16.

1.3K 69 0
                                    

Nothing like us- Justin Bieber

~Evelin

Sono ancora sorpresa per l'accaduto con Jayson. E pensare che io credevo fosse in giro.
Ormai è tardi, l'1:36 di notte, domani abbiamo scuola e sia io che Ally ci siamo fatte accompagnare dai nostri amici dopo qualche tiro di canna, e adesso sono qui nella mia stanza. Sono stanca, ho passato tutta la serata a ridere con loro dopo essere uscita dalla camera di Jayson, ma quello non l'ho raccontato a nessuno, neanche ad Ally.
Sarà la stanchezza, o il tiro di canna che ci siamo fatti, ma ho sonno, e non appena appoggio la testa sul cuscino, chiudo gli occhi e mi appare davanti l'immagine di Jayson con l'asciugamano in vita, proprio come oggi. Qualcosa mi dice che stanotte lo sognerò.

Suona la sveglia. Un'altra giornata da passare a scuola e trovo ingiusto il fatto che il mio letto diventa sempre più comodo ogni mattina che passa, e che io devo abbandonarlo lì ,tutto solo, per andare in un posto che odio.
Ormai convinta del fatto che io non possa farci niente, mi alzo e inizio a preparami. Dopo essermi fatta una breve doccia per svegliarmi un po' nel bagno di camera mia, anche se piccolo, apro l'armadio e la prima cosa che noto è una gonna. Non mi dispiacerebbe mettermela, vorrei cambiare un po' quindi, opto per una gonna a fiori sull'azzurro, a vita alta, e una maglietta bianca con la scritta "Los Angeles" nera a maniche corte. Fuori fa un po' freschino, è quasi autunno, quindi indosso una giacca in jeans chiaro e le mie amate converse, anche queste bianche.
I miei capelli li lascio come al solito, sciolti con il mio mosso naturale.
Avviso gli altri di essere pronta come ogni mattina e loro mi raggiungono in poco tempo.
Arriviamo a scuola, e tutto procede come ogni mattina.

Siamo alla terza ora, in quella prima c'è stata musica e abbiano iniziato a suonare i nostri strumenti. Ho dimostrato al professore e alla classe ciò che ho imparato con gli anni e tutti ne sono rimasti affascinati.
Adesso c'è l'intervallo, ma scrivo un messaggio ad Ally che non la raggiungo alle macchinette. Voglio stare ancora in quest'aula con tutti questi strumenti e questo pianoforte, che considero come se fosse di mia proprietà.
Mi ricordo di una delle mie canzoni preferite che ascolto molto spesso, con la melodia suonata col pianoforte e mi viene una voglia matta di suonarla.
Chiudo la porta dell'aula, così nessuno mi sente, non voglio dare spettacolo. Mi siedo sulla panca nera lucida, come il pianoforte, appoggio le mie dita premendo delicatamente i tasti di questo piano così nuovo, e man mano che vado avanti con le dita mi sembra di abbandonare la vita reale sulla terra di arrivare in un mondo tutto mio, lontano da tutti, e come piace a me.
Era da tanto che non provavo questa sensazione, da quando ho lasciato casa mia.

~Jayson

Ho bisogno di parlare con il professor Jefferson, l'insegnate di musica. Davvero vogliono che ogni studente della scuola suoni uno strumento? Che pessima idea. Io non lo farò mai. Mi avvicino alla sua aula, e inizio a sentire una melodia prodotta da un pianoforte. È una canzone malinconica, triste, però è suonata molto bene e la curiosità mi spinge a vedere chi è questa persona così brava.
Apro piano la porta cercando di non far rumore e quindi di non distrarre nessuno, e appena mi affaccio per vedere, e magari ascoltare meglio, vedo dei capelli azzurri, mossi e bellissimi. Capisco tutto.. Evelin. Non sapevo che sapesse suonare il piano, e non pensavo fosse così brava.
Perché poi dovrebbe suonare una canzone così triste? Entro in aula facendo sempre il minimo rumore e chiudo la porta nel modo più silenzioso possibile. Lei purtroppo mi sente e si ferma. Si gira e appena i suoi occhi incontrano i miei, fa un piccolo sobbalzo.

<<Jays, da quanto sei qui?>> dice lei un po' imbarazzata. Però non sorride.

<<Scusa se ti ho disturbato, non volevo.>> le dico sedendomi su una sedia un po' più distante da lei.

<<Ah niente, stavo solo provando e pensando ai miei ricordi di quando ero piccola.>> appena si rende conto di avermi confidato una cosa in più diventa subito più seria, composta, e come se volesse andare sulla difensiva.

<<Non andare sulla difensiva. Non ti giudico per quello che fai.>> e qui si ammorbidisce un po'.
Iniziano a sorgermi tante domande sul perché ha avuto questo cambiamento non appena mi ha detto di lei da piccola. Non voglio fargli tante domande, non vorrei mai che pensasse che provo interesse per lei.

<<Non penso che tu dopo una lezione di musica abbia imparato a suonare così bene.>> le dico.

<<No, infatti prendevo lezioni private da quando ero piccola fino a non molto tempo fa.>> non entra nei dettagli e questo mi fa capire che non devo andare oltre.
<<Vuoi provare?>>mi propone.

<<Come?>> chiedo sbalordito.

<<Il professore dice che dovrei aiutare gli altri studenti ad imparare, e potrei incominciare da te.>>

<<Tu che aiuti le persone?>> sorrido sorpreso, non mi sembra tanto il tipo di persona da aiutare gli altri..

<<Si,beh, non ho ancora accettato questa proposta e non ne sono del tutto convinta, in effetti ci sto pensando su.>> ride.
<<Dai vieni.>> mi fa segno con la mano e mi indica uno spazio sulla panca vicino a lei.
Non so perché ma qualcosa mi spinge ad andare da lei e provare con lei.
Mi fa posto sulla panca nera stra lucida e io la raggiungo.
Sono accanto a lei e qui mi viene in mente il giorno prima. Mi sento un po' a disagio, ma cerco di non darlo a vedere,e penso anche lei perché è diventata leggermente più rossa di come era prima. Potremo affrontare quel discorso più tardi, se non litigheremo come nostro solito da quando ci siamo "conosciuti".

<<Ehm, okay, allora, vuoi sapere le note di qualche canzone in particolare?>> mi chiede.

<<Perché suonavi quella canzone così triste prima?>> non resisto e glielo chiedo.

<<È una delle mie preferite.>> resta sempre sul vago e mi risponde freddamente.

<<No, non importa quale canzone scegli, a me va bene anche quella di poco fa.>> sorride.

Man mano mi spiega le prime note, e i rispettivi tasti del pianoforte. Io ovviamente ci capisco poco, ma con lei sembra tutto molto più facile e mi sembra di imparare qualcosa. Ridiamo e scherziamo insieme mentre proseguiamo questa canzone triste e le due cose si contraddicono a vicenda.
Un brivido mi percorre tutto il corpo, e penso anche a lei, non appena le nostre mani si sfiorano.
Ci guardiamo entrambi negli occhi e mi sento un po' a disagio, vedo che per lei è lo stesso.
Non mi sono mai sentito a disagio con una ragazza, non è da me, per niente.
Non sono quel genere di ragazzo.

<<Ehm.. Sembra semplice suonarlo, ma io sono già in difficoltà.>>

<<Già, sembra facile..>> anche qui riserva i suoi pensieri per sé.

Suona la campanella e dobbiamo abbandonare quest'aula.

<<Bene Evelin, mi è piaciuto fare lezione con te.>> ammetto con un sorriso soddisfatto.

<<Mm, strano>> mi fa.
Già un po' lo è, ma sta ragazza ha uno strano impatto su di me.

Ci alziamo entrambi dalla panca e noto che indossa la gonna. Se la sta sistemando perché le è salita leggermente sù. Non è né troppo corta nè troppo lunga, le arriva sopra il ginocchio. In quel momento ritorno il me di sempre. I pensieri perversi di ieri sera cominciano a ritornare nella mia testa.
Cerco di autoriportarmi alla realtà.

<<Perché strano?>> le chiedo anche se la risposta credo di saperla.

<<Ogni volta che stiamo insieme litighiamo o succede qualcosa di estremamente imbarazzante.>>
Dice ricordando anche lei il giorno prima.

<<Già.>> rido. È stano ridere con lei, ma sembra vero. La mia risata è vera con lei.
*Jayson cosa ti prende?* la mia voce interiore mi ricorda del mio cambiamento quando sono con lei.

<<Ci vediamo in giro Jays.>> prende il suo zaino nero ed esce dall'aula. Lo stesso faccio io e vado verso gli armadietti a prendere ciò che mi serve per la lezione successiva, e in testa ho tanta confusione: note tristi, risate vere, sorrisi, carezze, schiaffi... Tutto che mi porta ad un pensiero fisso, lei.

REBELS- Anything can happen (#Wattys2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora