LACRIME SULL'ASFALTO

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Mia mamma stesa a terra e Dylan con un tubo in mano.
Le mie grida incessanti.
Quel rumore sordo che rimbomba nelle mie orecchie.

Quella scena continua a ripetersi nella mia testa.
Sono in camera mia seduta per terra con la schiena appoggiata sul bordo del letto e ho le mani che premono sulla fronte.
Le lacrime mi stanno bagnando tutti i pantaloni.
Mia mamma.
Il bacio.
Dylan.
Non riesco a pensare ad altro.
Non ho saputo come reagire a tutto,ho solo fatto la prima cosa che mi è saltata in mente.
Non so,forse speravo che baciando Dylan avrei potuto azzerare tutto quello che era successo.Ma non è stato così.
Era tutto vero,tutto reale.
Quello era un pezzo della mia vita,non un incubo passeggero.

Lui continua a chiamarmi da un'ora.
È ormai è da un'ora che continuo a rifiutare le sue chiamate.
Sentire la sua voce peggiorerebbe solo la situazione,sto già abbastanza male senza il suo aiuto.

Mi asciugo le lacrime con un fazzoletto che ho estratto dalla tasca.
Non posso rimanere a casa da sola.
Chiamo Ale:"Hey,non è che posso venire a stare da te stasera?...Sí lo so che c'è tua zia e non hai spazio....solo una notte okay,grazie.Sono da tre in dieci minuti."cerco di dirle senza balbettare.
Avrei voluto raccontarle tutto subito,ma non potevo.Non adesso.

Cammino per le strade guardando la luce che si riflette nelle pozzanghere d'acqua.
Cerco di non pensare,di togliermi tutto dalla mente.
Ma tutto il rumore dentro la mia testa non si sente a proprio agio nel silenzio della notte.
Le urla che sento non si azzittiscono,non provano pietà per me.
Anzi sono sempre più crudeli.

Suono il campanello della casa della mia amica.Mi apre sua mamma.
"Oh,May.Non mi aspettavo che..."
"Sì,lo so.Rimango solo stasera,giuro.Ma ho bisogno dell'Ale,ora più che mai."
Detto ciò scappo dentro casa per non far notare le lacrime che ora mi stanno iniziando a scendere lungo le guance,fino a raggiungere il petto.Il mio cuore.
Tiro la maniglia ed entro nella camera di Ale.
Lei sta guardando il computer e sta parlando con qualcuno su Skype.
Appena vede la mia faccia sfregiata dal dolore attacca la conversazione senza nemmeno pensarci e mi si avvicina.
"May,tutto bene?"mi sta accarezzando il braccio.
No che non va bene,va tutto uno schifo.
Di solito tendo a non dire ciò che provo alle persone perché quelle sanno solo dirti:"Vai avanti,ce la farai".Ma io non ho bisogno di qualcuno che mi dica che sono capace di andare avanti,quello so che posso farlo.
Ho bisogno di qualcuno che attraversi l'inferno nella mia testa con me.
Quelle persone sono rare,pensavo di conoscerne due:Dylan e Ale.
Ora me ne rimane solo una,e me la devo tenere stretta.
"Mi-mi devo sedere"
Più che altro mi butto sul letto e sotterro la testa nel cuscino.
"Mia mamma,Dylan...io-io non so cosa sia successo.È successo."
Lei si avvicina a me e mi si sdraia accanto,facendomi girare la testa per guardarla in faccia.
"Tranquilla,respira e continua"
Respiro,ma serve solo a stoppare temporaneamente il mio pianto.
"L'ha uccisa.L'ha uccisa.C'era un tubo,ce l'aveva in mano.E-e mia mamma era distesa a
terra"
Ale si mette una mano sulla bocca e pure a lei si appanna la vista.
"Dio May,mi dispiace da morire"
Mi abbraccia più stretta che può.
Sta cercando di riattaccare i pezzi della mia vita.
Non replico.
Sto zitta.
Piango insieme a lei.
E ci addormentiamo così,strette in un abbraccio di dolore.

Scusatemi davvero per il capitolo cortissimo,ma domani ho la verifica di storia su tipo 300 pagine e ho passato il 90% del tempo a fare cerchi sul muro in stile Derek quando chiede vendetta e a maledire il mio prof.
Dettagli,comunque.
Come al solito ditemi se il capitolo vi è piaciuto e grazie a tutti.
Abbracci💕

«Il quadro delle sue paure-1» All darknessWhere stories live. Discover now