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Anche oggi mi sveglio in seguito a una notte piena di incubi, con il pigiama incollato alla pelle sudata e un forte mal di testa.
Questa volta, però, è diverso. Nessuno può dirmi che andrà tutto bene o che era solo un sogno, perché non è vero. Il corpo di Joy che appare quando dormo è un ricordo, rivivo la sua morte tutte le notti. Vorrei solo cancellare quell'immagine dalla mia mente, ma non posso. Mi tormenterà fino alla fine dei miei giorni.

I miei genitori, alla fine, hanno deciso di far restare Jennifer a Forks. Ovviamente è stata un'idea di mio padre, che non ha allungato l'invito anche a me. Mia madre, invece, ha cercato di convincerci entrambi all'abbandono della Haldell, ritiene sia un'idea folle che io resti qui. In parte sono d'accordo, ma mio padre non ha voluto sentire storie o piagnistei inutili. Ritiene che solo Jenn sia quella in pericolo, che l'assassino sia un maniaco che ha tentato di violentare la piccola Joy, che ha la stessa età di mia sorella. Dunque, a detta sua, io sono fuori pericolo. Se solo sapesse le cose che ho scoperto io.

A volte vorrei poter raccontare tutto, dell'assassino e di Dana, ma poi ricordo che non posso farlo, perché farei la stessa fine di Joy. Cosa mi impedirebbe, infatti, di essere la prossima vittima? Mi hanno assalita una volta per farmi tacere e sono stata fortunata. Non posso, però, andare avanti all'infinito.

Sospiro e prendo il cellulare. I messaggi da parte di mamma sono triplicati. Se già la mia aggressione l'aveva allarmata, ciò che è successo negli ultimi giorni la rende ancora più paranoica. La capisco, però, e non la biasimo, per questo mi impegno a risponderle ogni volta che mi scrive.

Trovo anche un messaggio da parte di Sam: Ti ricordi l'invito di qualche giorno fa? La cena con i miei, intendo. È diventata un pranzo. Oggi sono disponibili, che ne dici di scappare insieme da quel mondo folle che è la Haldell almeno per un po'?

Ridacchio e digito: No.
Dopo un secondo risponde: :c

Uomo di molte parole, si sta proprio impegnando per convincermi.
Passo una mano fra i capelli unti. Dovrei fare una bella doccia, ma io vorrei solo marcire nel letto. Uscire e distrarmi, tuttavia, non potrà che farmi del bene. Mi sono un po' trascurata in questi ultimi giorni, mangio poco e non esco dalla mia stanza.

Sospiro. Scherzavo, Sam. Ti mando un messaggio quando sono pronta.

Corro nei bagni e mi faccio una doccia calda. Quando finisco di lavarmi, resto sotto il getto immobile per qualche secondo, finché, all'improvviso, non diventa ghiacciata. Sento una morsa stringermi lo stomaco e l'aria mancare. Mi ritrovo inginocchiata a terra, percepisco ancora il freddo sulla pelle. Faccio fatica a respirare, perché faccio così fatica a respirare?
Inizio a sudare.
Ruoto istintivamente al massimo la manopola dell'acqua calda e osservo il vapore formarsi, il getto non mi colpisce direttamente ma sento le piante dei miei piedi ustionarsi. Con fatica mi rialzo e metto una mano sotto l'acqua bollente, ma la ritraggo immediatamente non appena mi scotto. Scelgo una temperatura normale e torno sotto l'acqua. Elimino il gelo dalla mia pelle. Lo stesso gelo in cui era immerso il corpo di Joy, sotto quello strato di ghiaccio. Sotto quell'acqua fredda, freddissima.

Mi avvolgo nell'accappatoio ed esco dalla doccia con le gambe molli. Mi sento svenire. Una ragazza si sta truccando e mi lancia un'occhiata preoccupata. Penso mi chieda se va tutto bene, ma non ne sono certa, non la sento bene. Annuisco ed esco dal bagno, tornando il più in fretta possibile nella mia stanza. Chiudo la porta a chiave e mi siedo sul letto, mi costringo a fare respiri profondi. Uno, due, tre... Va tutto bene, sto bene.

Prendo il telefono e scrivo un messaggio a Sam. Vieni qui.
La risposta non tarda ad arrivare: Sei già pronta?
No, ma non mi sento molto bene.

Passa qualche minuto, poi qualcuno bussa alla mia porta. Apro senza pensarci, so che è lui. È già vestito, indossa una camicia bianca e sento l'odore del suo dopobarba. Mi nausea, ogni cosa mi nausea in questo momento.

MysteryWhere stories live. Discover now