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Questa parte è raccontata da Nico e riparte dall'inizio degli eventi scritti dal suo punto di vista. Appena dopo il litigio con Will

Sbatto la porta alle mie spalle. Fuori piove.
Sento le gocce cadermi sui vestiti e scivolarmi lungo il viso, diventando un tutt'uno con le lacrime.
Perfino il cielo sembra rispecchiare il nero del mio cuore.

L'erba ai miei piedi è appassita. Un secondo prima era verde e rigogliosa un secondo dopo era grigia e inutile. Ed è colpa mia. È la stessa cosa che sta succedendo a noi? Un amore così bello distrutto per colpa mia? Dimmi di no Will, dimmi di no. Vorrei correre dentro, vorrei riabbracciarti e chiederti scusa.
Vorrei sentire le tue mani leggiadra e calde come il sole asciugare le mie lacrime di rabbia.

Non avrai più nulla da me
le tue parole sono una ferita ancora aperta.

Eppure me ne sto qui, con i piedi bloccati dal cemento del mio orgoglio. Immobile. Incapace di rientrare, il mio stupido orgoglio. Non hai idea di quanto io mi stia odiando.

Sei solo uno stupido bambino orgoglioso.

Incapace di allontanarmi, di fare un altro passo. Come se fossi la mia stessa fonte di vita dalla quale non posso separarmi, come una ninfa al suo albero. Sono inchiodato. Non posso allontanarmi dalla felicità, non più di quanto abbia già fatto.
Sono un manico incatenato. Il mio cuore stretto da una manetta e l'altro capo al tuo polso. Non potrei andar via, la mia anima resterebbe attaccata a te.

Fanno bene gli altri ad avere paura di te.

Cosa credi? Che non lo sappia già? L'unico che si era avvicinato tanto da toccare questa cosa che tanto mette i brividi eri tu. E ora non ci sarai più.

Io ero il nulla del cielo buio della notte e ho allontanato la mia luna e ora non vorrà più tornare a brillare.

Non ci saranno più né sorrisi né tranquillità. Ci sarà solo il buio della mia anima che tornerà a invadere la mia vita, come la invadeva prima del tuo arrivo, come un deserto freddo e buio. Senza la sua luna a renderlo il paesaggio più splendido della terra. Perchè noi eravamo questo: la cosa più bella dell'universo. La più bella delle rose nel giardino di demetra, il terremoto più impetuoso di poseidone. Il successo più strabiliante di afrodite. Ecco, questo eravamo. E sono riuscito a distruggerlo. L'ho preso e ridotto in macerie con le mie stesse mani.

La rabbia e il rimpianto si stanno facendo insopportabili. Un unico grumo scuro che mi blocca il respiro e mi ostruisce le vene.

Apro la bocca, e il mio urlo squarcia la notte, rimbomba tra gli alberi fino a raggiungere le stelle.

Il vuoto nero che mi colmava lo stomaco si riversa ai miei piedi e l'oscurità si innalza in un impeto glorioso intorno al mio corpo e mi trascina con sé.

In Astinenza Da Morte ||SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora