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~Jayson

<<Cos'hai fatto oggi?>>
domando ad Evelin che si è appena sistemata sul mio letto.
Dall'ultima litigata causata da Jade, sono passati due mesi, due mesi in cui il nostro rapporto, iniziato invece sei mesi fa, non ha fatto altro che rafforzarsi.

Sistemo un attimo la scrivania per fare un po' più di ordine nella mia stanza che più che una camera da letto sembra tanto un magazzino e nel mentre osservo Evelin che mi racconta di come ha passato il pomeriggio e la serata insieme ai suoi amici.

<<Siamo andati a prendere Austen a lavoro e infine siamo stati a casa di Allison, ho cenato con lei e la sua famiglia e poi gli altri mi hanno riaccompagnato qui>> mi spiega Evelin facendomi una breve sintesi della sua giornata.

<<Ah, e dove lavora Austen?>> domando.
Un forte dolore al petto si propaga in me e così anche una profonda tristezza.
Devo seguire le indicazioni di Isac, far sì che arrivi al suo scopo, ovvero quello di vendicarsi nei confronti di Austen, ma non gli permetterò di fare del male ad Evelin, e tanto meno che ci metta uno contro l'altra. So che è sbagliato quello che sto facendo ma so anche quanto Isac mi abbia aiutato nel mio periodo buio e quanto impegno ci abbia messo per portarmi fuori da tutto quel giro. Non posso fargli un torto come allo stesso tempo non posso farlo a lei ma ormai è troppo tardi e ciò che è fatto è fatto.

<<Progetta design moderni per macchine e moto e nel tempo libero aiuta Daniel nella vecchia officina del padre, lavorano spesso insieme>> mi spiega semplicemente e ingenuamente, sotto sotto avrei sperato in una sua non risposta ma purtroppo lei si fida di me, forse fin troppo e forse fa male..

Conosco l'officina di Daniel, verso settembre mi è capitato di vedere Evelin insieme al suo gruppo li vicino ed è poco distante da qui, verso la periferia.
<<Allora potrei chiedergli una mano per la mia moto, dovrei cambiare qualche pezzo e pulirla per bene>> cerco di rendere il tutto meno pesante, più per me che per lei.

<<Certo, quando vuoi dimmelo che lo chiamo>> mi sorride, felice di sapere che magari tra me ed Austen potrà nascere una conoscenza o addirittura un'amicizia.
Mi sento abbastanza uno schifo e nascondo il mio sorriso falso, girandomi e interessandomi improvvisamente alla polvere sulla mia scrivania, che di interessante ha davvero poco.

Come è nostro solito fare, teniamo un CD o una chiavetta fissa allo stereo e in ogni circostanza, facciamo riecheggiare note e parole tra di noi, come per entrare in un mondo tutto nostro in cui solo guardandoci capiamo ciò di cui l'altro ha bisogno.
Era da tanto che non sentivo questa vecchia playlist, composta da canzoni che hanno fatto parte della mia infanzia e che mi portano a ricordare storie ed episodi di quando ero piccolo, solo e trascurato da tutti.

Riordinando la scrivania, stringo in mano una cartella con dentro dei miei vecchi disegni, i primi che cominciai a fare e dai quali scoprii quanto questo metodo per sfogarmi e distrarmi per un attimo dai miei demoni fosse utile.
Come mi capita spesso di raccontare, avevo poi smesso di seguire questo metodo fino a quando non ho incontrato Evelin e ho voluto ritrarla su quel foglio di carta. Quello è stato il primo disegno dopo tanto tempo che non prendevo in mano una matita per ricreare i miei pensieri sotto forma di immagini e figure astratte, e sempre quello è stato il disegno che ho preferito tenesse e custodisse lei, perché era l'unico che rappresentasse felicità, la felicità che non ho mai ottenuto in tutta la mia vita. Quel disegno rientra forse nella categoria delle cose che non voglio perdere, proprio come lei.

Incominciano a risuonare per tutta la stanza le note di una vecchia, ma grande canzone, piena di significato per me: "She's the one"
Prosegue con un volume di sottofondo, ma che nella mia mente non fa altro che aumentare e farsi sempre più forte, fino ad entrare nella pelle e penetrarmi nell'anima.

REBELS- Anything can happen (#Wattys2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora