ventiquattro

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Una settimana di assoluto silenzio.
Quando entrambi siamo a casa , mi evita come la peste . Da sempre ordini di non essere disturbato, ovviamente le cameriere non mi lasciano passare .

Oggi mi sono scocciata e ho deciso di affrontarlo.
Dalla finestra della mia stanza lo vedo rientrare, con lui c'è Adam , parlano di qualcosa

Corro  percorrendo  il corridoio e le scale , quando arrivo nel suo studio, entro senza bussare
Entrambi si voltano a guardarmi, Adam capisce che deve lasciarci soli e lo fa .

Pavel invece continua a leggere il suo giornale, ignorando la mia presenza

《 perché mi eviti?》chiedo

Ma non ottengo nessuna risposta

《 vuoi per favore parlarmi? Ti sembra un comportamento normale ?》

《 cosa vuoi Ale 》

《 parlare di quello che è successo, ma soprattutto perché tu mi stai evitando 》

《 ho troppe cose da fare , sono troppo impegnato 》

《 così tanto da non poter stare con me ?》

Scuote la testa e ritorna a leggere

《 credi a tuo padre vero?》

I suoi occhi tornano a guardarmi e sospira 《 non so più a chi credere 》

Sgrano gli occhi 《 se non mi credi , perché sono ancora qui?》

《 non ho detto questo 》

《 come no? Lo hai appena fatto invece 》

《 se dici di aver detto la verità , perché ti scaldi tanto?》

《 io non mi scaldo , voglio solo cercare di capire cosa ti passa per la testa 》

《 sono confuso , cazzo!!》 Sbatte un pugno sul tavolo 《 mio padre dice che ti ha trovato a frugare tra le sue cose , ti ha colto con le mani dove tu non dovevi essere , per paura di essere scoperta hai inscenato la violenza 》

《 mi stai dando della bugiarda?》

《 no!!》

《 lo hai appena fatto!! Tuo padre stava indagando su di me , quando mi ha spinto dentro il suo ufficio, ho visto quella cartellina , in quel momento stavo per uscire, volevo cercarti e dirti quello che avevo scoperto, ma lui non me lo ha permesso 》

《 ho bisogno di stare solo , forse ho corso parecchio 》

《 ti sei pentito di esserti messo con me?》 Chiedo incredula

Non ricevo nessuna risposta, ha pure smesso di guardarmi, tornando ad abbassare lo sguardo

《 bene , sappi che non rimarrò in questa casa , un minuto di più 》

Vado via come una furia e corro in camera
Prendo la valigia dalla cabina armadio , infilando dentro tutti i miei vestiti. 
Lacrime amare scorrono lungo il mio viso .
Guardo sempre verso la porta semi aperta, sperando che lui venga a dirmi che mi crede , che mi ama tantissimo , che mi fermi, ma non lo fa . Dopo mezz'ora sono fuori ad aspettare il taxi.

《 dove vuole che la porti signorina 》

《 lontano, il più lontano possibile 》 dico singhiozzando

《 se non vuole spendere tutti i suoi soldi , deve dirmi dove posso lasciarla 》

《 ha ragione mi scusi....mi lasci alla stazione 》

Poco dopo arriviamo a destinazione, il tassista e così bravo , da rifiutare i miei soldi, mi avrà preso per una poveraccia.

La stazione è piena di gente che corre, c'è chi arriva e abbraccia un parente, chi parte in lacrime.
Poi ci sono io , sconsolata e depressa seduta su una panchina , non sapendo dove andare.

Verità Nascoste Where stories live. Discover now