Capitolo 27: Schiavi della scienza

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Un mostro. Adam Willem non era altro che un mostro. E io? Chi diavolo ero io? Forse tutto quello che mi era successo non era altro che una punizione. Una GIUSTA punizione.

Ricordare i litigi con Abigail e il dolore che le arrecai fu straziante. Ricordare che fui proprio io a portarla qui lo era ancora di più. Adam voleva che diventasse un'altra persona. Tuttavia il suo carattere risultò più duro di una roccia e le fasi durarono più del previsto. Quando la incontrai nella stanza 5 una parte di lei era ancora intatta. Quella parte ora mi mancava dannatamente.

Rimasi a lungo a ricordare gli eventi della mia vita.

Fui io stesso ad assumere Gerald Fisher come inserviente. Essendo orfano era perfetto per questo genere di lavoro, inoltre era giovane e già temprato.

"Una macchina perfetta" avrebbe detto Adam Willem.

Povero ragazzo. Per insegnargli la disciplina e la dura vita di un ospedale psichiatrico, feci ricorso a ogni genere di violenza fisica e psicologica, tanto da condizionare la sua esistenza.

Provai un profondo senso di ribrezzo e orrore per le mie azioni.

- Dottor Willem, si sente bene? - Chiese Blank.

Lo guardai negli occhi con determinazione.

- Perché volli testare la "cura" su me stesso? Questo dettaglio ancora mi sfugge. -

Blank capì che riacquisii i ricordi, potevo leggerglielo in volto.

Alla mia domanda rispose il dottor Allister.

- Durante la conferenza scientifica, la sua cura fu ampiamente criticata dal sottoscritto e dal collega qui presente. La comunità respinse all'unanimità l'efficacia del suo trattamento. Le soluzioni a questo punto erano due: 1, avrebbe dovuto inventare o utilizzare un altro genere di cura; 2, avrebbe dovuto chiudere l'ospedale psichiatrico. -

Continuai io stesso il suo dicorso:

- ma Adam Willem era troppo orgoglioso per farlo. Aveva riposto la sua vita nello studio della psicologia e nella clinica psichiatrica. Fu così costretto a giocare la sua ultima carta testando le teorie su se stesso sotto la vostra diretta supervisione. Dico bene? -

Allister annuì dicendo:

- siamo orgogliosi di annunciarle, a nome di tutta la comunità scientifica, che il suo trattamento risulta efficace al 100%. L'unica incognita restano i tempi di recupero del paziente, ma è un problema decisamente piccolo rispetto all'immenso risultato. Dottor Willem, lei potrà continuare a esercitare la sua attività. Saremmo lieti se prendesse parte alla prossima conferenza per enunciare i risultati ottenuti. -

- Congratulazioni dottor Willem. - Disse Blank orgoglioso stringendomi la mano.

Non riuscii a trattenere la rabbia. Davvero queste persone erano disposte ad accettare quella cura disumana? No, non potevo permetterlo.

- Scellerati! Non siamo macchine da aggiustare, siamo uomini! La nostra anima non è costituita da ingranaggi ma da emozioni! Proprio quelle che voi, schiavi della scienza, avete dimenticato! Come potete accettare simili omicidi dell'anima? Eppure, io, Jason Browner, ne sono colpevole quanto voi. La follia si prese gioco di me ingannandomi. La superbia mi rese un mostro. La rabbia distrusse ogni frammento di umanità presente nel mio cuore. Ora ho imparato. La vita mi ha insegnato una dura lezione. Perdere tutto ciò che avevo è stato il prezzo da pagare. Spegniamo questa musica di idiozie! -

Il dottor Blank abbassò lo sguardo. Il suo animo era visibilmente sconsolato. Alzò gli occhi e, rivolgendosi al dottor Allister, disse:

- sapevamo che non avremmo recuperato la sua vera personalità. -

Dopodiché si voltò verso di me.

- Il suo eroico gesto per il bene della scienza, verrà ricordato per sempre dottor Willem. E' stato un piacere lavorare con lei. -

"Mi sta davvero lasciando andare? Possono finalmente tornare a essere libero?"

Questa volta Blank guardò sia Allister che Kraulitz.

- Procedete con la lobotomia. -

Non ebbi nemmeno il tempo di stupirmi che Kraulitz colpì violentemente la mia testa con un qualche oggetto che non riuscii a identificare.

Mi ritrovai con il volto puntato verso il pavimento. Non persi conoscenza, tuttavia il mio corpo non fu in grado di rialzarsi.

- Vado a prendere una barella. - Disse Allister fiero di se.

Con un filo di voce riuscii a esprimere il mio sdegno.

- Vigliacchi. Non siete altro che dei... -

Allister mi colpì con un piede in pieno volto e si avviò verso la porta.

All'improvviso sentii un violento colpo alla porta seguito da un terribile frastuono. Udii degli spari che mi fecero fischiare le orecchie. Voltandomi da un lato vidi il dottor Kraulitz steso per terra ricoperto di sangue e con in mano una pistola. Non riuscivo ancora a sentire nulla, tuttavia vidi decine di agenti di polizia puntare le loro armi verso Blank e Allister. D'un tratto un uomo entrò nella stanza e, non appena vide le manette sui polsi dei dottori, esclamò una frase che compresi solo attraverso il labbiale:

- L'agente Nolan vi porta i suoi saluti! -

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