132. Lo specchio rotto

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Apparve la mattina presto, verso le 7:00.

Ero in una nuova casa, la affittai per passare le vacanze primaverili lì, in quel posto di campagna, nel silenzio della natura.

Quella mattina guardai verso la finestra, vidi un busto, molto sfocato, che dava le spalle alla mia finestra, era appiccicato ad essa.

Mi sembrava una persona che si fosse appoggiata alla mia finestra, ma la stanza era al pianoterra, e la finestra dava su una serie di cespugli, non era il posto migliore per riposarsi.

Diedi vari colpi alla finestra, quasi per richiamarlo, ma lo vedevo solo ondeggiare leggermente il collo, quasi fosse un cadavere.

Aveva una corporatura media e i capelli mori, esattamente come i miei.

Mi girai verso la porta per andare a vedere da fuori, ed un'onda di orrore mi percorse tutta la schiena e la pancia.

Lo vidi girarsi, proprio quando lo feci io.

Mi rigirai all'istante, ma vidi solamente il busto girato, così girai lentamente la testa verso sinistra, lui fece lo stesso, con estrema precisione.

Provai a mettermi di lato per vederlo in faccia, ma il mio raggio visivo mi permetteva di vedere a malapena la guancia e l'orecchio sinistro.

Notai anche che aveva una polo rossa, esattamente come la mia, e il colletto azzurro chiaro, esattamente come il mio.

Questa cosa stava diventando sempre più angosciante, così con lo sguardo rivolto verso la finestra, indietreggiai e mi girai solo quando fui sicuro che non fosse capace di osservarmi, corsi fino al giardino.

Arrivato lì, dove avrebbe dovuto esserci una finestra, restai smarrito, confuso.

Mattoni. Dove avrebbe dovuto esserci la finestra che dava alla mia stanza da letto era coperto di mattoni rossastri

Cercai tra i cespugli, così violentemente che non davo peso ai tagli alle mani fatti dai ramoscelli ogni volta che spostavo furiosamente i rami allargando le braccia, sperando di vedere una finestra, o un vetro, ma il muro era tutto coperto di mattoncini.

Tornai dentro casa.

Forse era uno scherzo dell'ex proprietario, uno schermo ad altissima risoluzione.

Tornai nella mia stanza, sperando di non vederlo più, ma aprendo la porta vidi di nuovo il busto di quella...cosa angosciante, non so tutt'ora come definirla.

Così, mi misi davanti a quella che credevo una finestra.

Alzai il braccio destro, lui lo fece.

Scossi la testa, lui copiò con spaventosa simmetria i miei movimenti.

Arrabbiato andai in bagno e quasi per gioco feci lo stesso davanti lo specchio. Ma quello che pensavo mi avrebbe dato una risposta retorica mi angosciò all'istante.

I movimenti erano gli stessi, la stessa fluidità, la stessa espressione in ogni movimento, solo che vedevo il mio riflesso frontalmente, ovviamente.

Mi misi quasi a piangere, diedi un pugno così forte allo specchio che si formarono delle crepe a ragnatela sul vetro, ma non mi tagliai la mano.

Vidi un pezzo di specchio triangolare cadere vicino al mio piede destro, accanto all'infradito nera che avevo.

Lo raccolsi, era molto affilato, ma non esitai a stringerlo tra due dita con convinzione ed andai davanti alla finestra.

Era ancora lì.

Mi girai, sapevo che l'avrebbe fatto pure lui.

Misi il frammento argentato davanti la faccia per guardare dietro.

Non riuscii a vedere oltre la fronte e la bocca, che mi sembravano particolarmente familiari, il resto del suo volto era coperto da un frammento biancastro triangolare, simile a uno specchio.

 

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