Chapter 1

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«Ciao Emma, da quanto tempo non ci vediamo.» Non ha  il tempo di finire la frase che gli salto letteralmente addosso e lo faccio accomodare in casa mia. Sono le 11 di sera e la sua visita a quell'ora è relativamente strana anche se con lui c'è da aspettarsi di tutto.

Marco ha 20 anni, ed è il tipo di ragazzo bello e simpatico e ci prova con tutte e, avendone le possibilità, si trova tutti i giorni fuori casa a causa di feste. Non studia molto, ma non gli importa minimamente delle conseguenze. Comunque la cosa che davvero mi stupisce è vederlo senza una ragazza appresso.

«Cosa ci fai qui Marco?» chiedo diretta. Non lo vedevo da molto tempo. Ho cercato di allontanarlo il più possibile dalla mia vita incasinata.

«Sai, ho saputo che alla fine hai deciso di non abortire e hai tenuto la bambina e volevo solo sapere come stessi. So che è strano vedermi alle 11 di sera davanti a casa tua dopo anni che non ci vediamo, ma mi mancavi e in questi due anni ne sono successe di cotte e di crude.»

«Non dirlo a me.» gli dico ironico mentre lui fa un piccolo sorriso che fa spuntare inevitabilmente la sua fossetta.

«Perché sei andata a letto con lui? Pensavo di averti avvertito di non farlo prima di partire per Los Angeles. Hai rovinato la tua vita.» mi rimprovera lui mentre io mi acciglio per la durezza delle sue parole.

«Ero innamorata di lui, mi ero illusa che lui fosse cambiato per me e che forse mi amava veramente, che non mi usava solo come oggetto come le altre che le ronzavano attorno. Invece era tutto nato da una stupida scommessa che mi ha rovinato la vita.» dico cercando di trattenere le lacrime mentre i ricordi riaffiorano nella mia mente.

E so che non sarei dovuta andare a letto con lui, lo so bene, ma non ho potuto evitarlo.
Perché il mio non è stato solo un mero bisogno carnale, il mio è stato un bisogno spirituale.
Perché quel giorno non eravamo solo pelle contro pelle, eravamo due occhi che si cercavano, due labbra che non smettevano di assaporarsi, due anime che si univano e due cuori che battevano all'unisono.
E quel giorno sembrava tutto così perfetto, lui sembrava così perfetto che ho spento la mia ragione e mi sono fatta guidare dal mio istinto e dal mio... amore per lui.

Quell'amore che ti brucia sulla pelle, quell'amore che senti dentro, che ti arriva fin dentro le ossa e che non ti fotte solo il corpo, ma anche la mente e la parte peggiore è che non c'è un modo per liberarsene.

Perché credimi, nonostante siano passati quasi 3 anni lo amo ancora allo stesso modo, se non di più.
E credimi ho cercato di dimenticarlo varie volte, ma puntualmente mi sono ritrovata a pensare a lui.
Anche quando mangiavo, quando studiavo o quando baciavo altri mi ritrovavo a pensare a lui.
E c'è stato un giorno freddo di Gennaio in cui ho creduto di averlo dimenticato, ma poi l'ho riconosciuto tra la folla di gente in un caffè vicino all'università e la sensazione che ho avvertito è stata la stessa di due anni fa. Puro amore o puro masochismo, dipende dall'interpretazione.

Non lo avevo dimenticato, lui non si può dimenticare perché ti resta appresso come un tatuaggio.

Così mi sono avvicinata a lui e l'ho guardato, con l'irrefrenabile voglia di abbracciarlo e di prenderlo a calci in culo.
Avrei tanto voluto parlargli, ma cosa avrei dovuto dirgli?
«Hey, sono la stupida ragazzina che hai sverginato due anni fa, come stai?»
Così sono stata zitta per la paura di non essere capita.

E così, come d'incanto mi sono ritrovata davanti a una birreria e ho bevuto. Ho bevuto così tanto da non ricordarmi neanche più come mi chiamassi, ma il suo lo ricordavo ancora.

Nonostante il nostro noi non esista più io l'ho vissuto nella mia mente per tutti questi anni.

«Dimmi dov'è che lo picchio così tanto che non riuscirà neanche più ad alzarsi in piedi.» dice lui mentre i suoi occhi si incendiano di una luce diversa, più aggressiva e mentre stringe i pugni fino a far diventare le nocche bianche.

I'll be wrong with you Where stories live. Discover now