4

2.7K 176 138
                                    

A svegliarmi è un raggio di sole che punta dritto sul mio viso. Le tapparelle sono già alzate, Violet si sta truccando con un asciugamano ad avvolgerle i capelli, segno che si deve essere già alzata e lavata da un pezzo.
Mi dà un buongiorno distratto e torna a concentrarsi sull'ombretto, così io ne approfitto per rigirarmi ancora un po' fra le coperte. Non è stata una bella nottata, non ho dormito bene e oggi è il primo giorno ufficiale di lezione.

Mi alzo e indosso le pantofole, ignorando il mal di testa che mi martella le tempie. È stata una nottata di incubi e sudori freddi che sembrano non avermi abbandonata. Iniziare il primo giorno con la sensazione che accadrà qualcosa di brutto non è il massimo, soprattutto non avendo nessuno di fidato al mio fianco. Non sono una persona facilmente impressionabile, ma qualcosa della storia di Dana ha lasciato il segno. Non riesco a togliermi dalla testa quella ragazza nonostante io non sappia nemmeno com'è fatta.

Raccolgo i capelli in una coda alta, prendo un cambio di vestiti puliti e raggiungo i bagni. Sul lato destro ci sono cinque docce che, a detta di Violet, la maggior parte delle volte sono tutte occupate. Mi ha raccomandato di alzarmi almeno alle cinque e mezza del mattino per trovarne una libera, altrimenti a volte c'è un'attesa di almeno un'ora. Sulla sinistra, invece, ci sono i wc e due lavandini con due specchi leggermente sporchi e appannati.

Come da aspettarsi, le docce sono occupate. Decido quindi di lavarmi i denti e sciacquarmi il viso con dell'acqua ghiacciata, sperando mi dia la carica giusta per affrontare la giornata. Alcune ragazze stanno parlando di una studentessa, ma non appena si accorgono che le sto ascoltando abbassano il tono di voce. Le ignoro e torno in camera, dove Violet ha lasciato la sua umida cascata bionda libera.

«Bagni occupati?» chiede.
Annuisco.
«Te l'avevo detto.»

Stamattina sembra particolarmente di buon umore, ma non posso biasimarla. In fondo, per lei, questa è una giornata normale. Incontrerà di nuovo amici di una vita e persone che conosce già, io sono l'intrusa. Mentre indosso la divisa della Haldell sento la nostalgia ferrarmi lo stomaco: vorrei essere a casa mia, con mia sorella e mia madre. Per non deludere mio padre mi sono cacciata in una situazione che non mi fa stare bene. Da un lato non avevo scelta, dall'altro mi sarei potuta opporre. Lavorare in qualche bar, magari. Mio padre, però, non l'avrebbe mai accettato.

«Io e Jena andiamo a fare colazione nelle vicinanze. Vuoi unirti?» chiede.

La mia voglia di socializzare, soprattutto di prima mattina, è pari a zero, ma non posso permettermi di rifiutare. Violet e Jena sono le uniche due amiche che ho, o forse è meglio dire che sono le uniche due persone che conosco. Ho paura all'idea di farmi nuovi amici, ma non posso nemmeno passare i prossimi cinque anni solo in compagnia della mia sorellina tredicenne.
«Perché no, grazie» dico.

Mentre Violet finisce di prepararsi, prendo il telefono e controllo i messaggi. Ne trovo uno da mia madre e mia sorella, che hanno unito le forze per farmi sentire la mancanza di Forks. Cerco di ricacciare indietro le lacrime, sperando che Violet non noti quanto io stia male. Non mi piace mostrarmi debole davanti agli altri.

Ci manchi da morire e la tua assenza si fa sentire nonostante sia passato solo un giorno. I vicini hanno già chiesto di te, vogliono tanti souvenir.
La signora Cooper ha detto che ti aspetta a Natale per una fetta di torta, quella donna non cambierà mai!
Come procede il primo giorno? Hai dormito bene? La tua compagna di stanza com'è? Voglio tutti i dettagli!

Mi raccomando, studia con impegno, che papà non vuole che tu perda l'anno. Anche lui ti saluta.

Jennifer è molto elettrizzata, non vede l'ora di raggiungerti.
Anche se in questo momento mi sta pregando di non scrivere una cosa, lo farò comunque: prenditi cura di lei e tienila sotto controllo.
La conosci, è uno spirito libero!

MysteryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora