Capitolo 14 - Il Vagabondo

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L'aereo privato della KC atterrò all'aeroporto del Cairo. Ricky e Kimy scesero dal velivolo e subito furono investiti da un vento caldo e afoso.

- Ci sarà da patire... - disse Ricky mentre si toglieva la giacca per restare in camicia.

- Mi sa che hai ragione, Kaiba non ci ha dato nemmeno il tempo di fare una valigia. Ascolta, io vado in quel negozio a prendere qualcosa di adatto, tu vai a cercare un modo per arrivare a Nuova Luxor. –

Dopo qualche ora, Kimy riemerse dal negozio. Era vestita con una tunica di lino bianca, che lasciava le braccia scoperte, adornata da una cintura dorata, le spalline anch'esse dorate erano finemente decorate. Aveva raccolto i capelli in una lunga coda, tenuti insieme da un fermaglio, anche questo color oro. Sembrava una principessa uscita dalle "Mille e una notte".

Ricky rimase a guardarla a bocca aperta mentre si avvicinava.

- Tieni, questo è per te. – Kimy gli porse un abito – Indossalo, così darai meno nell'occhio. –

Ricky andò dietro l'angolo e quando ne uscì indossava una camicia e un paio di pantaloni di lino bianco. Sopra la camicia indossava il bisht, la tipica mantella scura con bordi color oro.

- Bene, adesso che siamo pronti, come arriviamo a Nuova Luxor? –

- Non ci sono mezzi motorizzati per arrivare lì... -

- Come facciamo allora? Se non ci sono mezzi siamo bloccati. –

- Io ho detto che non ci sono mezzi MOTORIZZATI... -

La faccia di Kimy cambiò espressione quando vide di cosa stava parlando Ricky.

- Qualche tempo fa Brad, l'aitante autista di Kaiba, mi aveva proposto di fare un giro con lui sulla sua fuoriserie ed ho rifiutato. Adesso mi trovo nel deserto, su un cammello e soprattutto con te... mi viene da piangere. – disse Kimy mettendosi una mano davanti gli occhi.

- Non lamentarti, poteva andarti molto peggio. – replicò Ricky.

- Ah sì? E come? –

Ricky ci pensò un po' su. – No in effetti peggio di così non c'è niente. –

Kimy nascose una risata.

- Guarda, le luci di Nuova Luxor, siamo arrivati finalmente. –

- Il mio sedere ringrazia, è quasi il tramonto e ancora siamo su questo animale puzzolente. –

Il cammello fece uno strano verso di dissenso.

Entrarono dalla porta principale della città. Era un piccolo agglomerato di case di argilla e paglia, le quali riflettevano il calore addosso ai due ragazzi. I mercanti stavano rimettendo la merce nei carretti visto che la giornata stava per finire, Ricky decise di chiedere informazioni.

Scese dal cammello e si avvicinò ad uno di loro. – Scusi sa dirmi dov'è la locanda? –

L'uomo lo guardò con diffidenza. – E' poco più avanti... - rispose seccato.

Ricky prese le redini del cammello e lo fece camminare nella direzione indicata dall'uomo.

- Potresti trovare in fretta questa locanda? Voglio scendere da questo coso! – disse Kimy da sopra il cammello.

- Kimy, se non la pianti, ti riporto dal mercante di prima e ti scambio per qualche gallina. –

La ragazza incrociò le braccia e sbuffò. Ricky arrivò davanti ad una costruzione da cui proveniva un forte rumore di bicchieri, legò il cammello ed aiutò Kimy a scendere.

Quando entrarono nella locanda, tutti i presenti si fermarono a guardarli, poi ripresero a fare quello che stavano facendo: mangiare, bere e parlare a voce alta.

- Dove lo cerchiamo questo fantomatico Vagabondo? – chiese Kimy.

- Vorrei tanto saperlo, Ishizu e Kaiba non ci hanno detto nulla. -

- Ehm, Ricky, qui ci guardano tutti... –

- Sembriamo Alladin e Jasmine, forse qualcuno vuole fregarci la lampada. –

- Idiota... C'è uno che viene verso di noi. –

Un grosso omaccione che indossava solo un gilet sul petto peloso li avvicinò. Kimy si nascose dietro Ricky.

- Ricky questo è grosso... -

- Lo vedo... ehi amico, questa è mia moglie, non una ballerina del ventre, chiaro? Fatti un bel giro così ti passano le strane idee. –

L'uomo continuava a fissarli, impassibile.

- Ricky, non va via, fa qualcosa... -

Ricky si rese conto che alle sue spalle c'era un pesante vaso di terracotta, lo afferrò con la mano dietro la schiena, nascondendolo alla vista dell'energumeno.

- Voi siete quelli di Domino City? – chiese l'uomo con una voce gutturale.

- Ehm, sì siamo noi... - rispose Ricky tenendo ben stretto il vaso.

- Il mio padrone vi aspetta... prego. – l'uomo fece un inchino ed indicò la via.

Ricky mollò il vaso, Kimy uscì di nuovo allo scoperto.

L'uomo li condusse in una camera della locanda al cui centro, seduto attorno ad un tavolo, c'era un uomo minuto, che indossava degli abiti simili a quelli di Ricky ma colorati di blu scuro. Portava poi una kefiah, il tipico copricapo di quelle zone, che gli copriva sia la testa che il viso. Solo gli occhi erano visibili.

- Prego, sedetevi, vi aspettavo... - disse con fare gentile.

I due ragazzi entrarono un po' timorosi, solo la luce di alcune candele illuminava la stanza ed era tutto abbastanza losco.

- Spero che il mio aiutante, Safith, non vi abbia spaventati. – aggiunse.

- Ma no, quale spaventare, io sono un uomo d'avventura, non ho paura di niente. –

Kimy guardava Ricky con un'espressione disgustata, a braccia conserte.

- Buon per te, perché se ora non mi dimostri che sei veramente l'uomo che ha mandato Kaiba, chiedo a Safith di spezzarti tutte le ossa. –

- Cosa? No aspetti... non saltiamo a conclusioni azzardate. –

- Che idiota che sei... - commentò Kimy – Signore, Ishizu ci ha detto di mostrarle questa. – la ragazza tirò fuori la Collana del Millennio.

Il Vagabondo scoppiò a ridere. - Scusa ragazzo, ma è da un pò che non mi divertivo un po'... -

- Ma no, si figuri... - disse Ricky con la testa appoggiata alla mano.

- Kaiba mi ha già raccontato tutti i dettagli, state cercando Slifer. –

- Sì e lei è per caso la persona che lo custodisce? – chiede Kimy.

- Non proprio, diciamo che l'ho nascosto in posto sicuro. –

- Abbiamo pochissimo tempo, potrebbe consegnarcelo? –

Il Vagabondo, abbassò lo sguardo, pensieroso.

- Va bene, ma dovete venire con me alle rovine della Vecchia Luxor, lì potrete accedere al luogo dove si trova. –

- Oh no un altro viaggio in cammello... - disse Kimy sconsolata.

- Cammello? – rispose il Vagabondo – Ma no, ho il mio fuoristrada parcheggiato qui fuori... -

Kimy guardò Ricky furiosa, con le mani sui fianchi. – Quello era l'unico mezzo per venire qui vero? –

Ricky si mise una mano dietro la nuca. – Non ti arrabbiare, era una vita che volevo farlo... -

Kimy si limitò a sbuffare e poi il gruppo si diresse alle rovine.

Yu-Gi-Oh! - Shadow of the GodsWhere stories live. Discover now