CAPITOLO 57

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Ritorno al passato.

L'autobus mi porta in un paesino nelle periferie di Londra.
Percorro qualche stradella ed arrivo proprio lì.

In quella casa.
Dove tutto è cambiato!

Per mia fortuna ci sono ancora le chiavi che avevo nascosto nel vaso di fiori accanto alla porta. Una volta entrata lascio lo zaino appoggiato al divano e vado in cucina. Apro il frigo e l'unica cosa che trovo è qualche busta di minestrone e schifezze varie.
Apro anche i mobiletti e per fortuna trovo qualche merendina non ancora scaduta.
Prendo delle barette e mi siedo sul divano, tiro fuori il mio portatile ed inizio a guardare qualche video su YouTube.

Dopo aver ascoltato tre/quattro canzoni drepimenti ed aver mangiato un paio di snak, appoggio il PC sul tavolino davanti a me. Accendo luce del corridoio, lo percorro fino ad arrivare davanti alla porta della mia vecchia camera da letto.

Non è cambiato niente!

Mi guardo attorno e trovo mobili rotti, vestiti gettati a casaccio dispersi per la stanza, lo specchio è tutto rotto e alcuni pezzetti di vetro si trovano tra i miei vecchi vestiti.

Apro la finestra e la luce del sole fa luccicare questi piccoli frammenti.

Entro nella porta affianco.
Nel piccolo bagno si notano ancora i vecchi trucchi che usava sempre quella donna per mascherarsi.
Mi avvicino alla parete e intravedo degli schizzi di sangue ormai secco.
Anche la porta della doccia è leggermente macchiata di sangue ormai vecchio.

Torno nella stanza precedente: raccolgo i vestiti da terra e li sistemo frettolosamente all'interno dell'armadio. Getto nel cestino i pezzetti di vetro facendo attenzione a non tagliarmi. Frugo in qualche cassetto e trovo le mie vecchie lamette ed un pacchetto di sigarette. Mi volto verso un piccolo specchietto appeso vicino alla scrivania. Fisso il mio riflesso ed un urlo improvviso esce dalla mia bocca all'immagine che mi è apparsa davanti agli occhi!

Oddio che paura!
Credevo fosse vero!

Ho immaginato che Mick fosse dietro di me

"Ma chi cazzo tiene una sagoma di un pagliaccio gonfiabile in camera!" Inizio ad urlare avvicinandomi a questo 'mostro' dalle dimensioni più grandi di me. Gli tiro un pugno in faccia, dove c'era attaccata la faccia di Mick.

L'avevo fatto qualche giorno dopo essere tornata a casa dall'ospedale.

Ero così furiosa per ciò che mi aveva fatto.
Ero contenta per la decisione che avevano preso, anche se le conseguenze non sono state molto positive per me purtroppo.


FLASHBACK

3:00 a.m

*rumore*


Mi svegliai di colpo, mi ero addormentata sul divano, dato che quella sera stavo facendo un lavoro col computer per scuola.


*sentii dei passi*


Mi alzai e me lo ritrovai davanti aveva in mano una bottiglia di vino ormai vuota, capí subito che era tornato a casa di nuovo ubriaco.

Corsi subito in cucina per prendere qualcosa con cui difendermi, ma lui mi rincorse e mi afferrò per un braccio.
Voleva colpirmi con la bottiglia, ma io riuscii a mordegli la mano e scappai via da lui.

Purtoppo inciampai, dandogli così la possibilità di raggiungermi nuovamente.

Avevo davvero paura stavolta.

"Che cazzo vuoi fare?" Gli urlai contro cercando di afferrare il coperchio di una pentola e un mestolo

"Davvero credi di fermarmi con quegli arnesi?" Pronunciò quelle parole con un ghigno

"Tu sei un pazzo! Non capisco perché quella volta non ti avevo denunciato! Guarda come mi hai ridotta!"

"Ma per favore! Una ragazzina come te si sarebbe fatta del male anche da sola! Sei una depressa di merda! Nessuno ti vuole! Nemmeno noi ti volevamo! Sei soltanto un peso per tutti!"

"Smettila!" Urlai con le lacrime agli occhi

"Oh non ti preoccupare... presto tutti ti dimenticheranno! "

Preso un coltello e si avvicinò pericolosamente a me

"Sei ubriaco! Non riesci a ragionare! " gli lanciai in faccia l'acqua fredda.

Lui scivolò sul pavimento bagnato e mi ferì allo stomaco.

Mi misi una mano e vidi che perdevo parecchio sangue.

L'ultima cosa che riuscii ad intravedere fu Mick disteso a terra svenuto per il colpo che aveva preso alla testa sbattendo contro il tavolo.
E poi...

Svenni!

Intorno a me c'era il buio totale.

Non sentivo nulla!
Ne il dolore, ne la sofferenza.

Credevo di essere morta.
Stavolta per davvero.

Addio Maya Stone.
Ora non soffrirai mai più.

Non cambierò maiWhere stories live. Discover now