41. Parte Seconda

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Dopo aver fatto la doccia in camera, ero scesa giù in salotto che erano ancora le undici del mattino. Ero rimasta distesa sul divano per la maggior parte del tempo, Rayan non era tornato nemmeno per pranzo e quindi ero rimasta con Rose fino all'una, per aiutarla con i piatti - che avevamo sporcato - e per pulire la cucina.

La partita di Basket sarebbe incominciata fra quattro ore, e si sarebbe svolta nella palestra della scuola. Avevo cucito - si fa per dire - la maglietta, e in qualche modo ero riuscita nel mio intento. L'avrei indossata e mi sarei seduta in prima fila a tifare per Rayan, rimarrà felice vedendo la mia presenza lì e mi guadagnerò un suo sorriso. Il regalo più bello che possa ricevere nel mio compleanno.

Ad interrompere i miei pensieri, fu il suono dolce che rieccheggiò in tutta la Villa. "Vado io." Annunciò Rose apparendo in salone, per poi dirigersi in direzione della porta d'entrata.

Il suono del campanello era così melodioso, rispetto a quello orribile che avevo nel mio appartamento.

"Payton, è per lei." Sentii chiamarmi da Rose, così mi alzai dal divano e le andai incontro.

Davanti alla porta, c'era un Signore - che avrà avuto minimo  una quarantina d'anni - indossava una tuta blu e un cappellino dello stesso colore in testa. Se non mi sbagliavo, quello doveva essere un postino. L'avevo intuito dalla borsa a tracolla nera, che si portava in una spalla e dall'enorme scatola di cartone che teneva sotto braccio.  "Mi scusi, è lei Mrs. Johnson?" Domandò quest'ultimo, voce rauca e quasi udibile.

Annuii. "Si, in cosa posso esserle utile?" Chiesi a mia volta avanzando in sua direzione, mentre Rose mi rivolgeva un cenno del capo e si congedava dentro in casa.

"Questo pacco è per lei, tenga." Disse porgendomelo, quindi mi affrettai a prenderlo fra le mani, non pesava molto ma non era nemmeno leggero. "Potrebbe - gentilmente - firmare qui?" Aggiunse, indicando con l'indice un foglio in un quaderno.

"Certo." Risposi, mettendo la scatola alla mia destra nel pavimento. "Ecco a lei." Conclusi, ridandogli la penna.

"La ringrazio." Annunciò alzando il suo cappellino, per poi salutarmi e andarsene.

"Un momento!" Dissi, oltrepassando la soglia della porta. Il Signore udendo la mia voce si fermò e poi si girò in mia direzione, aspettando che parlassi, ovviamente non aveva tempo da perdere e aveva sicuramente molte altre cose da consegnare. "Chi me lo manda?" Chiesi, riferendomi alla scatola.

Alzò le sopracciglia, come se si fosse appena ricordato di dovermi dire il nome del mittente. Guardò il foglio del quaderno - che secondi prima avevo firmato - e dopo aver letto qualcosa, tornò a guardarmi. "Mr. Johnson, Signora." Rispose.

Che mai avrebbe potuto mandarmi Rayan, in quella enorme scatola? Mi domandai mentalmente, grattandomi il braccio con le dita.

"Buona giornata, Signora." Annunciò l'uomo mentre entrava nel suo furgoncino bianco e dopo averlo messo in moto, si incamminò nel sentiero di sassi che lo avrebbe portato ai cancelli della Villa.

Rientrai in casa, e dopo aver preso la scatola - dal pavimento - mi incamminai in direzione della cucina, e una volta arrivata appoggiai l'oggetto sopra al bancone. "Chi glielo manda?" Domandò Rose, curiosa come la sottoscritta vedendo la scatola.

"Rayan." Risposi scuotendo per sentire qualcosa, ma non sentivo alcun suono o rumore.

Sorrise quando pronunciai il nome di mio marito, perchè sorrideva? "Sa per caso cosa ci sia dentro?" Le chiesi, andando alla ricerca di una forbice per tagliare lo scotch che avvolgeva la scatola.

"No, ma sono curiosa di saperlo." Rispose andandosi a sedersi su uno degli sgabelli, mentre si puliva le mani nel grembiule.

"Anche io." Risposi a mia volta, regalandole un sorriso che lei ricambiò.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now