4. Creature mistiche

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Era la più brava di tutte.

Sciava sulla neve come se scivolasse sull'olio.

Era una ragazzina molto ansiosa, temeva il giudizio altrui e non riusciva a non farsi intimidire da qualsiasi competizione.

A parte ciò, era una ragazza molto sveglia e sicura di sé.

Notai che in quei giorni passava troppo tempo al PC invece di allenarsi a sciare.

Era sempre più ansiosa e turbata.

Riceveva messaggi da qualcuno di indesiderato?

Ogni volta che le arrivava una mail trovava una scusa per mandarmi via dalla sua stanza e restare da sola.

Quando entrai nella sua stanza, e mi fece quella domanda, restai molto scossa.

-Mamma, è possibile prevedere il futuro?

Non riuscii a capire.

Almeno in quel momento.

Le risposi che non era nella capacità degli esseri umani.

Ciò che mi disse, mi sconvolse ancora di più.

-Ma se non fosse un umano a farlo? Una macchina? Un robot? Un essere superiore? Una specie di Dio? Che ci guarda e sa cosa ci aspetta?

Una domanda del genere, posta con un tono così triste e quasi angosciato, mi fece riflettere molto.

Prima che le potessi rispondere, si alzò dal letto e se ne andò sconsolata, per prepararsi alla competizione di scii.

Ero davvero molto confusa.

Prima di andare anch'io, notai una foto sul suo computer che mi colpì parecchio.

Uno sfondo bianco, penso neve, e un corpo al centro, una sciatrice.

Attorno, schizzi di sangue ovunque, e una folla immensa di persone riunita in cerchio a guardarne il cadavere.

Un'altra cosa che mi colpì ancora di più, fu un alone umanoide luminoso sullo sfondo. Come una creatura mistica, che si allontanava tra gli alberi. Come se avesse fatto il suo dovere.

Qualche film horror.

Credo restò scossa dalla foto.

Non doveva cercare una cosa simile prima di una gara di scii.

Sapevo sarebbe rimasta turbata.

Si preparò quasi sconvolta. Si mise la tuta di scii e uscì dalla porta, aspettandomi in macchina.

Arrivati sulla pista, centinaia di persone e giornalisti erano lì ansiosi di guardare la competizione.

Le feci l'occhiolino e le auguro buona fortuna, ma lei non rispose, si girò freddamente e si spinse sulla neve.

La gara iniziò.

Sembrava proseguire benissimo, su 20 concorrenti era seconda.

Il ragazzo prima di lei distava molto, ma sapevo che l'avrebbe raggiunto.

Ero sempre più trepidante, la vedevo accelerare.

Mi stordì una specie di lampo, davanti mia figlia.

Un alone luminoso, una forma umanoide. Una strana creatura, una specie di angelo.

Credo di essere stata l'unica a vederla, nessun altro si scompose in quel momento.

Il mio cuore si fermò, come quello di tutta la folla, quando sentimmo un urlo stridulo e lungo, e vedemmo entrambe le gambe di mia figlia girarsi e piegarsi su se stesse, fino a farla cadere sulla neve.

Non ebbi il coraggio di avvicinarmi.

Guardai a qualche metro di distanza.

La scena mi ipnotizzò, una scena a me molto familiare.

Uno sfondo bianco.

Il sangue chiaro si espandeva lento sula neve.

Un alone umanoide, evanescente si allontanava tra i pini in lontananza, come se avesse svolto il suo compito.

Il cadavere di mia figlia, ricoperto di neve fresca e sangue.

Attorno, centinaia di persone, riunite in cerchio, ad ammirarne il cadavere.

 

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