200. Piango sempre.

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Piango.

Piango sempre, non riesco neanche a parlare, è l'unica cosa che faccio da ormai un anno.

Non voglio parlare, so che da qui a poco perderò tutto e tutti i miei ricordi, se parlassi cancellerei tutto in un istante.

La gente mi circonda di oggetti infantili e stupidi con volti stilizzati e sorridenti, sperando di farmi felice, ma io ne ho la nausea ormai.

I miei cari sono lontani, ancora vivi, ma mi credono morto da tempo ormai.

Piango sempre, piango quando ho fame, quando ho sete, quando voglio dormire, perché non voglio parlare, è l'unico modo che ho per comunicare con le persone in casa mia e quella che sarebbe la mia nuova mamma.

Le persone che mi circondano continuano a ripetermi scandendo le parole "M-a-mm-a", "P-a-p-à", "A-cqu-a", "Nonna" sperando che io parli.

Le loro teorie stravaganti non dicevano quello, si scordava tutto alla nascita, non può essere davvero così, è troppo crudele una cosa del genere.

Io non posso parlare, non voglio parlare, so che la mia prima parola metterà fine ai miei ricordi, non voglio che io li dimentichi, gli voglio troppo bene per mettere fine alla loro esistenza nella mia vita.

Loro si ricorderanno di me come morto, io non li voglio scordare, non voglio ricominciare una nuova vita, non voglio che dopo riaccada lo stesso anche con questa.

Non posso, non devo parlare.

So che dovrò farlo e osservo ogni giorno l'orologio davanti a me, contando i secondi che mi restano per volergli ancora bene.

Seduto su questo sgabello, davanti questa torta con una candelina accesa, dei regali, un 1 in plastica turchese e l'ennesimo disegnino infantile stampato sulla glassa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 01, 2017 ⏰

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