Chapter 16

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Matt corre il più velocemente possibile con me al suo seguito. Non ho mai corso così veloce in vita mia, ma l'adrenalina impedisce alla stanchezza di farsi sentire. Per fortuna percorriamo tutto il corridoio senza farci vedere da nessuna delle guardie, troppo occupate a parlare tra di loro. Esultiamo entrambi quando superiamo la porta e ci ritroviamo sopra la torre.

Non sono mai stata così in alto. Mi sembra di volare. Guardo giù e come avevo immaginato le persone sotto di noi sembrano delle formiche. Caccio un piccolo urletto eccitato ma Matt mi trucida con lo sguardo.

«Vuoi farci finire in carcere per caso?» sussurra calmo.

«Scusa, era l'emozione.» mi scuso mentre lo guardo con un sorriso sicuramente da ebete. Anche lui inizia a sorridermi calorosamente, ma non sembra eccitato come me.

E come fai a stare calmo davanti ad un panorama del genere?
Come fai a guardare le persone sotto di te e non sentirti fortunato?
Perché non guardi anche tu il mondo sotto di te con occhi diversi?
Forse ci sei già stato con altre?
O solo non ti importa neanche di questo?
E a volte penso che i tuoi occhi così blu siano stati creati appositamente per non avere emozioni al loro intento, come una bella scatola all'esterno, ma vuota all'interno.
Ma a volte ti guardo e la vedo, quella piccola luce che appare nei tuoi occhi e risveglia anche i miei.

Continuo a fissare il panorama di Manhattan senza fiato ammirando il mare che mi sembra così vicino in questo momento, i grattacieli di New York da cui noi possiamo vedere il tetto e il cielo illuminato dalla luna che non é ancora del tutto spuntata all'orizzonte.

«Con quante altre ragazze l'hai fatto?» chiedo all'improvviso.

E si, credo che tu ci sia già stato con altre.
Forse perché non voglio illudermi di essere stata la prima o forse perché voglio pensare che un briciolo cuore almeno c'è l'abbia.
Perché non puoi guardare questo panorama e non emozionarti se anche per te è la prima volta.

«Cosa?» lui aggrotta le sopracciglia e mi guarda stranito.

«Non intendo ciò che pensi tu stupido, intendo quante altre ragazze hai portato su questo tetto.» spiego io.

Lui non risponde subito e un specie di fitta al cuore nel sapere che mi ha portato qui per conquistarmi proprio come fa con le altre. Cerco di contenermi, ma non riesco a non fare una smorfia disgustata nel pensarlo.

Perché per te sono solo una delle tante.
Ma per me tu non lo sei, tu sei l'unico ed è questo il problema.
Il problema è che io per te darei la vita, quando tu per me non daresti neanche la tua preziosa felpa.
Il problema è che tu mi sei entrato dentro completamente, quando io non sono neanche riuscita a scalfirti.

«Gelosa?» dice guardandomi malizioso.

«No, solo schifata.» dico fingendo un conato di vomito.

Anche se in realtà avrei davvero voglia di vomitare.
Se potessi vomiterei tutta questa rabbia in eccesso che mi sta solo avvelenando, vomiterei tutto l'amore che provo per te, tutti i ricordi belli, tutto le illusioni e vomiterei anche tutta questa gelosia che mi porto dietro tutte le volte.
Vomiterei tutto se solo potessi, ma le emozioni non sono come il cibo in eccesso. Non se ne vanno così facilmente.

Lui se la ride sotto i baffi continuando a fissare il panorama.

«Facciamo una foto ricordo?» chiedo all'improvviso sorridendogli.

E si, sembra strano farti una richiesta del genere dopo quello che è successo tra di noi.
E forse dovrei smetterla di essere così gentile, ma non ci riesco.
Perché adesso che sembri così calmo voglio viverti del tutto prima che il tuo carattere cambi ancora.
Perché per un momento voglio dimenticare ciò che è successo e lasciarmi guidare dall'istinto.
Si, solo dall'istinto, senza mettere il cuore e la testa di mezzo che fanno solo casini.

I'll be wrong with you Where stories live. Discover now