12.

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"Dannazione chiuditi!" Imprecai scocciata, seduta sopra alla valigia blu con l'intento di chiuderla. Non ci avevo messo dentro molte cose, soltanto il neccessario nonostante Rayan avesse protestato dicendomi che tre valigie erano davvero troppe, per un viaggio di una sola settimana. Ma non ci potevo fare nulla, dovevo essere preparata ad ogni evenienza.

Andai in bagno, promettendomi che al ritorno sarei riuscita a chiuderla quella benedetta valigia. Nemmeno l'eyeliner e la matita nera erano riusciti a migliorare l'aspetto del mio viso quella mattina, ero davvero presa malissimo. Ma come biasimarmi, la sera precedente nonostante fossi andata a dormire presto, non ero riuscita a chiudere occhio. E come avrei fatto? Rayan era rimasto steso beatamente al mio fianco nel letto, intento a dormire e a sognare mentre mi stringeva fra le sue braccia senza nemmeno rendersene conto. Forse non si era reso conto nemmeno del bacio che mi aveva dato la sera precedente, con quello eravamo a due. Due baci rubati contro la mia volontà, che poi proprio contro non erano, dato che non mi ero scostata in nessuna delle due occasione e non volevo nemmeno sapere il perché! Scossi leggermente la testa, come se quel gesto potesse far sparire i pensieri che avevo in testa, ma in testa non avevo altro che una chioma di capelli che non volevano stare al loro posto, nonostante li stessi pettinando da una buona mezzora. "Allora?" Chiese Rayan, bussando leggermente alla porta del bagno, per poi sporgere la testa all'interno della piccola stanza.

"Allora non esco da qui, finché questi non avranno un aspetto migliore." Mi lamentai indicando con le dita i capelli, sciogliendo ormai la millesima coda di cavallo.

"Qualsiasi cosa andrà benissimo, però vedi di muoverti, abbiamo un volo fra meno di un ora." Rispose per poi andarsene, era facile parlare, e poi non era lui che si ritrovava con un circo equestre in testa. Sbuffai spazientita.
E così, dopo vari tentativi, finii con una crocchia in testa, avevo perso un ora della mia vita per nulla, fantastico, davvero fantastico!

Dopo essere tornata in camera e aver indossato un paio di scarpe sportive, andai a staccare il cellulare dal carica batterie, imprecando perché era rimasto ancora al sessanta per cento di carica. Mi accorsi che le mie valigie non c'erano, forse Rayan si era preso la briga di portarle giù, dato che non sarei riuscita a farlo da sola, che fossero troppe valigie? Continuavo a ripetermi, nah.

"Faremo colazione in aeroporto, ora non abbiamo tempo, ce la fai ad arrivare fino a la?" Mi chiese nel mentre che scendevo le lunghe scale, assicurandosi di avere chiavi e portafogli con sé, infilandosi tutto nelle tasche insieme al cellulare. Gli uomini riuscivano a mettere il necessario in due tasche, mentre alla sottoscritta doveva portarsi minimo la casa dietro.

"Si, in teoria." Dissi sarcastica, insomma, per chi mi aveva presa? Non ero mica una ladra di cibo, anche se in effetti mangiavo per due e lui lo sapeva benissimo.

"Su, andiamo, abbiamo una luna di miele da festeggiare." Disse porgendomi la mano, l'entusiasmo era proprio quello che mi mancava, se fosse per me, sarei stata benissimo in questa grande Villa in un angolo a leggere qualche romanzo storico. Gli strinsi la mia mano nella sua, accorgendomi di quanto fosse piccola in comparazione. "Potresti almeno fare finta di essere contenta." Mi sussurrò all'orecchio, prima di chiudere la porta d'entrata a chiave.

"Oh, non vedo l'ora di partire, tesoro!" Esultai, calcando l'ultima parola per poi tirare un sorriso.

"Lo vedo, cara!" Ci guardamo per un tempo che parvero solo secondi e dal silenzio, si sentì solamente una lunga risata da parte di entrambi. Fingere ci riusciva così male.

Okay, l'aeroporto era davvero immenso e se mi fossi staccata dal braccio di Rayan mi sarei sicuramente persa, oppure avrei preso un volo per il Giappone. Le vetrate che si trovavano nella parte più alta dell'edificio, faceva illuminare ogni angolo la dove la penombra del primo mattino cercava di farsi spazio, persone che camminavano avanti e indietro concentrate nei propri cellulari o leggendo il loro biglietto per l'imbarcazione. I rumori dei trolley eccheggiavano ovunque, dando un leggero fastidio alle orecchie. E il profumo del caffè dei bar dei dintorni, si diffondeva nell'aria, facendo brontolare automaticamente la mia pancia. Arrossii, sperando che Rayan non mi avesse sentito, ma ecco l'ironia della sorte che si girava in mia direzione e mi sorrideva beffardo. "Fame?" mi chiese quest'ultimo.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now