Strangers

4.

«Suppongo di sì, sai... Mia madre, mio padre...» che razza di domande erano? Certo che i miei si sarebbero accorti della mia assenza, si sarebbero preoccupati per me.
«Ripeto, sono le due, staranno dormendo, ed in ogni caso siamo al terzo piano, al quinto l'allarme non si sente» ancora una volta quella voce indifferente si scontrò con i miei nervi a fior di pelle, mi stava già facendo impazzire ed eravamo lì solo da pochi minuti.
Forse lui non aveva ucciso nessuno, ma presto io sì.
«Allora sentiamo, genio, cosa proponi di fare?» gli chiesi seccata, senza preoccuparmi di sembrare acida.
«Potresti chiamare il numero delle emergenze, per esempio» rispose lui annoiato. Ma certo! Perché non ci avevo pensato prima? Iniziai a frugare dentro la borsa per cercare il telefono, e prima ancora di trovarlo gli chiesi quale fosse il numero.
«Quello scritto alle tue spalle» disse con ovvietà.
E poi mi resi conto di una cosuccia piccola piccola.
«Non ho il telefono».