1. Lavoro

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(N.A. [g/p]= gusto preferito)

[T/n]'s pov

La campanella suonò col suo solito rumore acuto e fastidioso e tutti noi uscimmo dall'aula per la ricreazione.

-Allora, hai trovato lavoro?- Mikasa, nonché mia migliore amica, mi raggiunse e si mise al mio fianco, uscite dall'aula.

-Purtroppo no. Nessun posto libero e nessuno disposto a fare un'eccezione.-

-Mi dispiace... Di sicuro, è perché hai appena raggiunto la maggior età.- Mi spiegò lei col vano tentativo di rassicurarmi.

-Sì- Sospirai. -Pensano tutti che io non sia ancora adatta per lavorare, e che non sappia fare niente. Anzi, credono che io non sia neppure maggiorenne a prima vista e mi scambiano per una sedicenne...- Ci fermammo davanti ai nostri armadietti.

Mikasa aprì il suo armadietto e ci posò dentro i libri che non le servivano più, prima di tornare a guardarmi. -Hai dei lineamenti del viso ancora un po'...-

-Infantili?- Chiesi sarcastica, ma sicura che intendesse quello.

-Poco.- Rispose distogliendo lo sguardo per un momento. -Ma forse è anche per la tua altezza.-

-Solo perché sono piccola di statura, non significa che sia piccola anche d'età!- Il mio tono di voce rabbioso tradì la mia apparente calma.

-Di solito sono i ragazzini delle medie alti 1 metro e 58.-

Mi girai verso la provenienza della voce, anche se sapevo già chi avrei visto.

-Grazie mille, Eren.- Risposi ironica, chiudendo l'armadietto dopo aver preso il libro di letteratura inglese, e ripresi a camminare per i corridoi della scuola diretta verso l'androne, seguita dai due fratelli adottivi.

-Armin come sta?- Continuò il bruno.

-Abbastanza bene. Il suo lavoro lo stanca.- Sospirai rattristata.

Mio fratello aveva abbandonato gli studi: aveva ottimi voti in tutto ed era uno studente modello, tanto che sarebbe riuscito senza problemi a vincere una borsa di studio per la più rinomata università di tutta Maria, se non addirittura di Rose. Tuttavia a causa dei problemi economici della nostra famiglia si era trovato moralmente costretto a interrompere il liceo quest'estate, con l'intento di lavorare a tempo pieno in un bar di Trost. Infatti nostro padre già da un paio d'anni si era scoperto malato di cancro ai polmoni, causato dalla fabbrica chimica in cui lavorava e da tutti quei sigari fumati nell'arco di trent'anni. Date le sue dimissioni, nostra madre aveva trovato un secondo lavoro come cameriera, dal che lavorava solo in un negozio di una catena d'abbigliamento.

E sebbene io non fossi loro figlia biologica, poiché mi avevano adottata da un orfanotrofio della città quando avevo sei anni, mi sentivo in dovere di aiutare anch'io e di fare il possibile per far uscire la mia famiglia dallo stato di povertà.

-Capisco... Non lo vediamo quasi mai.- Si interruppe per un attimo. -Vostro padre?-

-Non molto bene purtroppo... - Abbassai il capo rabbuiata. -Il cancro peggiora giorno dopo giorno e non ci sono i soldi necessari per sottoporlo alla chemio.-

-Ci dispiace molto, ma se potessimo fare altro-

-Mikasa,- la interruppi prontamente -la vostra famiglia sta già facendo molto per noi. Con i vostri aiuti economici i miei riescono a pagare le bollette e le medicine di papà.-

-Ma non le cure per Simon!- Continuò Eren ostinato.

-Tranquilli, troverò un modo per aiutare la mia famiglia il prima possibile. Come loro hanno aiutato me dodici anni fa. Devo solo capire come...-

𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐒𝐞𝐱... 𝐎𝐫 𝐌𝐨𝐫𝐞? «Levi x Reader»Where stories live. Discover now