Capitolo 15

2.8K 115 34
                                    

Percy POV
Dopo aver provato per ore ad entrare in infermeria, decisi che era il momento di prendersi una pausa.
Avrei avuto allenamento con la spada, e non vedevo l'ora, un po' perché avevo bisogno di sfogarmi, un po' per tenere la mente occupata e non pensare ad Annabeth.
Arrivai al padiglione per l'allenamento, e chiesi ad un figlio di Ares di combattere.
Non volevo una vittoria facile; in quel momento avevo bisogno della certezza di valere qualcosa, di riuscire a combinare qualcosa di giusto.
Misi nel duello tutta la mia rabbia; impugnai l'elsa della spada talmente forte da rami sbiancare le nocche, e menavo fendenti con una forza che non pensavo di possedere.
Dopo pochi minuti, il mio avversario si ritrovò per terra, ed io mi sentii un po' meno frustrato.
Andai alla mia cabina per farmi una doccia e mi rivestii, per poi andare al cimitero che si trovava nel bosco.
Mi fermai davanti alla tomba di Luke, e mi sedetti
- hey amico... volevo parlarti di Annie. È successo un po' casino, un grande casino - gli spiegai, o meglio, spiegai alla lapide, tutto ciò che era successo in quei mesi, per poi continuare il mio discorso che sapevo non avrebbe ricevuto risposta
- il fatto è che io la amo... la amo da morire. E fa male vedere quanto io per lei non conti più niente... l'ho ferita, è vero, ma sono stato costretto... o almeno è quello che mi sto ripetendo da mesi... e se fosse davvero colpa mia? Insomma, tu avresti trovato il modo di andare contro Atena, pur di non ferirla, vero? Forse merito veramente di soffrire, forse io dovrei prendere posto qui accanto a te... non posso vivere senza di lei... se mi dovessero chiedere, di scegliere tra perdere lei o morire, sceglierei la seconda. Perché morirei comunque senza la mia sapientona... -
Guardai un ultima volta la tomba, e mi alzai.
Salutai in silenzio tutti i caduti che mi erano cari ed uscii.
Decisi di saltare il pranzo, e di andare a fare una nuotata.
Arrivai alla spiaggia, e mi sfilai la maglietta rimanendo in pantaloncini che comunque non si sarebbero bagnati. Piano piano immersi i piedi dentro l'acqua; il profumo di salsedine mi pizzicava il naso, ricordandomi l'odore di casa... il leggero venticello che soffiava mi scompigliava ancora di più i capelli.
Continuai a camminare mentre l'acqua mi circondava sempre di più; prima le gambe, i polpacci, i fianchi, l'addome e le spalle, fino a che non vi immersi anche la testa.
La acque del campo erano sempre state pulite, con alcuni pesci che nuotavano qua e là, ma io volevo scendere ancora di più.
Nuotai fino al punto più profondo delle acque, e mi sedetti sulla sabbia.
Incrociai le gambe ed infilai le mani sotto la sabbia. Feci dei respiri, se si possono chiamare così, profondi, respirando l'odore di casa.
Rimasi lì per non so quanto tempo, eppure a me sembravano solo pochi minuti. Ogni tanto iniziavo a parlare con qualche pesciolino, aprendo conversazioni con loro su temi banali, ad esempio su come li avessero disegnati male nel film " Ariel ", o su come erano sporchi gli acquari nei quali rinchiudevano loro o i loro amici.
Quando uscii dall'acqua, ero completamente asciutto. Ci misi un po' a riabituarmi a respirare aria invece che acqua, e mi mancava quella sensazione di leggerezza.
Mi accorsi di quanto fosse tardi, solo guardando il cielo. Era notte fonda, e le stelle brillavano nel cielo blu. Mi sdraiai sulla sabbia e fissai le stelle
- Bob vi saluta... - ripensare a lui mi metteva sempre molta tristezza, per il semplice fatto che avrei potuto salvarlo, ma non ci ero riuscito.
Lui si era messo contro i propri fratelli, ed aveva affrontato orde di mostri, solo per salvare me ed Annabeth... ed era morto.
Mi ricordai di una cosa all'improvviso, e mi maledissi per non averci pensato prima
- ciao Zoe... - dissi guardando di nuovo le stelle...
Fui risvegliato dai miei pensieri, sentendo un rumore familiare.
Il pianto di un bambino.
Non capivo come mai si sentisse al campo il pianto di un bimbo, se di bimbi non ve ne erano.
Seguii il suono, e mi ritrovai davanti ad una capanna, simile alle nostre cabine, color grigio.
Non ci pensai due volte ed entrai.
Seguii di nuovo il pianto, e mi ritrovai in una stanza.
Davanti a me, in una culla, c'era un bambino che piangeva muovendo davanti a se le piccole manine. Mi chinai per prenderlo, quando mi accorsi di un piccolo particolare.
Sopra la culla, dipinti sul muro, vi erano una civetta e... e un tridente.
In un attimo, il mondo si mi se a girare. Mi allontanai dal bimbo e mi appoggiai alla cassettiera per evitare di svenire, quando vidi una foto.
Lì non avevo più dubbi, nella foto eravamo io ed Annabeth abbracciati.... era mio figlio.
Mi ripresi dallo sgomento, e mi avvicinai alla culla. Presi in braccio il bambino, che smise subito di piangere.
Avevo un figlio, un figlio con la mia sapientona... lo cullai con le braccia, e inevitabilmente qualche lacrima di gioia mi scese dagli occhi, contro la mia volontà.
Osservai il bambino, aveva i capelli di Annabeth, e quando aprì gli occhi mi accorsi che erano come i mei. Mi sedetti sulla poltrona davanti alla culla, e misi il bimbo sulle ginocchia.
Gli presi la manina, e lui strinse con le piccole dita il mio indice.
Mi ero perso la sua nascita, e non sapevo nemmeno il suo nome, ne se Annabeth glie ne avesse dato uno.
Mi resi conto di quanto fossi stato stupido a non accorgermene prima; la nausea, l'infermeria, tutto....
- si chiama Luke... - riconobbi subito la sua voce, e mi girai di scatto.
Lei era lì, appoggiata allo stipite della porta, ed era ancora più bella. Portava un semplice pigiama, e i capelli raccolti sopra la testa in una crocchia disordinata. Gli occhi erano assonnati, ma bellissimi.
Molti appena svegli sarebbero orrendi, ma lei no, lei era stupenda
- è... è mio, vero? - non rispose, si limitò ad annuire. Aveva anche lei gli occhi lucidi
- scusa... se non te l'ho detto... solo che... - sgranai gli occhi alla sua affermazione, lei stava chiedendo scusa a me?
- no, no, non devi chiedermi scusa... è colpa mia, solo mia... avrei potuto esserci alla sua nascita, esserci in questi mesi per te... sono stato un idiota a non dirti di tua madre e... - mi accorsi di cosa avevo detto solo pochi secondi dopo aver visto l'espressione di Annabeth
- cosa c'entra Atena? - aveva uno sguardo confuso, e non la biasimavo affatto... ora non avevo scelta, dovevo dirle tutta la verità
- c'è una cosa che devo dirti... -

Salve semidei,
Come vi è sembrato il capitolo? Fatemi sapere💙
Comunque, oggi mi sono rivista per la quattrocentomillesima volta Maze Runner la fuga, e tipo piango 😍😭
Chi ha letto i libri? Io si e ATTENTION, ALLARM SPOILER PER WHO DON'T HAVE LETTO THE LIBRO ( tranquilli so che non si scrive così in inglese, solo che ho letto questo tipo di scrittura di insta e sono morta dalle risate😂 e poi c'è il T9 che mi scrive " morta dalle stirate" ) ho pianto troppo alla morte di Newt, voi?
Fatemi sapere
Baci
-figliadiAde💙💙

I hope you'll be back{Percabeth} //completata//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora