Epilogo

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*2 anni dopo*


"Harry! Sbrigati, finiremo per fare tardi!"

L'orologio segnò l'una proprio nel momento in cui Bella chiamò Harry. La sua voce risuonò attraverso l'ingresso e rimbalzò sulle mura che portavano su per le scale. Trovava divertimento nel fatto che riuscisse sempre a finire di prepararsi prima di Harry. Era sempre lui che li faceva tardare.

Sorrise tra se sentendo il trambusto al piano di sopra, immaginandosi il suo ragazzo correre freneticamente per la stanza, in cerca delle sue cose. I suoi passi divennero più forti, e presto, Bella lo vide correre giù per le scale mentre finiva di indossare il cappotto.

"Tesoro, hai visto il mio.."

Prima che potesse finire, Bella tirò fuori il portafoglio e il cellulare e li ripose nelle sue mani prima di avvicinarsi ancora di più per aggiustargli la cravatta, e ravviargli i capelli con le dita. Nel frattempo, Harry la fissava, sorridendole come se fosse la prima volta che posava gli occhi su di lei, lo stesso sorriso che Bella vedeva tutti i giorni.

Rimise al suo posto l'ultimo ricciolo e fece un passo indietro, guardando Harry con aspettativa. Lui aggrottò le sopracciglia confuso, toccandosi ogni punto del viso con le mani.

"Che c'è?" Chiese. "Ho qualcosa sulla faccia?"

Bella incrociò le braccia. "Non stai dimenticando qualcosa? Qualcosa abbastanza importante...?"

Rimase confuso ancora per qualche secondo, il naso arricciato all'insù, e labbra imbronciate. Ma poi, Bella vide la confusione impressa nel volto di Harry trasformarsi in realizzazione, poi in un accenno di panico. "Accidenti."

La risata di Bella risuonò per la casa insieme ai pesanti passi di Harry mentre, ancora una volta, faceva una corsa per le scale, inciampando un paio di volte per la via. Bella si voltò a raccogliere la borsa e il regalo, ascoltando i mormorii sommessi di Harry al piano di sopra, e risate che le facevano gonfiare il cuore ogni volta che le sentiva. Poi, rivedere Harry scendere di nuovo le scale, questa volta più lentamente, con il loro bambino in braccio. Il suo sorriso divenne ancora più grande.

"Eccolo il mio bambino." Disse Bella, baciando la fronte di Christian e sistemandogli i ricci. "Non sei bellissimo?!"

Bella aveva vestito Christian in abbinamento a suo padre, un idea che era piaciuta molto ad Harry. A dispetto di quello che pensavano tutti, lui era un ottimo padre, e amava suo figlio più della sua stessa vita. Era così fiero del bambino che lui e Bella avevano creato, e amava mostrarlo. Insieme a Bella, Christian era il suo tutto.

Furono colpiti da una leggera brezza quando uscirono, immergendosi nel calore di Miami, dirigendosi alla Cadillac parcheggiata fuori casa loro. Bella aprì la portiera del sedile posteriore per depositare tutta la roba mentre Harry legava Christian dall'altra parte. Lo guardò giocare con lui per qualche momento, solleticandogli il fianco e dandogli baci sulle piccole guance paffute. Christian irruppe in risate isteriche e punzecchiò le fossette del padre, una cosa che aveva fatto sin dal momento che aveva aperto i suoi grandi occhioni verdi. Harry spostò i capelli castani di Christian dal volto, e si diresse verso il sedile del conducente, mentre Bella sedette in quello del passeggero.

"Somiglia sempre di più a te ogni giorno che passa." Disse dolcemente Bella, guardando Christian giocare col telefono del padre, mormorando parole che solo lui poteva capire.

Sentì addosso gli occhi di Harry, così si voltò e lo guardò. Le stava sorridendo di nuovo con quello stesso sorriso che amava. Harry sorrideva molto ultimamente, ma lei non si sarebbe mai stancata di quel sorriso.

"Ma ha il tuo sorriso." Le sussurrò Harry vicino all'orecchio baciandole poi la fronte. Poco dopo, mise in moto in SUV e partirono.

Mentre Bella guardava gli alberi di palma passare, ripensò a quando pensava che avere Christian sarebbe stato un disastro. A come non era pronta, e a quanto principalmente Harry non fosse pronto. Ripensò alla notte in cui davvero pensava che avere un bambino non sarebbe stato possibile...

_______


"Abbiamo escogitato questa fuga per mesi."

Dopo venti ore di macchina, i ragazzi avevano finalmente deciso di fermarsi e fare una pausa. Si divisero tutti, o per andare a prendere qualcosa da mangiare o per sgranchirsi un po' le gambe, o semplicemente allontanarsi. Niall era rimasto indietro con Bella, spiegando tutto quello che era successo nelle passate settimane mentre lei fissava Harry, guardandolo sulla cima della collina, scrutare la città sotto di lui.

"Eravamo tutti insieme dall'inizio, quando abbiamo aderito alla gang, perché tutti ne volevamo uscire. Siamo stati costretti ad una vita che non volevamo vivere. Abbiamo parlato di abbandonare per anni, ma non abbiamo mai agito finché non sei arrivata tu e sei stata trascinata in questa vita con noi."

"Aspetta" mormorò Bella. "Intendi dire che avete programmato tutto quanto? Programmato che Landon mi rapisse e mi tenesse in ostaggio? Organizzato che Harry venisse sparato, quasi a morte certa?"

"Oh Dio, no. Assolutamente no." Rispose velocemente Niall, e Bella si lasciò sfuggire un sospiro che non sapeva di aver trattenuto. "Quello ha quasi rovinato tutto."

Guardò Niall con sguardo curioso, tutta la sua attenzione era su di lui mentre ricominciava a parlare.

"Ero al piano di sopra a guardare mentre altri uomini della mafia attraversavano la porta del seminterrato. Sentii colpi di pistola e ho iniziato a dare di matto, non avevo alcuna idea di quello che stava accadendo. Volevo andare a vedere, ma Harry mi disse di continuare a fare la guardia, e quello era ciò che dovevo fare. Se altri della mafia entravano, allora sarebbe stato un problema mio. Quindi mantenni la mia posizione e ricercavo altri uomini, finché non udii grida e un altro colpo andare a segno. Fu a quel punto che corsi giù per le scale."

"C'era un pandemonio lì giù. Dozzine di uomini combattevano gli uni contro gli altri a mani nude, soffocandosi a vicenda e rompendo colli come animali. Non avevo registrato cosa stava accadendo finché Liam non mi trascinò in mezzo alla folla fino all'ultima porta alla fine del corridoio, lì c'era JohnSstyles. Venne fuori che Zayn lo aveva contattato, raccontandogli di dove si trovava Drake, e lui aveva mandato i suoi uomini a distruggere la mafia una volta per tutte. Ma uscì in tempo. La polizia lo colse in flagrante e lo portarono via subito dopo."

Niall si fermò, guardando il cielo tinto di rosa, il sole si stagliava proprio oltre l'orizzonte. Bella colse l' occasione per fare una domanda. "Come avete fatto ad uscire? Come - come ho fatto a venirne fuori?"

Niall si concentrò nuovamente su di lei, i suoi occhi erano di un acceso blu cielo. "Ti abbiamo lasciata lì, sapevamo che la polizia ti avrebbe portata immediatamente all'ospedale. Non eri parte della loro gang, e lo sapevano. Dovevamo portare Harry e Zayn fuori prima che qualcuno vedesse, sarebbero morti nelle mani degli agenti. E se fossero sopravvissuti, chi lo sa cosa gli sarebbe accaduto."

Immagini del corpo pallido e quasi senza vita di Harry disteso a terra apparvero nella mente di Bella. Il modo in cui appariva sconfitto, come se avesse pensato che sarebbe stata davvero la sua fine. Scosse la testa per scacciare i ricordi dalla testa. Harry era lì. Harry era vivo.

"E la Mafia?" Domandò Bella.

"Drake è morto, Bella." Disse piano Niall, consapevole del suo disagio. "Era lui a dirigere tutto lo show. Tutti gli altri erano solo stupidi burattini. Nessuno ti farà più del male."

Silenzio seguì quest'ultima battuta, Niall lascò che Bella assorbisse le sua parole. Lei appoggiò la testa contro il vetro freddo del finestrino, un contrasto che le dava sollievo contro l'opprimente calore che l'avvolgeva.

Alzò lo sguardo su Niall. "Quindi in ospedale, per tutto il tempo , tu sapevi che erano vivi? E non me lo hai detto?"

Niall era pieno di rimorsi. "Harry non voleva che te lo dicessi. Avevi bisogno di guarire, e a noi serviva che sembrasse reale quando avresti detto al detective che erano tutti morti. Doveva essere così affinché il nostro piano avesse successo."

Per quanto Bella volesse essere arrabbiata, per quanto volesse urlargli contro per tutto quello che le avevano fatto passare, non poteva. Avevano una spiegazione ragionevole per tutto. Se avesse saputo che erano tutti vivi, non sarebbe mai stata in gradi di vendere la storia al detective bene come aveva fatto. Avrebbe avuto dei sospetti, e il piano non avrebbe funzionato. Non sarebbe stata qui con i suoi ragazzi preferiti, e il suo amore.

Guardò fuori dal finestrino verso Harry. Era nella stessa posizione di prima, lì in piedi, fissando la città al di sotto di lui. Il sole iniziò a calare, e il cielo divenne scuro, Harry iniziò a sparire nell'oscurità mentre la notte prendeva piede.

Bella sospirò. "Perché è arrabbiato con me, Niall?"

Niall aveva la testa tra le mani, ma scattò immediatamente guardando Bella dritta negli occhi. "Non è arrabbiato con te, B. Lui è . . .è davvero sopraffatto al momento."

Da quando avevano lasciato l'ospedale, Harry non le aveva rivolto nemmeno una parola. Di tanto in tanto, Bella guardava verso di lui, trovandolo immerso nei suoi pensieri con le sopracciglia corrugate e le labbra imbronciate, atteggiamento che assumeva di solito quando pensava intensamente. Ma questa volta, c'era qualche altra cosa lì nei suoi occhi, qualcosa che le era sconosciuto. Incertezza? Dubbio?

Fu in quel momento che Bella capì.

I suoi occhi incrociarono quelli di Niall. "Sa del bambino, vero?"

Niall non ebbe nemmeno bisogno di parlare. Lo sguardo sul suo volto diceva tutto. Posò una mano sulla sua spalla mentre entrambi guardavano Harry, persi nei loro stessi pensieri.

Ci fu silenzio per un po' finché Niall non lo ruppe. "Si è lasciato così tanto alle spalle, organizzando questa fuga. Tutta la sua infanzia, il tempo passato con sua madre, è tutto in questa città. Quella parte della sua vita era molto speciale per lui, e adesso ne sta fuggendo via."

Bella si girò verso Niall, rivolto anche lui a guardare Harry. Adesso, stava andando avanti e indietro, trascinando i piedi contro l'erba, e con le mani immerse nei capelli. Bella vide la sua bocca muoversi, ma non riusciva a capire cosa stava mormorando a se stesso. Sapeva solo che sembrava in difficoltà.

Bella si alzò. "Vado a parlare con lui."

Se Niall pensava che andare da Harry fosse una cattiva idea, non lo mostrò in alcun modo. La guardò solo con quei suoi grandi occhi blu da cucciolo, senza incoraggiarla ne scoraggiala. Prima di andarsene, Bella si spostò più vicina a Niall e lo avvolse in un abbraccio. Niall rispose immediatamente avvolgendo anche lui le braccia intorno a lei.

"Grazie per avermi sopportata. Sono felice di averti avuto con me per tutto questo tempo." Sussurrò nel suo orecchio.

Niall la strinse forte. "Tutto questo sarà valsa la pena quando saremo lontani da qui, B. andrà tutto bene."

Con questo, si separarono, e Bella uscì dall'auto, dirigendosi probabilmente verso il confronto più terribile che aveva mai sostenuto.

Sentiva Harry borbottare tra sé, camminando ancora, ignaro che lo stava raggiungendo. Mentre si avvicinava, le sue parole diventavano più chiare, e il suo cuore affondò mentre lo ascoltava ripetere tre parole come una cantilena.

Non sono pronto.
Non sono pronto.
Non sono pronto.

Bella si sentiva male, e non sapeva se era a causa degli effetti collaterali della gravidanza , o l'immagine che aveva di fronte. Sembrava così spaventato. Non il tipo di paura che aveva avuto quando aveva visto Bella nelle mani di Drake, ma spaventato come un bambino che ha paura del buio o dei mostri sotto al letto. Harry sembrava un bambino sperduto, e tutto quello che lei voleva era dirgli che sarebbe andato tutto bene. Ma in quell' istante, non sapeva se sarebbe andata così.

La sua voce venne fuori sottile e vellutata quando chiamò il suo nome, ma lui saltò spaventato ugualmente. Quando gli occhi di Harry si posarono su quelli di Bella, si voltò immediatamente in modo da darle la schiena. Riuscì ad intravedere solo uno scorcio del suo volto, che avrebbe potuto giurare era arrossato e lucido per le lacrime.

"Harry..." Ripetè Bella, avanzando con cautela verso di lui sul bordo della scogliera. "Che succede?"

Si riusciva ad udire solo il chiacchiericcio dei ragazzi dall'altra parte della strada, e il vento che colpiva gli alberi intorno a loro, facendo scuotere i rami. Bella aspettò a lungo una risposta, ma lui rimase in silenzio, contemplando la città che si stagliava al di sotto mentre lei fissava intensamente la sua testa.

"Harry-"
"-Il Pianoforte." La interruppe Harry.

Confusione si dipinse sul volto di Bella. "Il Pianoforte?"

Harry parlò a raffica, prendendo brevi respiro, ancora rivolto con la schiena contro di lei. "Il pianoforte. Lo abbiamo lascito lì. A casa di Louis."

Cercò di avvicinarsi ad Harry. "Possiamo prenderne un altro-"

"No." Scattò Harry, indietreggiando quando sentì la sua presenza vicino. "Ogni volta," iniziò con la voce tesa, "ogni volta che Papà era fuori controllo, mamma mi portava sempre da Louis e dormivamo lì. Suonava il piano con me. Quel piano. Io suonavo per lei e lo lei o adorava. Ci tengo a quel pianoforte."

Le spalle di Harry si abbassarono. Da dietro, appariva triste e stressato. Bella non esitò ad avvicinarsi di nuovo, avvolgendo le braccia attorno al suo torso e poggiando la guancia contro la sua schiena. Questa volta, Harry si lasciò toccare, perché cercava il suo conforto, voleva sentire il suo tocco. Bella lo sentì rilassarsi nelle sue braccia.

"Torneremo," disse mentre posava un bacio sulla sua scapola. "torneremo a prendere il piano. Incaricheremo qualcuno di spedirlo. Andrò a prenderlo io stessa. Te lo prometto, riavremo il pianoforte."

Harry fece scendere le mani suo fianchi e le poggiò su quelle di Bella, lasciando cadere la testa in avanti. Rimasero così in completo silenzio, tranquillo e sereno, finché Bella non lo sentì sussurrare.

"Al nostro bambino piacerà suonare il piano?"

Bella si irrigidì alle sue parole. Era confermato. Lo sapeva. Afferrò le mani di Harry con cautela, stringendole tra le sue. "Il nostro bambino farà tutto quello che tu vuoi che faccia."

Sentì Harry emettere un grande sospiro. Ma uscì fuori un sospiro tremante, come se il suo respiro fosse irregolare. Ben presto, Bella sentì la sua schiena iniziare a tremare, e la presa che aveva sulle sua mani divenne più forte. Cominciò a preoccuparsi, e si mise davanti ad Harry velocemente in modo che non potesse allontanarsi da lei. In quel momento capì perché lui non voleva che lo guardasse. Non voleva che lo vedesse piangere.

I suoi occhi erano di un verde brillante, in contrasto con gli occhi gonfi e arrossati. Le sue labbra solitamente rosee erano rosse e screpolate, e le guance arrossate. Era così bello, ma allo stesso tempo le faceva male vederlo così. Riuscì a leggergli nella mente ancora prima che parlasse.

"Non sono pronto, Bella."

"So che non lo sei. Non lo sono nemmeno io." Disse dolcemente, carezzando le sue guance striate di lacrime. "Ma lo affronteremo insieme. Cresceremo un meraviglioso bambino che diventerà bello e fantastico come te."

La sua intenzione era quella di farlo sentire meglio; ma, dallo sguardo sul suo volto, era come se avesse peggiorato le cose. Chiuse gli occhi con forza e serrò la mascella, cercando di trattenere i singhiozzi che gli salivano dal petto. Bella gli mise un braccio intorno al collo così da poter giocare con i ricci, una cosa che Harry aveva sempre amato. Si concentrò su di lui e cercare di calmarlo, osservando come la sua espressione rigida si ammorbidiva, e lasciava cadere liberamente le lacrime.

Bisbigliò qualcosa di inaudibile, che solo lei doveva sentire. Ma col suo respiro pesante e la notte ventosa, non riuscì a sentire la sua flebile voce.

"Cosa hai detto?" Chiese.

Harry deglutì e si asciugò le lacrime sul volto prima di guardare dritto negli occhi verdi di Bella.

"Non voglio essere come mio padre."

"No, no, no." Disse con dolcezza Bella mentre Harry seppelliva il volto nel suo collo. Cercò di calmarlo e lo baciò mentre lui si nascondeva dal resto del mondo, imbarazzato e pieno di vergogna per suo padre e spaventato che potesse diventare proprio come lui.

"Non potrai mai essere come lui." Bisbigliò nel suo orecchio. "Mai. Preparerai al nostro bambino toast alla francese ogni domenica, e suonerai il piano finché non si addormenterà, e lo amerai nonostante tutto. Ti amo così tanto, e so per certo che sarai il miglior padre al mondo."

La verità era che Bella era terrorizzata di cosa il futuro potesse avere in servo per lei ed Harry, ma di certo lui era molto più terrorizzato di lei. Con il suo orribile passato a perseguitarlo, Harry aveva il potenziale di essere proprio come suo padre. Crudele, freddo, e senza cuore. Ma quello che voleva nella sua vita era di amare ed essere amato, una caratteristica che John Styles non aveva mai posseduto dopo il tragico incidente che aveva coinvolto la madre di Harry. Bella sapeva che avrebbe amato il loro bambino con tutto se stesso, perché in fondo lui era quel tipo di persona.

Per quanto il loro futuro fosse poco chiaro, c'era una cosa limpida come le lacrime che scendevano lungo il viso di Harry: che lui e Bella avrebbero amato il loro bambino tanto quanto si amavano l'un l'altra. Dolorosamente, incontrollabilmente, e incondizionatamente.

_______

Bella si riscosse dai suoi pensieri quando il nome di Liam risuonò attraverso gli altoparlanti. La folla applaudì educatamente mentre Zayn, Niall, Louis, ed Harry fischiarono e gridarono con Christian tra le braccia del padre.

Liam attraversò il palco con orgoglio e confidenza, fino al podio dove raggiunse il capo del consiglio universitario di Miami, con in mano il suo diploma. Un enorme sorriso si dispiegò sul suo volto, insieme a tutti quelli dei suoi amici in mezzo alla folla. Non appena la sua mano toccò il rotolo di carta, lo strappò dalle mani del capo del consiglio e lo alzò in aria, tutto mentre lanciava il cappello in mezzo alla folla.

Bella osservò il cappello volare in aria, e per coincidenza, Louis lo prese, mettendolo sulla testa di Christian, che adesso era finito nella sue braccia. Il cappello tirava in giù i suoi ricci, facendoli ricadere sul suo visino insieme allo stesso cappello, e i ragazzi si affrettarono a tirare fuori i cellulari per catturare foto di quel momento.

Bella venne presa alla sprovvista quando due braccia scivolarono intorno alla sua vita, cospargendola di dolci baci sul collo e le guance.

"Ti ho già detto quanto sei bella oggi? Il solo di Miami ti rende davvero giustizia."

Bella si voltò a guardare Harry, i suoi occhi erano di un verde intenso e i ricci arruffati, probabilmente a causa di Christian che metteva costantemente le mani tra i capelli del padre. Sembrava davvero felice, e questo le faceva gonfiare il cuore e l'eccitamento cresceva dentro di lei mentre pensava al resto della sua vita con lui e suo figlio.

Da quando era fuggita dall'ospedale e Zayn aveva cancellato tutte le prove delle loro identità, le loro vite non erano state altro che meravigliose. Tutti quanti si erano abituati alla bellissima città di Miami, frequentando il college e occupando posti di lavoro. Dato che Harry voleva passare più tempo possibile con Christian, non aveva minimamente pensato alla possibilità di intraprendere una carriera.

"Ho abbastanza soldi da non lavorare un giorno della nostra vita." Le diceva sempre.

E che ci crediate o no, così fece. Tutti e cinque i ragazzi avevano acquistato villette nello stesso quartiere, tutti ad un isolato di distanza dall'altro, e Bella sospettava che non sapessero vivere uno senza l'altro.

Venne scossa dai suoi pensieri quando vide Liam dirigersi verso di loro. Si affollarono tutti intorno al nuovo laureato, che stringeva alta la sua laure in medicina. Non solo Harry sembrava felice, ma tutti i ragazzi lo erano. Vedeva una nuova luce nei loro occhi, che non li aveva mai lasciati da quando si erano trasferiti a Miami. Guardò tutti e sei i suoi ragazzi che giocavano e correvano con Christian senza una traccia di malinconia. Erano tutti così felici.

E Bella non riusciva a pensare a nessuno che lo meritasse più di loro._______

La casa era silenziosa fatta eccezione per i tasti del pianoforte che risuonavano nell'area, Christian stava suonando di nuovo. Harry cercava sempre di insegnargli come suonarlo mentre Bella preparava la cena, una tradizione inaspettata che avevano adottato.

Mentre riempiva l'ultimo piatto di spaghetti, la casa piombò un momento nel silenzio, poi una bellissima melodia risuonò nella casa. Bella riconobbe la canzone, e cominciò a cantarla in mente.

Little girls don't know how to be sweet girls,
Mama didn't teach me,
Little boys don't know how to treat little girls,
Daddy didn't show me.

Bella si diresse nel salotto dove era posizionato il piano, Harry muoveva le mani sui tasti come un professionista mentre Christian gli sedeva in braccio, spingendo il dito nelle fossette prominenti del padre. L'immagine che aveva davanti agli occhi era la sua preferita, Harry era così immerso nella musica mentre suonava, e Christian sembrava sempre divertirsi quando suo padre suonava. Avevano la stessa passione.

Prese posto vicino ad Harry sullo sgabello, avvicinandosi il più possibile alla sua famiglia. Poggiò la testa sulla sua spalle, e sentì un dolce bacio posarsi sulla fronte. Sospirò contenta, poi guardò suo figlio tra le braccia del suo amato mentre ascoltava l'angelica melodia suonata dall'angelo in persona, e pensando che tutto quello che aveva passato ne era sicuramente valsa la pena.

Again for false affection,
Again break down inside.

Love, save the empty,
Love, save the empty, and save me.

Love Save The Empty | italian translationWhere stories live. Discover now