CAPITOLO 63

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Un piccolo favore, potete lasciare una stellina al capitolo? È gratis🙈 e per me è importante..

Appena apro la porta le mie narici vengono invase da una puzza di fumo incredibile, ha fumando erba, ne sono certa, perché questa non è la puzza della classica sigaretta o del tabacco. Lo uccido davvero. Lorenzo non mi ha neanche sentita entrare o finge di non avermi sentito, rimane seduto di spalle con lo sguardo perso verso il muro. È davvero preoccupante tutta questa situazione, cosa sta succedendo nella sua vita? "Loris.." lo chiamo in un sussurro chiudendo la porta, lui neanche si volta, sembra paralizzato. Rimane immobile. Questo non è il mio migliore amico. Alzo la serranda della finestra prima di andare da lui perché questa stanza ha seriamente bisogno di aria pulita e di luce, ma nel fare il mio gesto non ho pensato alla reazione che potrebbe avere Lorenzo. Mi lascia di sasso. Scioccata.

"Che cazzo fai, Giulia?" urla alzandosi dalla sedia su cui è seduto e spintonandomi contro il muro così forte, tanto da farmi sbattere il gomito all'anta della finestra. Dio cristo, il dolore! "Oh dio, scusami non volevo!" Si calma non appena nota la mia faccia dolorante ma sinceramente in questo momento poco mi importa del dolore che sento al gomito. È più importante sapere cosa sta succedendo a lui.

"Sto bene, è tutto apposto" dico per farlo tranquillizzare visto che ha gli occhi colmi di disperazione. Riesco a vedere perfettamente il conflitto interiore con il quale sta lottando, mi guarda così tutte le volte che vuole dirmi qualcosa ma non sa come farlo. "Da quando hai iniziato a fumare erba?" gli chiedo iniziando con una domanda semplice ma anche abbastanza seria. Decido di fare le cose passo passo altrimenti rischio di non ricevere neanche una risposta alle mie domande.

"Non ho iniziato, è soltanto una ogni tanto" risponde sedendosi sulla sedia su cui stava poco prima passandosi le mani sul viso stanco.

"Ora è una, ma andando av.." inizio a dire prima di ricevere un'occhiataccia da parte sua che mi fa zittire all'istante. Ok, forse è meglio non continuare con questo discorso. Spero solo non reagisca come sta facendo adesso perché altrimenti non arriviamo da nessuna parte e sinceramente ho voglia di capire un sacco di cose. "Lorenzo, per favore, mi spieghi cosa sta succedendo?" gli chiedo dolcemente facendo qualche passo in avanti verso di lui. Non serve a niente urlargli contro o alzare la voce, in quel caso non farei altro che peggiorare la situazione e io ho bisogno di sapere, non di mettermi a litigare.

"Non posso, Giulia" scuote la testa abbassando il viso sulle sue mani che continua a torturarsi. Perché è così nervoso? Sono solo io!

"Sono la tua migliore amica Loris" gli dico avvicinandomi a lui con il cuore che batte all'impazzata nel mio petto. Non lo vedo da una settimana, ha fatto in modo di evitarmi e devo ammettere che lo trovo molto cambiato, dimagrito soprattutto. Chiunque sia la persona che ho davanti in questo momento somiglia al mio migliore amico ma non so chi sia. Non mi guarda più neanche negli occhi. "Ti prego, parlami. Per favore" gli dico prendendogli le mani tra le mie e sentendo il cuore in gola. "Ti aiuterò come ho sempre fatto, ma dimmi cosa sta succedendo" con una mano gli alzo il viso verso di me in modo che mi guardi negli occhi ma questo non accade perché fa di tutto pur di non far incontrare i nostri sguardi.

"Non insistere perché tutto questo mi fa già stare male" mi dice Lorenzo stringendo la mia mano con la sua e chiudendo gli occhi.

"Anch'io ci sto male nel sapere che il mio migliore amico mi evita senza darmi almeno una valida ragione" sento gli occhi pizzicarmi a causa delle lacrime che minacciano di uscire, ma devo essere forte. Non posso scoppiare a piangere senza prima avergli tolto di bocca qualche parola. Alza lo sguardo su di me incontrando finalmente i miei occhi, per la prima volta da quando sono entrata in questa stanza. Mi sale un brivido lungo la schiena quando gli scappa una lacrima dall'occhio sinistro, di qualunque cosa si tratti non è di sicuro qualcosa di bello. Nel vederlo così non posso fare a meno di lasciare uscire anche le mie che si confondono con le sue quando mi tira in un abbraccio, facendomi sedere su di lui. Appoggio la testa sulla sua spalla singhiozzando mentre lui nasconde il viso nella curva del mio collo bagnandomi la pelle. "Non sarei mai dovuta rimanere a Milano" dico con il cuore a mille pezzi e sentendo dentro un po di senso di colpa perché sono più che sicura che tutto questo sia successo mentre io non c'ero. Mentre mi tiene stretta tra le sue braccia riesco a sentire quella sensazione familiare di casa, è ancora il mio migliore amico, lo sento. Forse un po tormentato e con un enorme peso addosso di cui non vuole liberarsi.

Amarsi e perdersi ||BENJAMIN MASCOLO|| (Da Correggere)Where stories live. Discover now