34. Fiducia [+14]

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Nota Autrice:
Se vi turbano scene spinte, ho messo un asterisco all'inizio e alla fine della parte +14, quindi potrete saltarla!

Lunedì 19 febbraio
Mi ci volle parecchia forza di volontà, prima di poter ricominciare le lezioni. Ma era indispensabile che prendessi il diploma e, in più, in futuro avrei voluto frequentare l'Università. Non potevo quindi permettermi di perdere un anno scolastico. Dovevo finire il liceo non solo per me, ma anche per la mia famiglia e per Levi.
Dalla scorsa settimana, dovetti ricominciare a sentire costantemente le voci e vedere gli sguardi puntati sulla mia figura. I giudizi delle persone che non mi conoscevano: questo odiavo di più.
Tuttavia, questa volta ci fu anche Mikasa a difendermi, oltre che Eren, così molte voci cessarono, anche se non totalmente. Molti iniziarono semplicemente ad ignorarmi, come se fossi una semplice sconosciuta.
Al contrario, i professori furono invece molto contenti di rivedermi. Certo, non tutti, ma alcuni vennero da me a fine lezioni e mi chiesero come stavo e se mi ero ripresa, cosa che mi tirava su di morale quel poco che bastava per andare avanti con lo studio.

In famiglia, tutto sembrava tornato più i meno come prima. Nonostante la mancanza di papà... Era come avere casa vuota senza le sue battute, la sua risata e i suoi battibecchi con la mamma. Ma dovevo accettare la realtà, anche se non mi piaceva totalmente. Le uniche cose che riuscivano a strapparmi un sorriso tutti i giorni, oltre ai miei amici e la mamma, erano le chiamate con Petra e Levi. Petra si stava sistemando insieme a Nicole a Wellington, mentre Levi tutte le sere mi chiamava, prima di andare a dormire. Non avevamo avuto più possibilità di vederci, ma anche solo sentirci per telefono mi rendeva felice.

-[T/n], tutto bene?-

-Sì, perché?- Chiesi a Mikasa, seduta affianco a me sul muretto davanti scuola.

-Ti vedevo troppo pensierosa, tutto qui.-

Le sorrisi per farle capire che andava tutto bene, finché non vidi Eren correre verso di noi. -Mai una volta che arrivi in anticipo con Mikasa, eh?-

-È lei che esce sempre troppo presto di casa!- Si giustificò respirando a pieni polmoni. -Allora? Stavate ancora parlando di quel coglione?-

-Eren!- Lo rimproverai, tirandogli un piccolo pugno sul fianco.

-Vuoi dirmi che non lo è? Si è svegliato solo all'ultimo, quando eri già pronta per la partenza.-

Il castano si sedette affianco a me sul muretto, poggiando di malo modo lo zaino a terra.

-Smettila. In fondo, anche io mi sono svegliata all'ultimo. Quindi, dovresti dare della cogliona anche a me in base alla tua logica.-

-[T/n], non ti aspetterai già il nostro pieno supporto e piena fiducia per questa tua relazione, vero?-

-Non mi aspetto questo.- Risposi subito, alzandomi dal muretto e mettendomi lo zaino in spalla. -Vi chiedo solo di non giudicarlo troppo presto. Armin vi ha già detto cos'è successo quando Levi mi ha riaccompagnato a casa, no? Di ciò che ha detto alla mamma.-

Eren si alzò, con lo zaino su di una spalla, e mi sorpassò. -Ricordati che anche Christopher aveva fatto tante promesse a te, a noi e alla tua famiglia. Quindi, non aspettarti che io mi possa mai fidare di lui.- Disse apatico, andando verso scuola.

Guardai Mikasa, che rimase in silenzio e si alzò pure lei dal muretto. -Andiamo, stanno già tutti entrando.-

La mattinata proseguì molto lentamente, come sempre d'altronde. Non feci altro che scarabocchiare sul quaderno, tra un appunto e l'altro.

All'uscita, ero pronta per chiedere a Mikasa se aveva un abito da imprestarmi per il matrimonio di sabato, sperando che ne avesse uno che mi andasse bene, nonostante la nostra differenza di altezza e forme.
Feci così per andare verso di lei fuori da scuola, in compagnia di Eren, ma mi arrivò un messaggio.

𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐒𝐞𝐱... 𝐎𝐫 𝐌𝐨𝐫𝐞? «Levi x Reader»Where stories live. Discover now