Chapter 36

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«Aspetta Emma.» dice ad un certo punto correndo nella mia direzione.
Fingo di non averlo sentito e continuo a camminare, ma lui corre verso di me e mi fa voltare verso di lui, costringendolo a guardarmi negli occhi.

«Cosa dovrei aspettare Matt?» dico cercando di non apparire troppo disperata ai suoi occhi.

«Cosa ti fa pensare di essere la mia valvola di sfogo?» mi dice lui a metà tra l'offeso e l'infuriato.

«Niente, oltre al fatto che un attimo prima stavi dando dei pugni al muro e l'attimo dopo mi stavi baciando con foga.» gli rispondo scuotendo la testa, delusa dal suo atteggiamento.

«Io... Io non lo stavo facendo. Andiamo, come ti salta in mente una cosa simile?» mi dice, ma non appare sicuro di sé come le altre volte, segno che mi sta mentendo.

«No Matt, invece è proprio quello che stavi facendo e la verità è che non te ne rendi neanche più conto ormai.
Perché ferisci le persone come se nulla fosse, calpesti i sentimenti degli altri come se non valessero nulla.
E io non voglio essere la tua prossima vittima, non di nuovo. Quindi ti prego, se mi vuoi solo per il sesso non farlo, non rovinarmi, non rovinare questa specie di rapporto che si sta creando.» gli dico prima di entrare in camera mia e di lasciarmi cadere sul pavimento freddo della mia camera per poi iniziare a piangere ininterrottamente.

E piango per quelle che mi sembrano ore.
Giorni.
Mesi.
Forse anche anni.
Piango fino a quando non finisco le lacrime.
Piango fino a quando gli occhi non bruciano,
Fino a quando le gambe non tremano
Piango mentre tutto il mio corpo brucia.
Piango perché il mio cuore sta bruciando e io non ho un estintore.
Perché so che non lo voleva fare apposta.
So che questa volta non mi voleva fare del male, ma me ne ha fatto comunque d forse è questa proprio la parte più dolorosa.
Perché se l'avesse fatto apposta almeno avrei avuto un motivo per smettere di amarlo, ma così non posso.

«Che succede mamma?» mi dice la vocina di Cleo venendo verso di me, probabilmente svegliata da mio pianto isterico.

«Nulla piccola, continua a dormire.» le dico asciugandomi in fretta le lacrime con il dorso delle mani.

«Ma io non ho sonno.» mi dice lei strofinandosi gli occhi.

«Allora facciano così, ti va se mi aiuti a fare le decorazioni di natale?» le chiedo mentre lei annuisce contenta.

Usciamo così insieme dalla camera e andiamo tutte e due in salotto.

«Ok, cominciamo dal presepe e dall'albero di natale.» le dico un fretta per poi andare giù a prendere il necessario.

«Ci tieni davvero così tanto?» mi dice una voce dietro di me facendomi sobbalzare. Lui sorride a quel gesto, ma stranamente non dice nulla.

«Si.» gli rispondo decisa.
«E non sorridere in quel modo, Cameron.» lo canzono.

«In quale modo?» mi risponde lui fingendosi innocente.

«Il tuo modo, il modo che utilizzi per far cadere tutte le ragazze ai tuoi piedi.» gli rispondo ovvia.

«Si, ma con te è più divertente perché non ci caschi.» mi risponde lui continuandomi a sorridere così.

Ma forse non è proprio vero che questo sorriso non mi fa alcun effetto.
Perché un po' di effetto c'è l'hai anche su di me e vorrei che non fosse così.
Perché nella mia testa c'è un casino.
E quel casino ha un nome e tu lo consci benissimo.
Ma anche il tuo nome è nella mia mente.
Non sei il mio pensiero principale, ma le tue parole mi confondono e il tuoi modi di fare mi ammaliano.
E questo non fa che confondermi ancora di più.
Perché non so cosa fare.
O chi scegliere.

I'll be wrong with you Where stories live. Discover now