33. Parte Terza

27.5K 1.3K 117
                                    

Payton

Non so quanto tempo fosse passato, sapevo solo che mi ritrovavo fra le braccia di Rayan. Quest'ultimo mi accarezzava il corpo con tale delicatezza, da farmi scoppiare in un momento o l'altro. Ad ogni suo tocco, continuava a ripetermi: "Sei mia, soltanto mia Mrs. Johnson." E le sue parole sussurrate nel mio orecchio, faceva aumentare una grande voglia al basso ventre.

Avevo caldo, nonostante indossassi solamente un semplice intimo di pizzo. Forse era il clima nella stanza, o forse era bastato l'avvicinamento di Rayan e delle sue carezze a farmi accaldare così. Riusciva davvero a farmi questo effetto?

Dalle mie labbra, era passato al mio collo e a man mano che scendeva, mi lasciava un bacio come se stesse marchiando il suo territorio o come se volesse costruire una mappa, ad ogni mio bacio mi lasciava un segno. Ero ormai immersa dai succhiotti, e se qualcuno mi vedesse in queste condizioni, penserebbe che abbia preso la varicella. "Che-.. Che stai facendo, Ray?" Ansimai, mentre sentivo il calore della sua lingua, succhiarmi la pelle della coscia.

"Ti sto dando piacere, Mrs." Si limitò a rispondere, come se la sua risposta fosse una cosa da tutti i giorni. Succhiando, leccando e toccando la mia parte più sensibile.

Dopo aver finito il suo 'capolavoro' come lo aveva definito lui, ritornò sulle mie labbra e ci giocò con esse: mordicchiandole e baciandole a suo piacimento.

Perché lui poteva avere questo potere su di me, ed io no? Anche io volevo giocare, e così feci. Con le gambe allacciate al suo bacino, lo buttai di peso contro il materasso, cosicché potessi essergli seduta a cavalcioni sopra al suo petto. "Sei in gabbia, Mr. Johnson." Scherzai, avvicinandomi alle sue labbra per lasciarci un bacio.

"E ora che mi hai preso, che cosa hai intenzione di fare?" Mi chiese, con un sorriso mozzafiato sul viso. E ditemi come avrei potuto mettere le carte in tavola per giocare, se lui continuava a mandarmi in palla il cervello e il cuore?

"Voglio baciarti qui." Dissi toccandogli il petto sodo e scolpito, avrei voluto farci tante cose, ma per il momento dovevo imparare a conoscere il suo corpo e lui il mio. "Qui." Continuai scorrendo il dito più in basso, nella direzione del suo ombelico. "E qui." Aggiunsi tornando su, tracciando tutto il percorso fino al suo collo, per poi mordermi il labbro.

Nell'arco di tempo in cui lo avevo toccato, mi ero accorta di come il suo respiro si fosse fatto più corto, di come il suo cuore battesse più veloce di prima, e a come i suoi occhi mi guardassero carichi di qualche nuovo sentimento. "Posso?" Gli chiesi in un sussurro.

"Sono tutto tuo, Payton." Mormorò appoggiando la testa sul materasso, aspettando che iniziassi a fargli le mie coccole.

Appoggiai entrambe le mie mani fredde sopra al suo petto, per poi abbassarmi fino a toccare le labbra sulla sua pelle e baciargliela lentamente. Alzai lo sguardo in sua direzione, per ritrovarmi i suoi occhi a guardare i miei. E continuando a mantenere lo sguardo, andai a baciargli ogni addominale che in tutto erano otto, scolpiti della sua pancia piatta. Quando mi abbassai verso il suo ombelico per lasciargli un altro bacio, sentii le sue mani posarsi sul mio bacino. "Fermati." Ansimò. "Ho bisogno di te, ora." Aggiunse, per poi trascinarmi sotto di lui. Adesso la situazione si era capovolta. "Vuoi davvero farlo, Payton? Non vorresti che la nostra prima volta fosse con fiori, candele o cose romantiche che piacciono a voi ragazze?" Mi chiese, sussurrando contro le mie labbra e lo sguardo fisso su esse.

"A che serve tutte quelle cose, se mi basti tu?" Gli risposi, regalandogli un sorriso.

"Caspita, ci sai fare con le parole." Disse lui rimettendosi a sedere. "Aspettami qui, torno subito." Aggiunse, per poi alzarsi dal letto.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now