Capitolo 11: Allucinazioni uditive

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Riaprii gli occhi in una stanza diversa dalla camera anecoica. Mi trovavo steso su un letto. Guardai intorno, le pareti erano bianche e la stanza non aveva un briciolo di sporco. Sembrava l'avessero appena pulita. Ormai avevo perso il conto di tutte le volte che ero svenuto e, ad essere sincero, non me ne importava più nulla. L'unico mio pensiero al momento, era trovare un modo per farla finita. Non aveva più senso continuare.

Pensai per diversi minuti. Pensai a svariati modi. Pensai. Pensai.
Alla fine non ebbi il coraggio di intraprendere alcuna azione. Una parte di me voleva porre fine a tutto ciò, smetterla di subire questi trattamenti disumani. L'altra parte aveva semplicemente paura. Paura di soffrire invano, paura che qualcosa andasse storto e, ultima ma non per importanza, paura di cosa ci sarebbe stato dopo la morte.
Buffo non è vero? Al momento queste cose mi spaventavano più di questo inferno.

In quel momento la porta bianca di ferro si aprì. Dietro essa apparve il dottor Allister. La chiuse alle sue spalle e con sguardo compiaciuto disse:

- si è divertito nella camera anecoica Browner? -

Non risposi.

- Sa, la notte, prima di andare a letto, quando crediamo ci sia il "silenzio assoluto", in realtà si registrano rumori di sottofondo attorno ai 30 decibel. Suoni quasi impercettibili per l'orecchio umano. All'interno della camera anecoica, la soglia del rumore è circa -9 decibel. Non è incredibile? Questo è il "vero" silenzio assoluto. -

- Cosa c'entra tutto questo col curare i pazienti? - Chiesi con un filo di voce.

Dopo un lieve sorriso, Allister rispose:

- L'orecchio umano, nell'arco della vita, non smette mai di "lavorare". All'interno della camera, vi è assenza di rumori. Di conseguenza, non solo vengono recepiti quelli estremamente lievi, per esempio lo scorrere del sangue nelle vene, ma vengono "creati" suoni che, semplicemente... Non esistono. Ciò determina le cosiddette "allucinazioni uditive". -

- Continuo a non capire cosa c'entri col curare i pazienti. -

Allister si avvicinò. Mi guardò fisso negli occhi.

- Mi dica Browner, ha sentito per caso una voce chiamarla per nome? -

Rimasi sbalordito da quella domanda. Come poteva saperlo?

- Deduco dal suo silenzio, che la risposta è sì. Prima ho detto che l'orecchio "crea" suoni che in realtà non esistono. La cosa interessante è che, queste allucinazioni uditive, non sono casuali. Sono strettamente correlate alla psicologia della persona. Possono rappresentare i dubbi, le paure, i piaceri della propria psiche. Lei in questo momento si sente solo, senza speranza, starà sicuramente pensando al suicidio. Quindi, qual miglior conforto di una leggiadra voce che invoca il suo nome? -

Allister sorrise soddisfatto. Capì dal mio silenzio che la sua teoria era corretta in ogni punto.

- Ovviamente siamo solo all'inizio. Le allucinazioni più interessanti arriveranno col tempo e saranno direttamente proporzionali all'intensità del trattamento. -

"Direttamente proporzionali all'intensità del trattamento". Quella frase mi fece gelare il sangue.

- Questo significa che dovrò tornare là dentro? - Chiesi conoscendo già la risposta.

Il dottor Allister s'incamminò verso la porta. La aprì, ma prima di andarsene disse:

- Non solo. -

PsychologiaWhere stories live. Discover now