Capitolo 13: 1° seduta

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A intervalli regolari, una scarica elettrica partiva dalle tempie e attraversava il corpo sino a giungere alle dita dei piedi. La benda che avevo in testa, quella dannata benda. A essa probabilmente erano attaccati due elettrodi, forse controllati a distanza o forse sincronizzati per emettere scariche solo in determinati momenti. Lo capii nel momento in cui tentai invano di togliermela. Mi avevano privato anche del sonno. Cos'altro potevano portarmi via adesso?
Il fisico iniziava a risentirne. Ero debole. Mente e corpo era come se non mi appartenessero. Dopo poco sentii l'eco di alcuni passi avvicinarsi alla camera. La porta si aprì e dietro essa apparvero due persone. Una di queste era Fisher. Dietro di lui c'era un uomo molto anziano con addosso un camice. Forse si trattava del dottor Kraulitz, quello accennato da Blank. Il suo volto era serio, non lasciava trasparire alcuna emozione, alcun sentimento, solo infinita freddezza. La pelle grinzosa e i capelli bianchi mettevano in mostra tutta la sua età.

- Sono il dottor Absalon Kraulitz. Adesso la sottoporrò ad alcune domande a cui dovrà rispondere con la massima sincerità. La sua libertà dipenderà da queste risposte quindi le consiglio di prestare attenzione. -

Notai un lieve accento tedesco nella sua voce risoluta. Nel frattempo Fisher prese una sedia da dietro la porta della camera e lo fece accomodare. Notai lo sguardo di Fisher incontrare spesso il mio. Sembrava quasi volesse scrutare anch'egli la mia anima. Adesso però non potevo distrarmi. Nonostante la debolezza dovevo restare concentrato. Forse avevo una possibilità di uscire. Che strano, prima consideravo solo la morte come unica fonte di libertà, adesso invece una nuova speranza si era affacciata all'orizzonte come il sole quando sorge il mattino.

Il dottor Kraulitz prese un registratore dal taschino destro del camice e cominciò a registrare:

- 1° seduta col paziente Jason Browner. Il paziente mostra evidenti segni di stanchezza fisica e mentale.
Inizio test psicologico.
Qual è il suo nome? -

- Il mio nome è Jason Browner - risposi deciso.

- Ne è sicuro? -

Quella domanda mi lasciò interdetto per un breve momento, dopodiché risposi:

- Sì. -

- Qual è la sua paura più grande in questo momento? -

Risposi senza pensarci:

- Ho paura dei trattamenti che dovrò subire. -

- Desidera quindi andarsene? -

- Sì. -

- Cosa farebbe una volta fuori di qui? -

Non seppi dare una risposta a quella domanda. D'altronde cosa avrei potuto fare? Non sapevo nulla su di me. Avevo una casa? Dei genitori? Degli amici? Il dottor Kraulitz notò subito la mia indecisione, quindi passò a un'altra domanda:

- Perché si trova qui? -

Abbassai lo sguardo sul pavimento e, pieno di vergogna, risposi:

- Ho ucciso mia moglie e mio figlio -

- Ne è sicuro? -

Di nuovo quella domanda. Perché me lo chiedeva?

- A esser sincero non ho nessuna certezza. Non ricordo l'accaduto. Tuttavia ho fatto un sogno. -

- Quindi si sta affidando a... Un sogno? -

Notai sarcasmo in quelle parole.

- No, non mi baso solo su quello. Il dottor Blank mi ha spiegato i dettagli dell'accaduto. -

- Cosa le fa credere che il dottor Blank stesse dicendo la verità? -

Rimasi in silenzio. Dove accidenti voleva arrivare? Voleva farmi affermare che il dottor Blank fosse un bugiardo? O voleva testare la mia sanità mentale? Merda e ora cosa gli dico?

Il dottor Kraulitz abbassò lo sguardo e sospirando disse:

- Trovo sia molto semplice smontare le sue "convinzioni" signor Browner. -

- Basta la prego. Non so più a cosa pensare. Qua dentro dovreste aiutare le persone, invece fate l'esatto contrario! - Dissi disperato.

- Interessante. Una parte di lei sta cercando la libertà fuori da questo luogo, magari attraverso una nostra "cura" e non ha dubbi sulle vicende del passato. Un'altra parte sta cercando la libertà nella disperazione, nel dubbio, nell'incertezza, nella speranza che il dottor Blank abbia mentito. Questa parte di lei potrebbe portarla al suicidio, anzi, probabilmente ci ha già pensato. -

Sentii gli occhi lacrimare. Nel frattempo il dottor Kraulitz si alzò in piedi dirigendosi verso la porta. Prima di andarsene, continuando a darmi le spalle, disse:

- La seduta di oggi è terminata. In questo momento è come se due anime vivessero dentro di lei Browner. Nell'attimo in cui torneranno a essere una sola, solo in quell'istante, lei sarà libero. -

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