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«Non dovresti essere qui.»

Mi congelo sul posto.
Al corso di autodifesa mi ripetevano sempre che è importante non farsi prendere dal panico in caso di aggressione. Bisogna restare lucidi e individuare, come prima cosa, possibili via di fuga. Potrei mettermi a correre, ma chiunque sia alle mie spalle potrebbe raggiungermi in pochi secondi. La vegetazione non è abbastanza fitta da permettermi di sgattaiolare via inosservata, tantomeno di nascondermi. Quindi no, non ho vie di fuga.

L'altro concetto fondamentale è quello di non dare mai le spalle al nemico. Siamo troppo vulnerabili ed esposti, è importante guardare negli occhi l'aggressore.
Mi volto, facendo attenzione a non fare mosse azzardate che potrebbero spingere chiunque sia alle mie spalle a spaventarsi e attaccarmi, e resto sorpresa nel riconoscere il volto di Sam. Sembra divertito dalla situazione.
Il fatto che lui sia amico di Violet mi rassicura un po', ma mi è stato insegnato di diffidare di tutti. Cosa ci fa lui qui?

Mi allontano di un passo, esibisco un sorriso strafottente per mostrarmi sicura. «Potrei dire la stessa cosa di te» ribatto.

«Ho incontrato Jena e Violet per i corridoi, mi hanno parlato di te. La tua compagna di stanza era preoccupata per te, ha detto che le eri sembrata strana e mi ha chiesto di controllare se stessi bene» spiega. «Finché non ho visto una chioma di capelli rossi avanzare verso il bosco. Un po' imprudente, Aimee, non credi? Entrare in un bosco da sola. Ti saresti potuta perdere, avresti potuto incontrare un malintenzionato...»

«Mi è andata peggio» ribatto, squadrandolo dalla testa ai piedi.

Scoppia a ridere. «Non è il modo di trattare qualcuno che conosce il tuo piccolo segreto. Cosa farebbero Jena e Violet se scoprissero che sei andata nel bosco?» Tenta di avvicinarsi, ma io indietreggio. «Sarà il nostro piccolo segreto.»

Esalo un sospiro teatrale e mi porto le mani al cuore. Lo guardo dritto negli occhi e sorrido. «Come sei dolce! Come farei senza di te, mio principe azzurro?» Torno seria e lascio cadere le braccia lungo i fianchi. «Bene, ora puoi anche andare fuori dalle palle. Grazie.»

C'è qualcosa in questo ragazzo che mi infastidisce.
Un po' è il perenne sorrisino  strafottente e saccente che gli incurva le labbra. Questo suo modo di fare, la convinzione di essere migliore degli altri, è una delle cose che odio di più nelle persone. Le fa entrare direttamente nella mia lista nera. Mi viene voglia di tirargli un pugno per togliergli quel ghigno dalla faccia, per farlo tornare nel mondo dei comuni mortali e ricordargli che non è meglio di nessuno di noi. Mi chiedo cosa ci trovi Violet in lui, come facciano a essere amici. 

«Non ti sto simpatico, vero?» chiede.
Faccio spallucce. «Non puoi stare simpatico a tutti.»

«Però mi piacerebbe stare simpatico a te, Ryle» ribatte.

Lo guardo con un sopracciglio inarcato. «Perché?»

«Sono i tuoi occhi» risponde. «Sono sempre in movimento, sempre in cerca di qualcosa. Sei una ficcanaso e si capisce dal tuo sguardo. Sono una persona curiosa anche io, dunque mi chiedo sempre cosa stai cercando. Anche io sono così, anche io sono sempre in cerca di qualcosa. E quando i nostri sguardi si incrociano, sento dentro di me la sensazione di essere vicino a ottenere ciò che cerco da una vita intera.»

Resto spiazzata dalla sua spiegazione. «Queste cose le dici anche a Clary, la tua ragazza?»
«Io e Clary non stiamo insieme. È complicato.»

«Se lo dici tu» borbotto. «Sarai talmente curioso da voler conoscere tutte le ragazze della Haldell ed entrare nella...»

«Aimee» mi interrompe. È divertito, trattiene una risata. «Che ne dici di ricominciare dall'inizio e presentarci come si deve? Andiamo in un bar a berci qualcosa e chiacchierare.»
«Ho scelta?» chiedo.
«A meno che tu non voglia che io dica tutto a Violet...»
«Sei proprio un rompicoglioni» borbotto.

MysteryWhere stories live. Discover now