CAPITOLO 22

788 30 2
                                    

Arriviamo in aeroporto a Milano verso le 14:30 circa, per tutto il viaggio non ho fatto altro che tormentarmi per ciò che è successo ieri sera con Benjamin perché in qualche modo ho tradito Paolo e lui questo non lo meritava. Per quanto possa sembrare un tipo tosto in realtà è un piccolo cucciolo, è una persona seria e umile. Mi sento sporca ma allo stesso tempo rifarei ogni singola cosa che è successa ieri sera. Bacerei Benjamin altre dieci, cento, mille volte. Proprio per questo quando usciamo dal terminal e vedo Paolo lì ad aspettarmi sorridendomi mi salgono i sensi di colpa e immediatamente il mio sguardo si sposta sul ragazzo che ho baciato ieri sera che sembra infastidito dalla situazione. Il mio migliore amico invece mi guarda senza espressione facendomi cenno verso colui che è il mio ragazzo, così mi sveglio dal mio attimo di trans e gli vado incontro. Lo saluto con un abbraccio stringendolo più del dovuto perché ho paura di perderlo dopo il gesto che ho fatto e non voglio. Anche se con lui non mi succede ciò che ho provato ieri sera con Benjamin non posso dire che mi è indifferente perché ora come ora il motivo cuore batte più del normale e mi tremano le gambe, come succedeva anche prima di questo viaggio.

"Dovevo essere io ad accoglierti con un abbraccio così" sussurra al mio orecchio Paolo stringendomi al suo corpo e baciandomi sui capelli.

"Mi sei mancato" gli dico mentre una lacrima riga il mio occhio ma prontamente la caccio via perché non voglio che mi veda piangere. Non ho intenzione di spiegargli cos'è successo ieri sera, non lo merita, lui è così buono e comprensivo con me che non posso fargli una cosa del genere. E comunque è una cosa che non succederà più quindi non vedo per quale motivo dovrei dirglielo, poi parlerò anche con Benjamin dicendogli di non farne parola con nessuno. Oltre Fede, perché ieri sera quando siamo rientrati sono sicura che gliel'avrà raccontato, come io ho fatto con Lorenzo. Non c'è nulla di male nel parlarne con il proprio migliore amico e a me fa bene parlare con lui perché riesce a riportarmi la pace interiore.

"Anche te" mi dice staccandosi dall'abbraccio e avventandosi sulle mie labbra baciandomi dapprima in modo dolce e poi con sempre più passione.

"Rega, siamo in un luogo pubblico" la voce del mio migliore amico ci fa staccare ma non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi blu. "Come mai qui?" chiede poi a Paolo quando entrambi decidiamo di dar retta agli altri e insieme ci dirigiamo fuori dall'aeroporto.

"Non posso venire a prendere la mia ragazza?" gli chiede confuso dalla sua domanda. Guardo Lorenzo cercando di capire dove vuole arrivare a parare e gli lancio un'occhiata avvisandolo di non fare cazzate. E so che mi ha capito perché alza gli occhi prima di dire a Paolo che era soltanto una curiosità. Noto Benjamin lanciare occhiatacce a Paolo senza una precisa ragione ma lui lo ignora semplicemente continuando a parlare con me chiedendomi se mi sono divertita a Parigi, cosa abbiamo fatto e roba del genere. In treno, durante il viaggio Milano-Modena, mi addormento sulla spalla del mio ragazzo. Ieri sera dopo essere tornata in hotel non ho chiuso occhi tutta notte perché i miei pensieri erano costantemente concentrati su ciò che era successo ore prima. Se ci penso mi viene da urlare e piangere come una pazza isterica per mandare via ogni cosa che mi tengo dentro. Paolo mi accompagna fino a casa dove ad aspettarlo c'è già il suo migliore amico che è passato a prenderlo per riportarlo a casa. Appena salgo in casa saluto i miei dicendogli che vado a farmi una doccia e che avremmo avuto tempo per parlare dopo, ma neanche l'acqua calda riesce a calmare i miei nervi. Lascio uscire qualche lacrima che si confonde con le gocce d'acqua che scorrono già sul mio viso. Non so esattamente per cosa sto piangendo: può essere per il fatto che mi sento in colpa nei confronti di Paolo. Può essere perché mi sento una merda per aver baciato Benjamin e aver ammesso che mi è anche piaciuto. Per quanto i pensieri mi stanno uccidendo dentro cerco di non pensarci troppo liberando la mente il più possibile. Esco dalla doccia dopo quasi un'ora, mia mamma mi ucciderà per esser rimasta così tanto, la roba strana è che non sia venuta a bussare alla porta come fa di solito quando ci metto troppo. O magari è venuta e non me ne sono resa conto? Tutto può essere, così mi affretto a vestirmi e ad uscire ritrovando la casa in totale silenzio. Questa cosa mi spaventa molto perché se nessuno è in casa significa che sarò costretta a rimanere da sola con i miei pensieri che in questo momento fanno troppo rumore. Il silenzio. A mio parere è la cosa che ognuno di noi cerca di evitare il più possibile perché inevitabilmente ci ritroviamo a fare i conti con noi stessi tirando fuori ciò che portiamo dentro e che cerchiamo di evitare tenendo la mente occupata. Vado in cucina a cercare mia mamma ma trovo attaccato al frigorifero un post-it in cui i miei si scusano dicendo che avevano preso alcuni impegni con i miei zii e di arrangiarmi da sola per la cena. Che bell'accoglienza! Per evitare il caos che ho in testa, non ho nessuna intenzione di mettere ordine tra i miei pensieri, decido di tenere la mente occupata dedicandomi a sistemare i vestiti che sono in valigia nei rispettivi cassetti della mia camera con la musica a farmi compagnia. Quando ormai ho quasi finito sento il mio cellulare suonare così mi affretto a recuperarlo da sopra il letto ma senza riuscire ad accettare la chiamata in tempo. Mi ritrovo 5 chiamate perse e due messaggi: la maggior parte delle chiamate sono da parte di Lorenzo che vorrà sicuramente parlare di ciò che è successo con Paolo in aeroporto e in stazione. E l'ultima, questa di adesso è proprio del mio ragazzo. Prima di richiamarlo apro i messaggi su whatsapp che sono entrambi da parte di Benjamin.

Amarsi e perdersi ||BENJAMIN MASCOLO|| (Da Correggere)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora