15. Marionetta [+14]

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-Faccio questo lavoro in particolare perché mio padre è malato e ha bisogno di soldi per le cure mediche.- Dissi guardando il soffitto.

Io e Levi stavamo chiacchierando già da un po', lui in boxer a fumarsi una sigaretta ed io a bere una birra in biancheria intima, sdraiati sul letto.

-Malato?-

-Cancro ai polmoni. Sta prendendo delle pastiglie e medicinali di vario tipo, ma deve fare una chemioterapia il prima possibile...-

-Mi dispiace.- Seppe solo rispondermi, continuando a guardarmi.

Bevvi un sorso di birra, abbassando lo sguardo sulle mie cosce nude. -Non è colpa di nessuno. È questo mondo, che è crudele.- Sospirai.

Questa frase era diventata il motto di me e Mikasa, già da una decina d'anni. Lei era quella che mi capiva più di tutti. Ed io ero quella che la capiva più di qualsiasi altro a mia volta.

-Già.- Rispose a bassa voce. -Ma sai quanto costano le spese mediche?- Chiese con tono retorico.

-Non mi importa. Lavorerò finché non avrò i soldi necessari.- Feci una piccola pausa. -Finché sarò ancora in tempo...-

-Se vuoi...- Si fermò qualche istante, prendendomi la bottiglia di mano. -Posso aiutarti.-

Mi girai verso di lui nell'esatto momento in cui mi prese la bottiglia e se la portò alle labbra. Intendeva dire che mi avrebbe aiutata con le spese mediche di mio padre...?

-St-stai dicendo sul serio?- Domandai sbigottita.

-Ti sembra che io stai scherzando?- Buttò giù due sorsi di quel liquido, mentre i miei occhi si erano focalizzati sulle sue labbra. Cercai di non distrarmi e distolsi dopo poco lo sguardo.

-Come sai i soldi non mi mancano. Quindi non avrei problemi.- Mi ridiede la bottiglia.

-I-Insomma, io... Come... Come potrei spiegare ai miei genitori la provenienza dei soldi? E poi- Incrociai le braccia al petto. -Mio padre non accetterà mai i tuoi soldi. Non ha più accettato quelli di vecchi amici di famiglia, figurati quelli di uno sconosciuto che crede il proprietario di una semplice discoteca. È troppo orgoglioso.-

-Ma che in realtà è un tuo cliente che ti scopa...-

-Grazie di avermelo ricordato, me lo stavo dimenticando.- Risposi sarcastica, nascondendo però del dispiacere.

-Ma li accetterà se pensa che sono i tuoi che hai guadagnato.-

-Certo. Perché da un momento all'altro torno a casa con un sacco di soldi e dico a mio padre: "Il mio capo ha deciso dal nulla di darmi un aumento tutto in una volta. Tiè, pagati le cure."- Recitai la parte, gesticolando. -Da qualsiasi parte la vedi, non funziona. Nemmeno uno stupido ci crederebbe.-

-Fatti venire in mente qualcosa che regga, allora.- Sollevò le spalle.

-Più facile a dirsi che a farsi.- Replicai sbuffando.

Mi accorsi poi del mio cellulare che continuava a squillare e in un lampo risposi, dopo aver guardato chi era. -Petra?-

-È meglio se torni al mio appartamento. Sta iniziando a piovere e forse tra poco farà temporale.-

Guardai fuori dalla finestra semi aperta per far uscire il fumo della sigaretta di Levi, non vedendo nulla se non il cielo buio. Ma, nel silenzio, riuscivo a sentire la pioggia e le gocce d'acqua che cadevano sull'asfalto della strada.

-Ora torno. Grazie.- Riattaccai e mi girai verso Levi. -Sta per piovere, mi riaccompagni alla via?-

Mi alzai dal letto, prendendo i collant e la gonna.

𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐒𝐞𝐱... 𝐎𝐫 𝐌𝐨𝐫𝐞? «Levi x Reader»Where stories live. Discover now