo ricadere al suo posto, l'aeroplano rimase tra l'incavo del suo seno.

Harry vide i suoi occhi mettere a fuoco nello specchio e scendere sulla collana attorno a lei. Attese che qualche sorta di emozione apparisse sul suo bellissimo volta; un piccolo sorriso, l'arricciarsi del naso, e anche solo un debole luccichio negli occhi, ma non successe nulla.

La sua fronte ricadde sul retro della sua spalla, occhi serrati, ricacciando indietro i singhiozzi che minacciavano di risalirgli dal profondo della gola. Passarono alcuni minuti uguali ai precedenti prima che Harry ritrovasse la sua compostezza e si alzasse.

"Vieni piccola."

Condusse Bella all'armadio dove era appeso il vestito ed erano riposte le scarpe. Senza nemmeno batter ciglio, la vestì con tutti gli abiti appropriati per l'occasione e le rimise la fascia al braccio per sostenere la spalla. Il tempo passava, e arrivò il momento di andare.

"Vatti a lavare i denti. Ti aspetterò in salotto." Mormorò Harry prima di baciarle la fronte e scendere raggiungendo il resto dei ragazzi.

"Come sta?" Chiese Louis, guardando Harry strofinarsi gli occhi stanchi.

Harry si accasciò sul divano e appoggiò i gomiti sulle ginocchia, seppellendo il volto tra le mani. "Continua a non voler parlare."

Da quando zia Kelly era morta, Bella non aveva ancora aperto bocca, lasciando dette poche parole. Nemmeno dopo le milioni e milioni di scuse che Harry le aveva fatto, gli innumerevoli mazzi di fiori e bigliettini e fruit roll up, ancora non voleva parlare con lui. Era stata colpita e sconfitta una volta di troppo. Dicevano tutti che sarebbe stata meglio, e che avrebbe accettato la morte di sua zia e che avrebbe parlato di nuovo. Ma Harry era tormentato dal pensiero che non avrebbe mai più udito di nuovo la sua voce.

Harry sospirò, la sua voce aveva una nota tremante. "E' rimasta seduta a quel tavolo per sedici minuti, senza guardare nemmeno allo specchio, come se vi stesse fissando attraverso. Ha appena le sembianze di una persona viva."

"Amico," iniziò Liam con voce bassa sedendosi vicino ad Harry e poggiando una mano sulla sua spalla. "stai facendo tutto quello che in tuo potere per lei. Starà meglio, ma non accadrà in una notte. Queste cose richiedono tempo."

Harry rimosse il viso dalle sue mani e guardò Liam. "Non penso nemmeno che abbia ancora pianto per quello che è successo. Almeno non davanti noi."

"Beh ecco perché dobbiamo continuare a fare quello che stiamo facendo. Ha bisogno di piangere, e non lo farà senza una piccola spinta."

Harry si appoggiò all'indietro sul divano e si passò le mani tra i capelli. Iniziava a sentirsi impotente, e ancor peggio, disperato. Non sapeva come dare a Bella una piccola spinta, spaventato che potesse spingerla troppo in là, o non abbastanza. In quel momento Bella si trovava in condizioni così delicate, che anche il più piccolo errore l'avrebbe potuta far andare via per sempre. Mentalmente, emotivamente, e fisicamente.

"Voglio solamente che torni indietro da me." Sussurrò lui. Non sapeva a chi stava parlando, se a se stesso, ai ragazzi, o a Dio. Si sarebbe messo in ginocchio e pregato chiunque avesse avuto il potere di portare la sua ragazza, il suo rifugio, il suo angelo indietro da lui.

Non volendo più parlare di quello, Harry si alzò dal divano e si diresse nella camera di Bella, ma si fermò quando la trovò in piedi sulla soglia della porta. Una delle sue mani teneva il braccio mentre l'altra era stretta ad una parte del vestito, chiusa a pugno, dando ad Harry una visuale migliore delle sue lunghe gambe. Il sole colpiva perfettamente la sua figura, facendo risplendere i suoi capelli leggermente umidi, e il ciondolo di aeroplano brillava attorno al suo collo.

Anche persa e devastata, Bella era ancora sorprendentemente, straordinariamente bella.

Harry voleva così tanto correre, prenderla tra le sue braccia e portarla in camera dove avrebbero potuto perdersi l'uno nell'altra per il resto del giorno. Voleva farle dimenticare di tutto quello che c'era nel mondo tranne che di lui, anche se solo per un ora o due, qualunque cosa che fosse servita a farla sorridere di nuovo. Voleva dirle che l'amava. Così maledettamente tanto.
Ma non lo fece, per paura che l'avrebbe rifiutato. Non lo disse perché sapeva che lei non avrebbe risposto.

Invece, le si avvicinò, mise la sua giacca sulle sue spalle con attenzione, e la condusse alla macchina, dirigendosi al posto dove avrebbe potuto dire addio a sua zia un ultima volta.

_______

Per Harry non fu una sorpresa che il viaggio in macchina si svolse in modo silenzioso. Sembrava come se in quel momento non ci fossero parole che potessero rallegrare nessuno. Erano tutti stipati nella Cadillac di Harry, Louis al volate, Liam nel sedile del passeggero, Niall e Zayn nella fila centrale, e Bella ed Harry nella parte posteriore. Anche dal retro, Harry riusciva a vedere il colore bianco spettrale delle nocche di Louis e la presa ferrea sul volante. Poteva vedere e avvertire il disagio che risiedeva in ogni uno di loro.

Nessuno conosceva zia Kelly personalmente come Bella. In realtà non avevano sentito altro che brutte cose su di lei, come d'altronde la maggior parte delle persone in questa città. Ma, vedendo Bella nello stato in cui era adesso poteva far andare in frantumi anche il cuore del demonio. Avevano pianto per zia Kelly solo perché faceva male vedere qualcuno che contava così tanto per Bella lasciarla così inaspettatamente.

Non sapeva il perché, ma la vista di Bella che giocava con il pendente che aveva intorno al collo gli fece nascere una fievole speranza. Con il sole che splendeva su di lei a quel modo mentre guidavano, Bella non sembrava così persa e sofferente. Harry l'aveva sempre vista giocherellare con il ciondolo quando era assorta nei suoi pensieri, e vederla fare la stessa cosa adesso gli fece nascere un piccolo sorriso sul volto. Non era senza vita o vuota.

Alzò la mano e la posò sul ginocchio di Bella. La vide sobbalzare leggermente quando si toccarono per la prima volta, ma oltre questo, non ci fu più nulla. Continuò semplicemente a giocare con la collana. Sapeva che lei riusciva a percepire il suo sguardo bruciarle al lato della nuca, ma per qualche ragione, si rifiutò di guardarlo, Harry sospirò.

Voltò il capo per guardare fuori dal finestrino, la sua mano ancora sul suo ginocchio, rifiutandosi di pensare che il piccolo segno di vita che aveva intravisto dentro Bella era stata una falsa speranza.

_______

Fuori era soleggiato e abbastanza caldo. Una dei giorni più belli che ci fossero stati in questa città. Era come se madre natura li stesse prendendo in giro mentre i cinque ragazzi e Bella stavano in piedi davanti alla tomba di zia Kelly, guardandola sparire nel terreno. Però, c'era una forte brezza che fece rabbrividire Bella, ricordandole che questa giornata non doveva essere bella. Nemmeno il raro calore del sole poteva migliorare questo giorno, o il prossimo, nemmeno quello a venire.

Harry avvertì Bella rabbrividire al suo fianco, e fece scivolare di nuovo la sua giacca sulle sue spalle. Guardarono tutti in silenzio, ascoltando il prete porre la sua preghiera e la sua benedizione mentre la bara di zia Kelly spariva lentamente dalla loro visone.

Harry spalancò gli occhi e tutto il suo corpo si immobilizzò quando sentì la mano di Bella scivolare nella sua. Era il primo contatto fisico che aveva intrapreso in due settimane- da quando zia Kelly era morta. Il suo cuore si alzò in volo nel suo petto e strinse la sua mano un po' più forte, non volendola lasciare andare.

Il tempo passava, e ben presto, non rimase più nulla di zia Kelly sulla terra, tranne il terreno che avevano usato per seppellirla. I ragazzi speravano che forse Bella avrebbe pianto alla cerimonia- trovando un po' di sollievo. Anche se lei aveva bisogno di urlare il più forte possibile, poi sarebbero stati lì per lei. Ma ancora una volta, lei rimase impassibile.

Quando la cerimonia terminò e Bella lasciò il suo ultimo addio, tornarono tutti al SUV. Harry stringeva ancora forte la mano di Bella mentre camminavano verso la macchina, ma poi sospirò quando lei la rimosse dalla sua stretta per salire in auto.

Bella guardò fuori dal finestrino e osservò il cimitero sparire mentre la Cadillac rsi allontanava. Nelle due settimane che erano trascorse, la sua mente fu vuota, a stento capace di formare un pensiero coerente. Ma oggi, dopo aver visto il suo ultimo familiare ancora in vita sparire nella terra dentro la sua bara, una baraonda di pensieri le invasero la mente.

La mia famiglia è morta.

Cosa ho fatto per meritarmi questo?

Sono completamente sola.

Esiste ancora una ragione per restare in vita?

Bella sedette silenziosa durante il viaggio in auto, ma la sua mente stava urlando, chiedendo per quale ragione rimanere ancora in vita.

Ma quando sentì una mano calda posarsi di nuovo sul suo ginocchio, tutto il suo corpo fremette e si scaldò al solo contatto, e tutti i dubbi che aveva della vita su questa terra furono spazzati via quando i suoi occhi caddero sul suo ragazzo.

Per tutto questo tempo era stato così forte con lei, non lasciando il suo fianco nonostante tutte le volte che lei aveva provato a chiudere fuori tutto e tutti lasciandosi trasportare via dalla vita e dalla realtà. Non aveva guardato Harry negli occhi dal giorno in cui era morta zia Kelly, perché sapeva che lui era la sua debolezza. Sapeva che quando avrebbe visto il dolore nei suoi occhi, il dolore che lei aveva causato, sarebbe scoppiata. E non voleva questo. Non voleva piangere, perché piangere era per qualcuno che era ferito, afflitto, in pena. Lei non era nulla di tutto questo. Era semplicemente un guscio vuoto.

Già solo guardando Harry fissare fuori al finestrino le faceva salire agli occhi lacrime minacciose e stringere il cuore. Ripensò a quando era distesa a terra, mezza cosciente, con Harry in lacrime sopra di lei confessandole il suo amore come fa un ragazzino con la sua mamma. Ripensò a quanto lui l'amava, quanto aveva bisogno di lei, e si maledì per aver anche solo pensato di lasciarlo indietro. Guardandolo e pensando a lui portò un nuovo dolore al suo petto, e lei non voleva questo. Voleva sentirsi priva di emozioni.

Harry si fece prendere dal panico quando sentì muovere il ginocchio di Bella e la sua mano cadde dal suo posto. Ma si rilassò quando vide la sua ragazza avanzare lentamente verso di lui. Allungò la mano per fargliela afferrare, aiutandola ad avanzare dal momento che aveva solo una spalla buona. L'afferrò per i fianchi e la tirò su in modo che fosse accoccolata in lui come una bambina indifesa, e lei seppellì il volto nel suo collo. Ascoltò il suo respiro profondo e pesante, quasi come se mancasse l'ossigeno. Harry la tenne stretta tra le sue braccia, una avvolta attorno al suo corpo per tenerla ferma mentre l'altra giocava delicatamente con i suoi capelli in un gesto confortante.

Ad Harry si scaldò il cuore alla sensazione di lei nuovamente contro il suo corpo, stretta al suo fianco come se avesse bisogno di respirare. Sorrise quando inalò il suo caldo profumo di vaniglia e la sentì posare la mano libera sul suo cuore. Harry alzò lo sguardo trovando tutti i ragazzi che lo guardavano, Louis guardava in dietro dallo specchietto retrovisore. Tutti avevano sorrisi accennati sui volti; felici, ma non ignari del fatto che Bella doveva ancora ricomporre i suoi pezzi.


Ma questo era definitivamente un progresso.

Harry la strinse più vicina a se e le baciò le tempie, poi poggiò la guancia sulla sua testa.

"Ti prometto che starei bene, Isabella."

E quella semplice promessa era qualcosa a cui Bella si aggrappò come fosse la sua ultima speranza- quando in realtà, lo era davvero.

_______

"Harry. Harry, svegliati."

La voce bassa di Zayn ronzò alle orecchio di Harry come una mosca fastidiosa. Stava dormendo nel letto, con Bella rannicchiata al suo fianco quando Zayn aveva fatto la sua apparizione interrompendo il suo riposo. Socchiuse gli occhi, aspettandosi di trovare la luce mattutina splendere attraverso la finestra, ma era ancora tutto completamente buio.

"Che diamine, Zayn. Che ore sono?"

Zayn guardò il suo cellulare. "Sono le 2. Ascolta, devi uscire di qui, ora." Adesso la sua voce aveva assunto un tono più urgente, ma abbastanza basso da non svegliare Bella.

Harry grugnì e si rigirò in modo da dare la schiena a Zayn, e tornò ad abbracciare Bella. "Questa cosa non può aspettare fino ad un orario più ragionevole?"

La voce di Zayn era bassa. "Non a meno che vuoi che Drake ti strappi di nuovo via la ragazza nel bel mezzo della notte."

Harry si alzò di scatto dal letto, ma facendo attenzione a non fare movimenti bruschi, il suo volto allineato con quello di Zayn. "Non è un argomento con cui scherzare." Ringhiò Harry in faccia a Zayn.

Per tutta risposta, Zayn fece un passo avanti. "Ti sembra che stia scherzando in questo momento, Harry?"

Avendo capito finalmente la situazione, Harry tirò le coperte avvolgendo il corpo di Bella e si diresse nel salone, dove trovò in piedi il resto dei ragazzi, si vedeva in maniera evidente che anche tutti loro erano stati svegliati da Zayn dal momenti che sembravano sul punto di collassare. Zayn seguì Harry fuori la stanza da letto, ma non si fermò vicino agli altri.

"Da questa parte." Disse con tono duro.

Si affollarono tutti attorno al piccolo tavolo con sopra soltanto un laptop. Zayn era seduto sulla sedia di fronte al tavolo, le sue mani digitavano rapidamente diversi codici e cliccavano su diversi link. Passarono buoni cinque minuti finché finalmente qualcuno parlasse.

"Cos'è questa storia?" Chiese Louis.

"Già," disse Niall tra uno sbadiglio e un altro, "sono così fuso."

Passò un altro minuto prima che Zayn parlasse.

"Avete tutti sentito parlare di Mick, giusto?"
I ragazzi si guardarono tra di loro con aria interrogativa.

"Si." Confermò Liam. "Il tipo che ha preso una pallottola dritta in mezzo agli occhi. Brent disse qualcosa riguardo al fatto che non pagava i suoi debiti."

"Giusto. Allora mentre stavo archiviando i documenti dei morti online, ho fatto alcune ricerche sulla sua banda e ho scoperto che il suo stipendio risaliva a più di 10 milioni di maledettissime sterline. Quindi non ha senso che non riusciva a pagarci due mila misere sterline, giusto? E non ha senso che John Styles avrebbe fatto uccidere uno dei suoi migliori clienti."

"Cosa stai cercando di dire Zayn?" Si lamentò Harry, strofinandosi gli occhi stanchi.

Ma si svegliò all'istante quando vide Zayn scattare dalla sedia e mettersi di fronte.

"Sono stato alzato tutta la fottuta notte a fare questo, sono l'oltre essere esausto." Abbaiò Zayn. "Non è la mia ragazza ad essere in pericolo, amico. E' la tua. E se non vuoi sentire cosa ho da dire, allora tanto vale che la diamo in pasti ai lupi adesso, perché altrimenti è spacciata."

Harry ridusse gli occhi a due fessure e indurì la mascella mentre i pugni si chiudevano stretti ai suoi fianchi. In qualunque altra situazione, non avrebbe esitato a colpire Zayn dritto sul mento e picchiarlo fino a renderlo incosciente per aver parlato di Bella così. Ma se aveva ragione, se Bella era davvero in pericolo, allora non avrebbe rischiato la sua sicurezza per un battibecco con lui.

Harry mosse di scatto la testa in direzione del laptop, poi guardò Zayn. "Vai aventi allora."

Gli occhi stanchi di Zayn sembravano ancora infiammati di rabbia, ma si girò lo stesso e tornò al computer.

"Per prima cosa," cominciò di nuovo Zayn, "ho controllato il nostro inventario e i nostro account per vedere se gli ordini di Mick erano ancora validi, e vedere se avesse qualche debito." Zayn cliccò su alcuni link e digitò qualche password, poi apparvero i documenti del saldo di tutte le transazioni della banda di Mick. "La scadenza del suo ultimo pagamento era segnata per domani."

"Questo cosa significa?" Chiese Niall.

Zayn chiuse la finestra, e aprì altri link e password mentre spiegava. "Significa che Mick non è stato ucciso perché non pagava i suoi debiti. Non penso nemmeno che tuo padre avesse mai saputo di Mick finché non l'ho chiamato, Harry."

Gli occhi di Harry diventavano sempre più grandi. "Come- come lo sai?"

"Perché quando gliel'ho detto al telefono, era infuriato, urlando di 'un altro' e dicendo qualcosa come 'stanno cadendo come mosche'."

Lo guardarono tutti con espressioni shoccate. C'era decisamente qualcosa che non quadrava.

"Così ho fatto altre ricerche sulle morti dei nostri clienti, e ho trovato questo." Zayn aprì un'altra pagina sul computer, questa volta una mappa con date e punti rossi segnati. "I nostri più grandi clienti stanno morendo secondo uno schema ben definito. A Gennaio, la squadra di Damien è morta sulla strada per Cali. Poi quella di Al nel Nuovo Messico e in Texas, poi il percorso conduce fino a New York. Tutti i nostri maggiori clienti sono morti negli Stati Uniti."

"Quindi c'è una gang che sta cercando di distruggerci?" Chiese Louis, guardando Zayn annuire. "Chi?"

"Penso che possiate indovinare, ma non voglio dirvi niente finché non troverò prove reali."

"Cos'hai trovato?" Chiese Niall, un po' spaventato.

"Secondo questa ricerca, il documento di Brent mostra che era appena atterrato a Londra, di ritorno dagli Stati Uniti un paio di settimane fa. Così, ho controllato di nuovo nel sistema a Londra, ma guardando tra i suoi incarichi ho scoperto che non era stato chiamato per andare in America per nessun lavoro assegnato da tuo padre, Harry."

"Brent è dietro tutto questo?" Ringhiò Harry, passandosi le mani tra i capelli in un moto di rabbia e frustrazione. "L'avrei dovuto sapere. E' sempre stato un tipo subdolo. Quel buon annulla figlio di puttana."

"Non esattamente." Rispose Zayn. "Mi ha detto che è stato lui ad uccidere Mick. Così ho preso l'indirizzo del vicolo dove Brent gli ha sparato, e ho guardato il filmato della telecamera di sicurezza di quella sera."

In quel momento, Zayn tirò fuori un video di due persone in un vicolo buio, uno con un una felpa scura che doveva essere Brent, che puntava una pistola alla testa dell'altro uomo, che era facilmente riconoscibile come Mick. Conversarono per alcuni minuti, Mick incastrato contro il muro mentre Brent gli puntava la pistola alla fronte. Mick armeggiava per cercare qualcosa nella tasca quando Brent gli fece saltare il cervello, e Mick cadde al suolo. Zayn mise pausa proprio mentre Brent si chinava sul corpo.

"Vedete come scintilla alla luce la parte della sua mano?" Chiese Zayn, indicando Brent sullo schermo, guardando annuire tutti e quattro i ragazzi. "Ho ingrandito sulla sua mano e incrementato la qualità, e guardate che cazzo ho trovato."

Tutti e quattro guardarono mentre Zayn zoomava sulla mano. Louis, Niall, e Liam sembravano tutti confusi dopo aver visto l'immagine.

"Un anello?" Scherzò Niall.

"Questo cosa vuol dire?" Chiese Liam.

Mentre i tre ragazzi restavano nella loro confusione, Harry rimase immobile, occhi ancora incollati alla foto, divampanti di furia. Avrebbe riconosciuto quell'anello ovunque. Era lo stesso anello che aveva visto alla mano di Clyde mentre metteva le mani addosso a Bella. Lo stesso anello che aveva gettato nello stagno dopo aver prestato Clyde. Lo stesso anello con la 'M' incisa.

'M' per Mafia.

Dallo sguardo sul volto di Harry, Zayn capì che lui sapeva.

"L'unico negozio a Londra che fabbrica quel tipo di oro è quello di Geordie" Disse Zayn direttamente ad Harry. "Così ho colto l'occasione di ackerare alcuni codici e ho trovato le ricevuto per seicento di questi, tutti muniti di dispositivi di localizzazione all'interno."

Zayn digitò ancora qualche codice, adesso Harry era proprio al suo fianco, guardando con piena attenzione.

"Solo cinque di loro sono in un raggio di 100 miglia da Londra in questo momento, Harry. Ma uno di loro è Drake. E ripercorrendo dove è stato, indicava che era in tutti gli stati nell'esatto momento in cui sono stati uccisi i nostri clienti. Ma è tornato qui per settimane, e non è successo niente. Sta pianificando qualcosa di grande. "

Harry attraversò la stanza con rabbia, mani serrate a pugno tra i capelli, tirando aggressivamente le ciocche. Emise un grugnito sommesso, che esplose in un ruggito. Stava per colpire il muro, ma ci ripensò, per paura che Bella si potesse svegliare. Invece, prese un cuscino dal divano, e lo strappò nel mezzo con facilità e molta violenza, lacerando le cuciture.

Finito con il cuscino, si diresse con passo pesante verso la porta, dominato dalla stessa rabbia di prima. Si fermò bruscamente, girandosi verso i ragazzi e indicò la porta, le narici dilatate per la rabbia.

"Lei non deve sapere di questo. Non saprà di questo." Ringhiò Harry. "ha già tanto da sopportare in questo momento."

Prima che qualcuno potesse rispondere, un lieve rumore arrivò da fuori la porta. Tutti cessarono i loro movimenti per ascoltare il debole suono. Provenivano passi da dove supposero fosse la cucina, insieme al tintinnio di bicchieri, e scompiglio tutt'intorno. Quello che sentirono dopo fu appena udibile. Fu un debole suono- quasi come un lamento.

Quasi come un singhiozzo.

Senza aspettare oltre, Harry si precipitò all'istante dalla sala computer nella cucina, dove si trovò ad affrontare quello che si aspettava. Lì c'era Bella, attorniata da bottiglie di alcol e droghe che Harry suppose erano state lasciate da zia Kelly quando era qui. Stava graffiando la parte sinistra del suo petto, vicino al cuore, mentre scolava metà della bottiglia di whiskey che aveva tra le mani. Proprio mentre stava per mettersi in bocca una piccola pasticca rossa, questa le fu strappata via e un forte braccio circondò la sua vita. Lottò e si dimenò, cercando di liberarsi mentre veniva portata sempre più lontano dalla sua scappatoia dalla realtà. La sua via di fuga dal dolore.

"Isabella, per favore." Pregò Harry, cercando con tutte le due forze di trattenere la ragazza urlante nella sua presa.

"No! No, no, no, NO!" Singhiozzò Bella, cercando di mantenere la presa sulla bottiglia di whiskey e la bustina con le pasticche, la sua voce era roca per non aver aperto bocca per così tanto tempo. Erano quasi tra le sue mani finché non venne improvvisamente tirata via, e il sacchetto di pillole rosse si rovesciò sul pavimento mentre la bottiglia andò in frantumi contro le mattonelle, vetro e liquido ambrato si sparsero ovunque.

Harry riuscì a stento a trascinarla più lontano, e cadde al suolo con lei ancora tra le braccia. Bella colse quell'attimo come la sua occasione di liberarsi e strisciò nuovamente in cucina ma le mani di Harry si serrarono attorno alla sua vita e la trascinarono indietro. Bella scalciò e urlò e pianse e fece il possibile per sfuggire ancora dalle sue braccia, ma lui aveva una presa ferrea su di lei, un ancora di salvezza che non sarebbe mai stata in grado di rompere.

"Lasciami andare! Vattene!" Disse tra il pianto, prendendo a pungi il suo petto, il viso, le braccia.

"Ti prego piccola, basta. Ti prego smettila." Gracchiò Harry con voce roca, un singhiozzo minacciava di uscire dal fondo della sua gola e i suoi occhi erano offuscati dalle lacrime.

Bella continuò a colpirlo, ma cominciò anche a artigliare e graffiare il suo petto, dove risiedeva il suo cuore sotto la pelle. "Voglio solo che vada via! Non lo posso sopportare!"

Harry sollevò la mano di Bella dal petto e la sostituì con la propria, il suo palmo disteso sopra il cuore in modo da impedirle di ricominciare a graffiare.

"Fallo andare via . . ." Le parole di Bella erano appena percettibili sopra le sue grida mentre teneva la mano di Harry sul suo petto.


Lui la cullò avanti e indietro, ascoltando il suo pianto, permettendo ad alcune lacrime di fuoriuscire dai suoi occhi.

"Butta tutto fuori Bella. Devi liberarti, piccola."

I ragazzi guardarono mentre Harry cullava Bella tra le sue braccia, piangendo silenziosamente anche loro. Quella fu la prima volta che piansero tutti insieme, e non avrebbero mai immaginato che sarebbe stata una ragazzina sofferente a portarli a quel momento.

_______

L'orologio segnava le 4, ed Harry era disteso sveglio nel letto di Bella con lei al suo fianco, dormendo senza emettere nemmeno un rumore.

Tracciò disegni vaghi sulla sua pancia, ascoltandola respirare e riempiendosi i sensi della sua bellissima figura mentre dormiva. Il suo sguardo si abbassò sul suo petto, arrossato e scorticato nel punto in cui aveva graffiato con le unghie. Fece una smorfia di dolore al pensiero di Bella che artigliava la sua stessa pelle, quasi come se cercasse disperatamente di strapparsi via il cuore. Come se cercasse di liberarsi dal dolore.

Fu come se Bella avesse sentito gli occhi di Harry addosso. Nel sonno, deboli lamenti fuoriuscirono dalla sua bocca e la sua mano iniziò a tastare attorno in cerca del punto sul suo petto.

"No, no," Sussurrò Harry, prendendo gentilmente nella sua la mano in movimento e baciandola delicatamente.

Gli occhi di Bella si aprirono e il suo respiro divenne più pesante. I singulti si fecero più forti ed Harry vide i suoi occhi riempirsi di lacrime. Le sue mani afferrarono le lenzuola mentre urlava il nome di Harry.

"Ehi, ehi, non piangere. Sono qui piccola." Harry le prese gentilmente il mento e la voltò verso di lui, gli occhi rivolti a terra per la stanchezza e il corpo si rilassò all'istante quando lo vide. "Torna a dormire."

"Ti amo." Sussurrò lei dolcemente, la voce rauca e dolorante a causa delle grida e dei pianti.

Harry le sorrise e spostò una ciocca di capelli dal suo viso prima di accarezzarle una guancia. Abbassò la testa e strofinò il naso contro il suo, pensando a quanto era stato stupido per aver lasciato Bella per settimane senza dirle quanto disperatamente l'amava.

"Ti amo anche io, Tantissimo."

E poi, condivisero un appassionato, disperato bacio pieno d'amore che valeva tutte e le due settimane di ritardo.


Love Save The Empty | italian translationWhere stories live. Discover now