25.

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~Evelin

È mattina presto ed io mi sono appena alzata, sta notte non ho fatto altro che sognare Jays.
Prendo il telefono per capire bene quanto tempo ho per prepararmi prima di dover andare a scuola e non appena leggo 8:57 sul display mi prende il panico, ma subito dopo mi ricordo che oggi non si va a scuola a causa di uno sciopero e che quindi posso starmene tranquilla e beata qui. Appena il mio pensiero della scuola va via mi torna lui in testa.
La mia mente ha ripercorso, molto velocemente, la giornata di ieri e mi sono resa conto che forse la mia reazione è stata esagerata. In fin dei conti neanche per me quel bacio significa qualcosa, si lo volevo in quel momento, ma non per questo dovrebbe importarmi qualcosa.
Ripensando a Jays mi vengono in mente i messaggi di ieri sera a cui non ho ancora risposto e a cui non risponderò a causa dell'orgoglio.
Prima ancora di prepararmi e fare colazione prendo il telefono e chiamo Allyson, che dopo tre squilli risponde.

<<Evelin!>> mi urla al telefono tutta entusiasta.

<<Ehi Ally, come stai?>> le chiedo felice di risentirla.

<<Bene.. Direi bene tu?>> il suo tono si abbassa e sembra essere poco convinta di quello che dice, spero non sia successo niente di grave.

<<È successo qualcosa che devo sapere?>> le chiedo con un tono preoccupato.

<<No no niente di che poi ti racconto quando ci vediamo..>> annuisco poco convinta anche se so che non mi può vedere.

<<Hai già fatto colazione?>> cambio discorso per arrivare a dove voglio arrivare.

<<No in realtà, perché?>>

<<Bene, neanche io, preparati se non lo hai fatto che verso le dieci passo da te e facciamo colazione insieme, così intanto mi racconti bene che succede.>> le dico molto direttamente.

<<E se io non ci fossi tra un'ora>> mi dice, ma dal tono di voce si può ben capire che non è così.

<<Tra un'ora ci sei?>> le chiedo ironicamente.

<<Si ci sono>> mi dice divertita.

<<Okey allora ti lascio che vado a prepararmi così tra un' ora sono da te>> la saluto e chiudo la chiamata senza aspettare che ricambi il saluto.

Mi dò una lavata veloce in modo da non puzzare e intanto penso a cosa mettermi. Opto per un pantaloncino corto di jeans con sopra una maglietta bianca con il simbolo dell'Adidas nero e ai piedi le mie superstar bianche con le strisce laterali nere.

Mi sistemo i capelli in una crocchia disordinata ma che a me piace e infine prendo i miei trucchi per darmi una leggera sistemata.
Mi metto semplicemente un po' di mascara e un rossetto non troppo acceso sulle labbra, non mi voglio caricare troppo.

Dopo venti minuti sono pronta per uscire. Esco dalla mia stanza chiudendola a chiave e vado verso il salone. Di mattina non c'è quasi nessuno qui, anche perché la notte si divertono e se va bene tornano per le quattro di mattina e quindi non di certo si svegliano alle nove e mezza.

Dopo aver attraversato l'ampio salone apro la porta d'ingresso e per un attimo mi sembra di rivedere davanti a me la scena di me e Jayson di ieri, di quando mi ha chiaramente detto che non significa niente per lui quello che è successo, non che a me interessi ovvio.
Strizzo gli occhi per un attimo in modo da far sparire quell'immagine dalla mia mente e vado verso la fermata dell'autobus, pochi isolati dalla confraternita, per aspettare che arrivi il pullman che porta in città.
Dopo dieci minuti arriva il pullman, spero che non salgano i controllori perché io non ho il biglietto.
Alle 9:55 arrivo in città e scendo alla fermata più vicina a casa di Allyson.
Dopo cinque minuti sono davanti casa sua.
Suono al campanello e giuro di aver sentito,da dietro la porta, Ally che insultava le scale perché stava inciampando come suo solito fare quando va di corsa. Dopo poco mi apre e appena mi vede mi abbraccia fortissimo, anche se non la vedo dall'altro ieri mi era mancata comunque. 

REBELS- Anything can happen (#Wattys2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora