Capitolo 3: Anima dannata

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Le ultime parole del dottor Blank, crearono in me un orribile senso di angoscia. Come se non bastasse, mia moglie e mio figlio erano anche il motivo per cui mi trovo in questo posto. Nonostante fossi ancora stordito da questa situazione, la mia mente era abbastanza lucida da capire che dovevo aver fatto qualcosa di orribile. Possibile che non sia capace di ricordare nulla? Davvero il mio inconscio mi stava proteggendo da ricordi dolorosi come diceva il dottore? Migliaia di domande ronzavano nella testa, tuttavia potevo fare una cosa sola, stare zitto e ascoltare.
Nel frattempo il dottor Blank si era messo a sedere dietro la scrivania e con lo sguardo di uno che cerca di studiare l'anima altrui chiese:

- Linda Browner e Matthew Browner, le dicono nulla questi nomi? -

- No, non mi ricordo di loro -

- Sua moglie aveva 45 anni, mentre suo figlio 7. Dai racconti del vicinato si diceva che eravate una bella coppia, persone a modo e molto attenti a vostro figlio, ma, evidentemente, qualcosa non funzionava poi così bene. Signor Browner, ciò che sto per dirle le creerà forte disagio, come già successo altre volte. E' pronto ad affronarlo? -

Una parte di me era curiosa di sapere cos'era successo alla mia famiglia, l'altra invece era terrorizzata. Tra le due, prevalse di prima.

- Voglio sapere tutto - dissi con un filo di voce

Blank fece un lungo respiro, poi disse:

- La polizia trovò ciò che rimaneva dei loro corpi lungo la riva del fiume che costeggia il paese. I cadaveri furono ritrovati senza arti e senza testa. Fu impossibile identificarli. Tuttavia, pochi giorni dopo il decesso, lei chiamò la centrale costituendosi. Li aveva uccisi e poi fatti a pezzi con un'ascia. Poco prima che iniziassero a interrogarla sui dettagli, lei perdette la memoria. Erano i primi attacchi di amnesia. Da quel momento cominciò a dichiararsi innocente. Poco tempo dopo, durante il processo, il giudice decise di assegnarla alla mia clinica. Questo è tutto -

Fulmini, migliaia di fulmini, attraversarono mente e cuore in quel momento. Angoscia, paura, terrore, permearono la mia anima annientandola nella sua essenza. Silenzio, nient'altro che un assordante silenzio circondava la stanza. Nessun ricordo riecheggiò nella mia mente e forse, era meglio così.
Il dottor Blank disse a Frank qualcosa che non riuscii a comprendere. L'inserviente uscì dalla stanza per poi tornare con un bicchiere d'acqua. Me lo porse ma la mente non permetteva al mio corpo di muoversi. Ero immobile come uno dei tanti libri del dottore. Davvero ero stato capace di fare una cosa simile? E per quale motivo?

Notai lo sguardo di Blank rivolto verso me e le sue labbra muoversi. Dopo pochi istanti le mie orecchie ripresero a funzionare:

- Signor Browner? Riesce a sentirmi? -

Non riuscii a proferir parola, feci solo cenno con la testa.

- So come si sente, e sono sicuro che non le sono tornati nemmeno i ricordi, tuttavia non si preoccupi. Sono qui per aiutarla. Questo fa parte della terapia. Sono diversi anni che la seguo e può scommettere che non mi arrenderò proprio adesso -

"Diversi anni". Da quanto tempo ero rinchiuso in quel posto?

- Allister, lo riporti nella sua stanza, ha bisogno di riposo -

- Sì signore -

Frank riprese a trascinare la sedia a rotelle. Non mi accorsi nemmeno del tempo che impiegammo per arrivare alla mia stanza. Frank si assicurò che entrassi, dopodiché chiuse la porta e si allontanò. Il fetore di quell'ambiente era nulla in confronto al marciume della mia anima. Che razza di mostro potevo mai essere? Meritavo davvero di vivere dopo aver fatto una cosa simile?
Stremato sia nel corpo che nella mente, mi avvicinai al letto per stendermi. Nell'alzare le coperte notai un pezzo di carta appallottolato. Lo aprii. Rabbrividii nel vedere che c'erano scritte fatte col sangue. Le due parole che vi erano scritte, destarono scalpore e confusione nella mia mente:

BLANK BUGIARDO

PsychologiaWhere stories live. Discover now