22.

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Rabbrividii per il freddo che ormai sentivo fin dentro le ossa e lui mi lanciò uno sguardo che mi fece venire altri brividi, colpa di quei suoi occhi di ghiaccio.
Guardai la sua giacca, sembrava tanto calda...
Non avevo il coraggio di chiedergliela, ma lui sembrò capire e subito se la tolse, passandomela.
«Grazie» mormorai tremando.
Sentii subito più caldo e inspirai profondamente quel dolce profumo speziato, profumo di lui.
Poi il mio sguardo si posò sulle sue braccia muscolose e tatuate, pensai che non l'avevo mai visto senza la sua giacca di pelle e che forse ero la prima ragazza che aveva l'onore di guardarle, idea assolutamente ridicola che mi fece quasi ridere di me stessa, un ragazzo bello come lui doveva essere rimasto nudo con miriadi di ragazze.
Tra tutti i tatuaggi, ne notai uno in particolare: una pistola fumante.
E subito mi tornarono alla mente tutte quelle voci assurde, quelle dicerie che erano state messe in giro su di lui.
Poteva essere un assassino ed io stavo giocando ad "obbligo o verità" con lui.
«Allora, è il tuo turno, che aspetti» la sua voce, all'improvviso, mi sembrò di nuovo così fredda e distante e sembrava accarezzare la mia pelle come la lama fredda di un coltello.
Ancora brividi.

StrangersWhere stories live. Discover now